I PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI
BILANCI SOCIETARI A CONFRONTO
DECRETO COMPETITIVITÀ
IL GOVERNO RILANCIA LA 181
DECRETO COMPETITIVITÀ
IL GOVERNO RILANCIA LA 181
Nuove aree d'intervento per la
Legge gestita da Sviluppo Italia S.p.a.
Antonio
Squillante
Dottore Commercialista - Progetto Arcadia s.r.l.
antonio.squillante@progettoarcadia.com
Il Governo, con l'ormai noto Decreto Competitività (n. 35 del
2005) convertito in Legge lo scorso 14 maggio, ha modificato, in maniera
radicale, alcuni tra i principali strumenti di sostegno alle imprese
del Mezzogiorno quali la Legge 488/92, i Patti Territoriali, i Contratti
di Programma e i Contratti D'Area. Tale intervento, motivato con la
necessità di «...favorire
lo sviluppo del mercato del credito nelle aree sottoutilizzate e, quindi,
l'effetto degli incentivi sulla competitività del sistema produttivo...» ha
di fatto, per ora, imposto un blocco all'utilizzo, da parte delle imprese,
dei predetti strumenti. Infatti, finché i Ministeri competenti (Ministero
dell'Economia e delle Finanze, delle Attività Produttive e delle Politiche
Agricole e Forestali) non emaneranno la nuova normativa attuativa,
nessun bando potrà essere pubblicato, né domanda presentata.
Di contro, lo stesso Decreto Competitività, e precisamente all'art.
11, appellato "Sostegno
e garanzia dell'attività produttiva", ha rilanciato un altro
strumento di sostegno alle imprese, la Legge 15 maggio 1989, n. 181,
gestita dall'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo delle Imprese e l'Attrazione
degli Investimenti, Sviluppo Italia S.p.a.. Questa norma, originariamente
nata per far fronte alla crisi siderurgica degli anni '80, a partire
dalla Finanziaria 2003 è stata oggetto di importanti modifiche che
sostanzialmente ne hanno esteso l'ambito di applicazione ad altri settori
produttivi, potenziandone anche la portata. La Legge è stata così largamente
utilizzata per promuovere nuove iniziative industriali, rivitalizzare il
sistema imprenditoriale locale e creare nuova occupazione. A oggi, lo strumento
ha finanziato 110 progetti imprenditoriali per un totale di circa 930 milioni
di euro di investimenti con una ricaduta occupazionale di 7.300 unità.
Forse, proprio il successo riscosso ha spinto il Governo a un ulteriore
rilancio dell'intervento, al fine di concorrere alla soluzione della recente
crisi economica che sta colpendo il Paese, e in particolare il comparto industriale.
Il Decreto Competitività ha,
infatti, esteso l'ambito di applicazione della Legge 181 anche alle
aziende operanti in aree di crisi del settore degli elettrodomestici,
nonché ai
territori di ulteriori Comuni da individuare con un apposito DPCM che
tenga conto degli accordi sociali, secondo le procedure di cui all'art.
1, commi 266 e 267 della Legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria
2005). Il provvedimento ha, anche, previsto, un ulteriore finanziamento della
misura attraverso lo stanziamento dei seguenti contributi straordinari:
50.000.000 di euro per l'anno 2005; 50.000.000 di euro per il 2006; 85.000.000
di euro per il 2007.
I territori agevolati
Una delle particolarità della Legge 181/89 è la sua applicazione,
a livello territoriale, a "macchia di leopardo". Infatti, tale
strumento di agevolazione non si attua, come le altre più note norme
che sostengono gli investimenti delle imprese, in maniera omogenea su tutto
il territorio nazionale e secondo i principi delle aree obiettivo individuate
dalla Comunità Europea, ma può essere utilizzato solo dalle
imprese che sono localizzate in aree territoriali ben definite. A oggi, in
attesa dell'emanazione del DPCM deputato all'estensione dell'applicazione
della legge 181/89 ad altri Comuni, le aree interessate dall'intervento sono
21, articolate su 12 Regioni (v. Tabella 1).
I destinatari e l'ammontare degli aiuti
Possono presentare domanda di accesso alle agevolazioni le Piccole,
Medie e Grandi Imprese che siano economicamente e finanziariamente sane.
Gli interventi non possono, infatti, interessare in alcun modo il salvataggio
di aziende in difficoltà. Gli aiuti sono destinati ai progetti di
investimento nel settore estrattivo e manifatturiero e in quello dei servizi
reali a supporto delle attività concernenti i comparti agevolabili
che prevedono la realizzazione di nuove iniziative produttive o l'ampliamento,
l'ammodernamento, la ristrutturazione, la riattivazione, la delocalizzazione
di unità produttive già esistenti. A fronte dei programmi di
investimento proposti, le imprese potranno beneficiare di contributi a fondo
perduto e di finanziamenti agevolati (questi ultimi riservati esclusivamente
alle aziende localizzate nelle aree obiettivo 1), tenendo conto che gli incentivi
complessivi spettanti non possono eccedere il limite massimo di aiuti concedibili
con riferimento all'area in cui è ubicata l'iniziativa espresso in
ESN (Equivalente Sovvenzione Netto) e in ESL (Equivalente Sovvenzione Netto).
Gli incentivi
Sviluppo Italia S.p.a. concederà i contributi a fondo perduto e i
finanziamenti agevolati (v. Tabella 2) solo dopo aver acquisito una partecipazione
temporanea di minoranza nel capitale sociale dell'azienda beneficiaria. Partecipazione
che dovrà, comunque, essere riacquistata a un prezzo predeterminato,
obbligatoriamente da parte dei soci di maggioranza al completamento del progetto
entro e non oltre i 5 anni dall'ingresso. Risulta, in ogni caso, necessario
che i soci dell'impresa beneficiaria apportino mezzi propri (capitale sociale)
pari ad almeno il 30% dell'investimento. Per essere ammesse alle agevolazioni
le spese dovranno essere relative a: studi di fattibilità e progettazione;
suolo aziendale, opere murarie e infrastrutture; attrezzature e macchinari
nuovi di fabbrica; programmi informatici; brevetti relativi alle nuove tecnologie
di prodotti e processi produttivi; mobili e arredi. Sono, invece, totalmente
escluse le spese per lo studio e sviluppo dei prodotti, per le scorte, per
le imposte, tasse e spese notarili, per fabbricati già agevolati e
attrezzature e macchinari usati o acquistati in leasing, per attrezzature
non ammortizzabili e quelle relative a investimenti effettuati prima della
presentazione della domanda.
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