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  Dicembre 2012

Articoli n° 7
AGOSTO/settembre 2005
 


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I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI
BILANCI SOCIETARI A CONFRONTO

DECRETO COMPETITIVITÀ
IL GOVERNO RILANCIA LA 181

DECRETO COMPETITIVITÀ
IL GOVERNO RILANCIA LA 181
Nuove aree d'intervento per la Legge gestita da Sviluppo Italia S.p.a.

Antonio Squillante
Dottore Commercialista - Progetto Arcadia s.r.l.
antonio.squillante@progettoarcadia.com

Il Governo, con l'ormai noto Decreto Competitività (n. 35 del 2005) convertito in Legge lo scorso 14 maggio, ha modificato, in maniera radicale, alcuni tra i principali strumenti di sostegno alle imprese del Mezzogiorno quali la Legge 488/92, i Patti Territoriali, i Contratti di Programma e i Contratti D'Area. Tale intervento, motivato con la necessità di «...favorire lo sviluppo del mercato del credito nelle aree sottoutilizzate e, quindi, l'effetto degli incentivi sulla competitività del sistema produttivo...» ha di fatto, per ora, imposto un blocco all'utilizzo, da parte delle imprese, dei predetti strumenti. Infatti, finché i Ministeri competenti (Ministero dell'Economia e delle Finanze, delle Attività Produttive e delle Politiche Agricole e Forestali) non emaneranno la nuova normativa attuativa, nessun bando potrà essere pubblicato, né domanda presentata. Di contro, lo stesso Decreto Competitività, e precisamente all'art. 11, appellato "Sostegno e garanzia dell'attività produttiva", ha rilanciato un altro strumento di sostegno alle imprese, la Legge 15 maggio 1989, n. 181, gestita dall'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo delle Imprese e l'Attrazione degli Investimenti, Sviluppo Italia S.p.a.. Questa norma, originariamente nata per far fronte alla crisi siderurgica degli anni '80, a partire dalla Finanziaria 2003 è stata oggetto di importanti modifiche che sostanzialmente ne hanno esteso l'ambito di applicazione ad altri settori produttivi, potenziandone anche la portata. La Legge è stata così largamente utilizzata per promuovere nuove iniziative industriali, rivitalizzare il sistema imprenditoriale locale e creare nuova occupazione. A oggi, lo strumento ha finanziato 110 progetti imprenditoriali per un totale di circa 930 milioni di euro di investimenti con una ricaduta occupazionale di 7.300 unità. Forse, proprio il successo riscosso ha spinto il Governo a un ulteriore rilancio dell'intervento, al fine di concorrere alla soluzione della recente crisi economica che sta colpendo il Paese, e in particolare il comparto industriale. Il Decreto Competitività ha, infatti, esteso l'ambito di applicazione della Legge 181 anche alle aziende operanti in aree di crisi del settore degli elettrodomestici, nonché ai territori di ulteriori Comuni da individuare con un apposito DPCM che tenga conto degli accordi sociali, secondo le procedure di cui all'art. 1, commi 266 e 267 della Legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005). Il provvedimento ha, anche, previsto, un ulteriore finanziamento della misura attraverso lo stanziamento dei seguenti contributi straordinari: 50.000.000 di euro per l'anno 2005; 50.000.000 di euro per il 2006; 85.000.000 di euro per il 2007.

I territori agevolati
Una delle particolarità della Legge 181/89 è la sua applicazione, a livello territoriale, a "macchia di leopardo". Infatti, tale strumento di agevolazione non si attua, come le altre più note norme che sostengono gli investimenti delle imprese, in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale e secondo i principi delle aree obiettivo individuate dalla Comunità Europea, ma può essere utilizzato solo dalle imprese che sono localizzate in aree territoriali ben definite. A oggi, in attesa dell'emanazione del DPCM deputato all'estensione dell'applicazione della legge 181/89 ad altri Comuni, le aree interessate dall'intervento sono 21, articolate su 12 Regioni (v. Tabella 1).

I destinatari e l'ammontare degli aiuti
Possono presentare domanda di accesso alle agevolazioni le Piccole, Medie e Grandi Imprese che siano economicamente e finanziariamente sane. Gli interventi non possono, infatti, interessare in alcun modo il salvataggio di aziende in difficoltà. Gli aiuti sono destinati ai progetti di investimento nel settore estrattivo e manifatturiero e in quello dei servizi reali a supporto delle attività concernenti i comparti agevolabili che prevedono la realizzazione di nuove iniziative produttive o l'ampliamento, l'ammodernamento, la ristrutturazione, la riattivazione, la delocalizzazione di unità produttive già esistenti. A fronte dei programmi di investimento proposti, le imprese potranno beneficiare di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati (questi ultimi riservati esclusivamente alle aziende localizzate nelle aree obiettivo 1), tenendo conto che gli incentivi complessivi spettanti non possono eccedere il limite massimo di aiuti concedibili con riferimento all'area in cui è ubicata l'iniziativa espresso in ESN (Equivalente Sovvenzione Netto) e in ESL (Equivalente Sovvenzione Netto).

Gli incentivi
Sviluppo Italia S.p.a. concederà i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati (v. Tabella 2) solo dopo aver acquisito una partecipazione temporanea di minoranza nel capitale sociale dell'azienda beneficiaria. Partecipazione che dovrà, comunque, essere riacquistata a un prezzo predeterminato, obbligatoriamente da parte dei soci di maggioranza al completamento del progetto entro e non oltre i 5 anni dall'ingresso. Risulta, in ogni caso, necessario che i soci dell'impresa beneficiaria apportino mezzi propri (capitale sociale) pari ad almeno il 30% dell'investimento. Per essere ammesse alle agevolazioni le spese dovranno essere relative a: studi di fattibilità e progettazione; suolo aziendale, opere murarie e infrastrutture; attrezzature e macchinari nuovi di fabbrica; programmi informatici; brevetti relativi alle nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi; mobili e arredi. Sono, invece, totalmente escluse le spese per lo studio e sviluppo dei prodotti, per le scorte, per le imposte, tasse e spese notarili, per fabbricati già agevolati e attrezzature e macchinari usati o acquistati in leasing, per attrezzature non ammortizzabili e quelle relative a investimenti effettuati prima della presentazione della domanda.

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