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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
OTTOBRE 2004
 

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L’EDILIZIA ABITATIVA
INTERVENTI ECOCOMPATIBILI
La casa rimane un diritto insopprimibile dell’individuo

di Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it

L'edilizia abitativa costituisce uno dei settori più emblematici delle costruzioni attraverso il quale è possibile monitorare l'evoluzione del comparto e della realtà circostante: quello che più esprime, nel bene e nel male, il comune sentire verso il nostro settore, e anche quello che incarna le aspettative di una società che sempre meno riesce a trovare adeguati e concreti riscontri alle proprie esigenze. Ancor oggi, purtroppo, i nuovi insediamenti di edilizia residenziale, ma anche la realizzazione di un qualsiasi manufatto in cemento, vengono aprioristicamente concepiti come scempio o violazione di leggi urbanistiche. Con questo, ovviamente, non intendiamo giustificare chi simili abusi li compie davvero: vogliamo semplicemente stigmatizzare il fatto che troppo spesso, oserei dire costantemente e universalmente, la realizzazione di nuovi alloggi o costruzioni vengono sistematicamente vissuti, per responsabilità di ambientalisti sempre meno realisti e più sprovveduti, come una cementificazione, un danno irreparabile alla zona in cui avverrà l'intervento. Quest'accezione è purtroppo frutto di una mentalità politica ferma, poco aperta al confronto, non adeguatamente informata sui processi evolutivi che nell'arco di pochissimi anni hanno rivoluzionato il sistema delle costruzioni e dell'edilizia. Oggi anche i costruttori sanno, e perseguono questo sapere nel loro impegno quotidiano, che l'ambiente costituisce una risorsa incommensurabile e che proprio sul patrimonio storico, architettonico e naturalistico vanno realizzati progetti di rilancio e di sviluppo del territorio. Ma hanno imparato anche che questo non può fermare aprioristicamente il settore dell'edilizia. Sanno che oggi costruzioni e ambiente possono convivere, e anche felicemente, attraverso l'utilizzo di materiali ecocompatibili e pianificazioni progettuali che, lungi dallo stravolgere il territorio circostante, si inseriscono armoniosamente nel territorio senza determinare quegli impatti e scempi che in passato hanno prodotto danni irreparabili. È il confronto, insomma, la pianificazione progettuale congiunta tra l'intero comparto delle costruzioni e i vari organismi politicamente e amministrativamente preposti che può portare alla pianificazione di interventi non stravolgenti ma che perseguano con vigore ed energia il massimo delle potenzialità di sviluppo che esprime il territorio. È, purtroppo, proprio la mancanza di questo confronto che spesso determina i danni più gravi e gli effetti più irreparabili per l'ambiente circostante. Se gli interventi calano dall'alto, senza alcun preliminare confronto, producono sistematicamente danni irreparabili. Il settore dell'edilizia abitativa, dicevamo, incarna anche le aspettative di una società che sempre meno riesce a trovare adeguate e concrete risposte alle proprie esigenze. La casa, accanto al lavoro, costituisce un diritto insopprimibile dell'individuo: eppure in ampie parti del Paese questo diritto rimane un'enunciazione teorica che non trova riscontro non solo nei fatti, ma anche nell'impegno quotidiano delle varie amministrazioni politiche preposte, a livello centrale e locale. Oggi trovar casa è quanto mai difficoltoso soprattutto per le fasce di popolazione con reddito medio-basso: la provincia di Salerno, e segnatamente il comune capoluogo, costituiscono in tal senso un esempio emblematico, con quotazioni sia negli affitti che nelle vendite, che hanno raggiunto livelli talmente insostenibili da spingere migliaia di cittadini, e praticamente quasi tutte le giovani coppie, a emigrare in paesi circostanti, dove metter su casa è ancora un sogno realizzabile. Qualcosa di recente s'è mosso con l'individuazione soprattutto nella zona orientale di Salerno, attraverso il nuovo Piano Regolatore generale, di aree riservate all'edilizia residenziale: ma ritengo che vi siano ulteriori interventi, ancor più incisivi, da porre in essere per frenare questa corsa al rialzo delle quotazioni delle case. Questi ultimi probabilmente andrebbero concertati e risolti in un'ottica intercomunale o sovracomunale: il capoluogo ha ormai fagocitato paesi e frazioni circostanti, ed è limitativo pensare a una pianificazione per singole aree e zone. I programmi di edilizia abitativa andrebbero quindi concertati tra i vari comuni in un'ottica metropolitana, onde evitare che si determinino poi, come pure spesso è avvenuto soprattutto nelle grandi metropoli, fenomeni di migrazione non controllati o controllabili, disarmoniosi tra i vari comuni, con svariati problemi consequenziali a partire dalle infrastrutture di svago, intrattenimento e mobilità, fino ai trasporti. Andrebbe inoltre pianificato uno sviluppo funzionale per le singole aree del territorio cittadino, separando le zone riservate al terziario e agli uffici da quelle per civili abitazioni. Un modo, questo che magari consentirebbe di tener fuori le famiglie da quella corsa al rialzo che in vaste zone della città, penso ad esempio al Corso Garibaldi o al Corso Vittorio Emanuele, è stata in buona parte determinata da professionisti e tecnici desiderosi di un'ubicazione così strategica per le proprie attività. Ci sono, infine, anche interventi di sostegno, adeguati e incisivi, da porre in essere per aiutare soprattutto le giovani coppie a sottrarsi a quel vero e proprio strozzinaggio che è il mercato degli affitti. Non basta l'abbattimento dei tassi d'interesse per la prima casa, come pure non sono sufficienti assolutamente le politiche di sostegno che, pur aiutando concretamente i più deboli, attualmente lasciano "scoperta" la stragrande maggioranza della popolazione. Occorre quindi estendere questi benefici anche ai ceti medi che del resto, nella maggioranza dei casi, accendendo mutui vedono svanire buona parte del loro reddito. Ma la prima casa deve godere anche di ulteriori forme di sostegno, tanto per l'acquisto quanto per la ristrutturazione. Penso a mutui erogati direttamente dallo Stato a tassi d'interesse particolarmente agevolati: mi riferisco ad abbattimenti della fiscalità per la prima casa; a drastiche riduzioni, se non a un abbattimento totale dell'Ici. Misure sulla cui copertura economica certo occorrono impegni e strategie di non facile pianificazione, ma assolutamente necessari se vogliamo che la casa non divenga, in barba alle prerogative costituzionali e come purtroppo in molte parti del territorio è già avvenuto, un privilegio per pochi fortunati.

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