L’EDILIZIA ABITATIVA
INTERVENTI ECOCOMPATIBILI
La casa rimane un diritto insopprimibile dell’individuo
di
Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it
L'edilizia
abitativa costituisce uno dei settori più emblematici
delle costruzioni attraverso il quale è possibile
monitorare l'evoluzione del comparto e della realtà circostante:
quello che più esprime, nel bene e nel male, il comune
sentire verso il nostro settore, e anche quello che incarna
le aspettative di una società che sempre meno riesce
a trovare adeguati e concreti riscontri alle proprie esigenze.
Ancor oggi, purtroppo, i nuovi insediamenti di edilizia residenziale,
ma anche la realizzazione di un qualsiasi manufatto in cemento,
vengono aprioristicamente concepiti come scempio o violazione
di leggi urbanistiche. Con questo, ovviamente, non intendiamo
giustificare chi simili abusi li compie davvero: vogliamo
semplicemente stigmatizzare il fatto che troppo spesso, oserei
dire costantemente e universalmente, la realizzazione di
nuovi alloggi o costruzioni vengono sistematicamente vissuti,
per responsabilità di ambientalisti sempre meno realisti
e più sprovveduti, come una cementificazione, un danno
irreparabile alla zona in cui avverrà l'intervento.
Quest'accezione è purtroppo frutto di una mentalità politica
ferma, poco aperta al confronto, non adeguatamente informata
sui processi evolutivi che nell'arco di pochissimi anni hanno
rivoluzionato il sistema delle costruzioni e dell'edilizia.
Oggi anche i costruttori sanno, e perseguono questo sapere
nel loro impegno quotidiano, che l'ambiente costituisce una
risorsa incommensurabile e che proprio sul patrimonio storico,
architettonico e naturalistico vanno realizzati progetti
di rilancio e di sviluppo del territorio. Ma hanno imparato
anche che questo non può fermare aprioristicamente
il settore dell'edilizia. Sanno che oggi costruzioni e ambiente
possono convivere, e anche felicemente, attraverso l'utilizzo
di materiali ecocompatibili e pianificazioni progettuali
che, lungi dallo stravolgere il territorio circostante, si
inseriscono armoniosamente nel territorio senza determinare
quegli impatti e scempi che in passato hanno prodotto danni
irreparabili. È il confronto, insomma, la pianificazione
progettuale congiunta tra l'intero comparto delle costruzioni
e i vari organismi politicamente e amministrativamente preposti
che può portare alla pianificazione di interventi
non stravolgenti ma che perseguano con vigore ed energia
il massimo delle potenzialità di sviluppo che esprime
il territorio. È, purtroppo, proprio la mancanza di
questo confronto che spesso determina i danni più gravi
e gli effetti più irreparabili per l'ambiente circostante.
Se gli interventi calano dall'alto, senza alcun preliminare
confronto, producono sistematicamente danni irreparabili.
Il settore dell'edilizia abitativa, dicevamo, incarna anche
le aspettative di una società che sempre meno riesce
a trovare adeguate e concrete risposte alle proprie esigenze.
La casa, accanto al lavoro, costituisce un diritto insopprimibile
dell'individuo: eppure in ampie parti del Paese questo diritto
rimane un'enunciazione teorica che non trova riscontro non
solo nei fatti, ma anche nell'impegno quotidiano delle varie
amministrazioni politiche preposte, a livello centrale e
locale. Oggi trovar casa è quanto mai difficoltoso
soprattutto per le fasce di popolazione con reddito medio-basso:
la provincia di Salerno, e segnatamente il comune capoluogo,
costituiscono in tal senso un esempio emblematico, con quotazioni
sia negli affitti che nelle vendite, che hanno raggiunto
livelli talmente insostenibili da spingere migliaia di cittadini,
e praticamente quasi tutte le giovani coppie, a emigrare
in paesi circostanti, dove metter su casa è ancora
un sogno realizzabile. Qualcosa di recente s'è mosso
con l'individuazione soprattutto nella zona orientale di
Salerno, attraverso il nuovo Piano Regolatore generale, di
aree riservate all'edilizia residenziale: ma ritengo che
vi siano ulteriori interventi, ancor più incisivi,
da porre in essere per frenare questa corsa al rialzo delle
quotazioni delle case. Questi ultimi probabilmente andrebbero
concertati e risolti in un'ottica intercomunale o sovracomunale:
il capoluogo ha ormai fagocitato paesi e frazioni circostanti,
ed è limitativo pensare a una pianificazione per singole
aree e zone. I programmi di edilizia abitativa andrebbero
quindi concertati tra i vari comuni in un'ottica metropolitana,
onde evitare che si determinino poi, come pure spesso è avvenuto
soprattutto nelle grandi metropoli, fenomeni di migrazione
non controllati o controllabili, disarmoniosi tra i vari
comuni, con svariati problemi consequenziali a partire dalle
infrastrutture di svago, intrattenimento e mobilità,
fino ai trasporti. Andrebbe inoltre pianificato uno sviluppo
funzionale per le singole aree del territorio cittadino,
separando le zone riservate al terziario e agli uffici da
quelle per civili abitazioni. Un modo, questo che magari
consentirebbe di tener fuori le famiglie da quella corsa
al rialzo che in vaste zone della città, penso ad
esempio al Corso Garibaldi o al Corso Vittorio Emanuele, è stata
in buona parte determinata da professionisti e tecnici desiderosi
di un'ubicazione così strategica per le proprie attività.
Ci sono, infine, anche interventi di sostegno, adeguati e
incisivi, da porre in essere per aiutare soprattutto le giovani
coppie a sottrarsi a quel vero e proprio strozzinaggio che è il
mercato degli affitti. Non basta l'abbattimento dei tassi
d'interesse per la prima casa, come pure non sono sufficienti
assolutamente le politiche di sostegno che, pur aiutando
concretamente i più deboli, attualmente lasciano "scoperta" la
stragrande maggioranza della popolazione. Occorre quindi
estendere questi benefici anche ai ceti medi che del resto,
nella maggioranza dei casi, accendendo mutui vedono svanire
buona parte del loro reddito. Ma la prima casa deve godere
anche di ulteriori forme di sostegno, tanto per l'acquisto
quanto per la ristrutturazione. Penso a mutui erogati direttamente
dallo Stato a tassi d'interesse particolarmente agevolati:
mi riferisco ad abbattimenti della fiscalità per la
prima casa; a drastiche riduzioni, se non a un abbattimento
totale dell'Ici. Misure sulla cui copertura economica certo
occorrono impegni e strategie di non facile pianificazione,
ma assolutamente necessari se vogliamo che la casa non divenga,
in barba alle prerogative costituzionali e come purtroppo
in molte parti del territorio è già avvenuto,
un privilegio per pochi fortunati.
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