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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
OTTOBRE 2004
 

UNIONE DI AVELLINO - Home Page
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LAVORARE INSIEME CON PASSIONE
CREARE FIDUCIA NELLE IMPRESE

CAPITALISMO, UNA SVOLTA POSSIBILE
“PADRONI D’ITALIA” APPRODA AD AVELLINO

L’ITALIA CHE GALLEGGIA
manca lA TENSIONE morale

LAVORARE INSIEME CON PASSIONE
CREARE FIDUCIA NELLE IMPRESE
Compito dei Giovani Imprenditori irpini è allargare l’area del consenso


Salvatore Amitrano
Presidente Gruppo Giovani Imprenditori
Unione Industriali Avellino
salvatore.amitrano@pasell.it

 

La relazione programmatica d'inizio del mio mandato quale Presidente dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali della Provincia di Avellino presentava dei punti fermi nei quali credo fermamente e ai quali ognuno di noi dovrebbe ispirarsi: la trasparenza, la lealtà, la fiducia, il rispetto delle regole. Ritengo che noi Giovani Imprenditori dobbiamo seguire, nell'agire quotidiano, tali valori per essere i veri attori dello sviluppo economico del nostro Paese ma soprattutto i protagonisti della vita economica e sociale del territorio che rappresentiamo. Lo scenario irpino, in questi ultimi anni, si è ulteriormente complicato in quanto su di esso ha pesato non solo la negativa congiuntura economica internazionale ma soprattutto una politica governativa che, se da un lato ha il merito di aver introdotto riforme sostanziali del mercato del lavoro e del diritto societario, ha relegato il Mezzogiorno ad un ruolo marginale, non conferendogli la centralità necessaria per il recupero della piena competitività del sistema Paese. Inoltre non sono stati individuate serie prospettive nell'utilizzo reale e proficuo delle risorse comunitarie soprattutto nel settore della ricerca e della formazione: le uniche leve per la crescita delle nostre imprese. La formazione, di cui abbiamo la delega dell'Unione, sarà al centro del nostro lavoro: continueremo a lavorare con le organizzazioni scolastiche per guidare e ottimizzare la formazione dei ragazzi delle scuole, orientata a un mondo lavorativo in continua evoluzione. Il nostro lavoro non si ferma alla scuola media superiore ma deve rivolgersi al rapporto con il mondo accademico. Negli anni passati si è consolidato il rapporto con l'Università, rapporto che deve diventare sinergico per diffondere e sviluppare nelle nostre imprese l'innovazione e la ricerca. Ognuno di noi, nella propria attività, tutti i giorni si adopera per migliorare e sviluppare le attività aziendali: l'Università può e deve aiutarci a sistematizzare le iniziative che sono legate, molto spesso, all'intuizione e all'esperienza del singolo. Le attività di ricerca e il rapporto tra Università e impresa devono decollare, non importa se la spinta ha origine da una parte o dall'altra, è importante che questo rapporto diventi naturale e consolidato se vogliamo competere sui mercati globali sempre più competitivi. L'apertura dei mercati e la competizione con le altre imprese ci hanno portato ad una situazione economica nella quale i valori che hanno sempre guidato la nostra vita sono messi in discussione. Su queste qualità, sulla capacità di realizzare profitto attraverso lo sviluppo sociale ed economico di tutti gli interlocutori deve fondarsi la nostra attività. Riuscire ad essere competitivi e resistere sul mercato deve conciliarsi con il rispetto delle regole, la salvaguardia dell'ambiente, il benessere dei lavoratori, la soddisfazione dei clienti. La strada da tracciare è ardua ma sono convinto che i frutti di questo lavoro si raccolgono se i semi sono sani. Stiamo attraversando un cambiamento culturale; nelle imprese italiane assistiamo ad un passaggio generazionale, noi giovani rivestiamo sempre più ruoli fondamentali e dobbiamo essere pronti e preparati.
Il confronto è su un livello diverso, i nostri interlocutori, interni ed esterni alle imprese, sono sempre più appartenenti a culture e religioni differenti: questo può e deve diventare una risorsa per noi giovani. Dalla capacità di sviluppare queste risorse, di trasferire lo "stile italiano" di fare impresa anche al di fuori del nostro territorio dipende la nostra crescita. Il nostro è un ruolo fondamentale, il dinamismo culturale e il gene dell'innovazione insito in noi possono diventare il differenziale che ci permette di adeguarci ai repentini cambiamenti del mercato e di guardare al futuro con ottimismo. Si impone, quindi, un diverso modo di operare: dobbiamo esprimere un nuovo spirito propositivo e assumerci la responsabilità di infondere fiducia nel sistema impresa, che oggi è ancora visto, nella società civile, come elemento negativo e distruttivo. In questa ottica, rilevante è la "pedagogia imprenditoriale" espressa da Montezemolo, che si esplicita nel concetto del "fare squadra" in quanto nell'economia moderna, fatta di sistemi, i risultati si ottengono solo se si modifica la prassi imprenditoriale a favore di accordi sempre più innovativi tra i diversi attori del sistema Paese. Abbiamo lavorato negli ultimi anni per diffondere, a partire dall'Associazione, questi temi e continueremo a farlo per creare le prospettive di una crescita delle nostre imprese e del territorio in cui operano. L'innovazione è dunque anche nel modo di fare impresa e diventa un punto focale dello sviluppo intendendo per tale anche la capacità di saper introdurre nel territorio, o in un contesto aziendale, un livello di combinazione dei fattori esistenti che sappia realizzare il "nuovo" partendo dall'esistente. In questo senso la riforma federale, se correttamente rivisitata sull'esempio degli errori commessi, potrebbe essere un passo importante per aiutarci a favorire il rilancio del Meridione. Dobbiamo avere, con certezza e chiarezza di competenze, gli strumenti con i quali possiamo favorire lo sviluppo di un rapporto sano e semplificato tra le imprese e il territorio. Nel rapporto con il territorio, nella consapevolezza che la competizione è tra "sistemi organizzati" il nostro modus operandi ci ha posto in una posizione dialettica con i diversi attori dello sviluppo allo scopo di ricercare la più ampia collaborazione per esprimere tutte le potenzialità di crescita latenti. Alla base del nostro agire c'è l'idea di una "nuova impresa" che si pone in rapporto sinergico con il territorio dal quale riceve stimoli, condizioni e conferme per affrontare le sfide sempre più complesse della globalizzazione, e al quale intende restituire sviluppo economico e sociale. L'Associazione in questi anni ha adottato un comportamento propositivo, che ci consentirà di essere un punto di riferimento forte di ogni azione dello sviluppo: in questo scenario noi giovani imprenditori siamo parte fondamentale della classe dirigente del territorio, con tutto ciò che ne consegue, soprattutto in termini di responsabilità. Nelle nostre attività vogliamo confermare questa nostra visione, rinnovare il nostro impegno proponendo azioni innovative, aggiornare la nostra analisi sulle prospettive alla luce del confronto con gli altri, individuare sempre nuove linee operative. Credo che in tal senso sono fondamentali la condivisione e il confronto: i nostri convegni nazionali, come quello che si terrà a Capri in ottobre, sono non solo l'occasione per illustrare le attività svolte e le nostre idee, nonché le prospettive individuate, ma soprattutto rappresentano la sede ideale per il confronto con gli esponenti dell'imprenditoria, delle istituzioni, della politica e delle rappresentanze sociali. Recepire le istanze della società, sederci allo stesso tavolo e trovare insieme le soluzioni sono il modello di "governance" che da anni ci siamo proposti di adottare per affrontare e risolvere i problemi locali con la testa rivolta a quelli globali. Tali incontri possono e devono favorire la corretta formulazione degli indirizzi e delle scelte che incideranno direttamente sulle prospettive di sviluppo futuro. Se siamo capaci di lavorare insieme la strada ci sembrerà molto più facile di quello che sembra.

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