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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
OTTOBRE 2004
 

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PROGRAMMARE IL FUTURO
LE CARTE VINCENTI DEGLI IMPRENDITORI SANNITI

AMBIENTI ABITATIVI COMUNICANTI
LE promesse DELLA DOMOTICA

PROGRAMMARE IL FUTURO
LE CARTE VINCENTI DEGLI IMPRENDITORI SANNITI
Un gruppo coeso che uniforma i propri comportamenti ai principi di etica gestionale

di Francesca Zamparelli

Carlo Varricchio
Presidente Giovani Imprenditori
Confindustria Benevento
gruppogiovani@unionebn.it


Entusiasta dello spirito di collaborazione che anima il suo gruppo di lavoro, il Presidente dei G.I. di Confindustria Benevento Carlo Varricchio, ci ha illustrato lo stato dei progetti promossi nel corso del suo mandato.

Nel Convegno di Santa Margherita Ligure il nostro Paese è stato presentato come una "piramide rovesciata", vecchia e immobile. Quale è la strada per dare nuova linfa all'economia?
Le tesi emerse nel Convegno di Santa Margherita Ligure sono state di grande interesse, centrando appieno la situazione che vive oramai da tempo il nostro Paese. Che continui a mancare, come è accaduto anche con i precedenti Governi, un vero vertice capace di indirizzare, anche attraverso decisioni impopolari ma necessarie, il nostro Paese è, purtroppo, un dato di fatto. Ancora oggi navighiamo a vista, si adotta una strategia e puntualmente la si cambia in corso d'opera sotto la spinta di interessi di parte. Manca il coraggio di decidere e soprattutto di trasformare le scelte in atti concreti, di governo e di indirizzo. Da qui la giusta rappresentazione di una piramide rovesciata, vecchia e immobile che rappresenta un Paese nel quale le decisioni sono assunte da un vertice inesistente perché condizionato da una base complessa e articolata che impone la tutela di una miriade di interessi settoriali; un Paese che ancora oggi ha una struttura burocratica obsoleta, lenta, condizionante, che ritarda qualunque processo di crescita. è necessario mettere al centro dell'azione del Governo una reale strategia e un concreto progetto di politica economica. Sono ormai decenni che non vi è più un vero progetto di programmazione economica e finanziaria del Paese. Bisogna risalire ai vari La Malfa, Pieraccini, Spadolini, per ritrovare qualche serio tentativo di programmazione economica in grado di individuare le strategie e mettere a disposizione le risorse per realizzare progetti, dando certezze agli operatori economici. È compito di noi Giovani Imprenditori indirizzare le nostre aziende per garantire loro la giusta crescita. Per farlo c'è bisogno del sostegno dello Stato che investa sul futuro delle nostre attività imprenditoriali. Occorre guadagnare fiducia ed è dovere precipuo di chi governa garantirla. Un Paese che non programma il proprio avvenire non ha domani e se non dà sostegno alla gente non ne riceverà mai per il suo sistema.
Fare squadra è, secondo il Presidente Montezemolo, il vero elemento di forza del Sistema Confindustriale. Ma la coesione da sola basta?
Condivido pienamente questo principio perché ritengo che la coesione sia il pilastro fondante del nostro sistema. Ovviamente mi riferisco alla coesione che si fonda su progetti concertati, condivisi e supportati. Questa, tuttavia, può rappresentare soltanto uno degli elementi portanti del sistema Confindustriale. Ad essa, infatti, si devono aggiungere dei programmi ben definiti e condivisi che consentano una ripresa del tessuto economico del nostro Paese. Ritengo, inoltre, che sia fondamentale porsi in modo propositivo rispetto alle linee programmatiche del nuovo leader di Confindustria, pronti però a contrapporsi laddove le politiche intraprese non siano coerenti con gli obiettivi individuati, altrimenti la coesione si sfalda e il concetto degrada a slogan vuoto di contenuti. Confindustria è la casa delle imprese e deve sforzarsi di essere sempre più forte, rappresentativa e coesa, ma soprattutto pronta ad agire nell'interesse del sistema economico.
Quali sono i valori della classe dirigente del futuro?
Al primo posto collocherei il forte senso di Paese in quanto ritengo che fare sistema sia fondamentale. Per quanto riguarda il ruolo che dobbiamo svolgere noi imprenditori, credo sia indispensabile assumere la consapevolezza del valore sociale dell'impresa e, quindi, uniformare i comportamenti a principi di etica gestionale. Noi Giovani Imprenditori abbiamo la responsabilità di sostenere le politiche di crescita del sistema econo- mico, creare ricchezza, dare un futuro alle nuove generazioni.
Uno dei punti cardine delle attività dei Giovani Imprenditori è la collaborazione continua con l'Università.
È la carta vincente del nostro movimento. Soltanto tramite una stretta collaborazione tra queste due realtà si dà vita ad un sistema forte. I nuovi saperi sono la linfa vitale che alimenta i sistemi produttivi e gestionali. Questo connubio produce innovazione e rilancia la competitività. Sicuramente c'è ancora molto da fare soprattutto sul piano di una concreta istituzionalizzazione del rapporto. Importanti risultati sono già stati conseguiti, basti pensare alle nuove facoltà e indirizzi avviati e al miglioramento qualitativo e professionale dei ragazzi che oggi collaborano con le imprese. Il nostro movimento ha da sempre sostenuto la collaborazione con il mondo universitario, proprio perché innovazione e ricerca rappresentano gli elementi primari per la competitività delle nostre imprese.
Quali i progetti del vostro Gruppo nell'immediato?
Sono alla fine del mio primo mandato e con soddisfazione posso affermare, anche grazie alla collaborazione di un'ottima squadra di amici che non mi hanno mai fatto mancare la loro collaborazione, di avere realizzato le linee programmatiche con ottimi risultati. Abbiamo soprattutto concentrato il nostro impegno nei rapporti con il mondo della scuola secondaria e avviato una proficua collaborazione con l'Università. In questa fase stiamo completando un progetto ad alto contenuto sociale. In collaborazione con un'associazione onlus di volontariato abbiamo dato vita ad una banca dati per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro di soggetti svantaggiati. Inoltre, dovrebbero partire alcuni corsi di formazione indirizzati a ragazzi meno fortunati e costruiti in base alle esigenze di alcune imprese che hanno ottimamente risposto alla nostra sollecitazione. Il progetto prevede anche l’esternalizzazione di alcune fasi di produzione affidate a cooperative di giovani disagiati. Ne sono davvero soddisfatto perché rappresenta un modo concreto per testimoniare quella solidarietà che spesso è solo enunciata.


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