PROGETTUALITÀ E INVESTIMENTI
PER UN TURISMO COMPETITIVO
Dal Cilento alla Costiera Amalfitana occorre fare sistema
Ugo Picarelli
Presidente Gruppo Turismo Assindustria Salerno
leadersas@tin.it
Turismo
in crisi a casa nostra? Si, certo, perché non abbiamo favorito la crescita
del nostro territorio attraverso lo sviluppo sostenibile di questa straordinaria
risorsa, che poi nel caso della nostra provincia è patrimonio dell'umanità (vedi
i riconoscimenti Unesco). Turismo in crisi nel mondo? No, in quanto l'OMT, Organizzazione
Mondiale del Turismo, attesta per la stagione estiva un incremento del 4%. Nel
primo semestre 2004, rispetto allo stesso periodo 2003, riscontriamo in Inghilterra
un +13% di turisti dall'estero, in Germania un +5,5% di prenotazioni alberghiere,
negli Stati Uniti un +17% di visitatori internazionali, in Spagna un +2,2% di
turisti stranieri. In provincia di Salerno la crisi parte da lontano, non ha
solo cause congiunturali ma è di natura strutturale. Risultano poco influenti
gli investimenti pubblici (Palinuro express, incentivi per i tour operator russi,
promozione turistica e tanto altro ancora) se di fatto la viabilità e
l'accessibilità risultano essere un ostacolo per i pochi imprenditori
turistici che fanno incoming. Ogni anno solo a pochi giorni dalla Pasqua viene
varata l'ordinanza che regola il transito sulla statale costiera amalfitana.
La costiera vive senza trovare soluzione a questo ormai annuale problema che
riflette gli interessi contrastanti tra commercio e turismo, alimentati nel tempo
da amministratori attratti dal voto elettorale e non dalla crescita della propria
comunità. Ma l'uno non può esistere senza l'altro e il turismo
oggi più che mai è un sistema che annovera componenti vitali quali
la ristorazione, l'industria del divertimento, i beni culturali. Raccapricciante
la relazione redatta dalla Capitaneria di Porto che mette in luce l'inadeguatezza
e la carenza degli impianti di depurazione in una costiera amalfitana che ha
nel mare il suo primario patrimonio: queste responsabilità dovrebbero
determinare una presa di coscienza da parte degli operatori turistici a chiedere
le dimissioni agli amministratori locali che hanno badato solo a governare la
quotidianità senza alcuna capacità di pensare lo sviluppo in termini
di sostenibilità. La nostra vocazione turistica non può consentire
alle località mature e note al turismo internazionale di sottrarsi alla
competitività e, se la crisi ancora non coinvolge l'offerta alberghiera
di lusso, ci chiediamo per quanto ancora tali ambite strutture continueranno
a soddisfare i propri clienti. Ecco perché la nostra offerta alberghiera
in generale non riesce a decollare ma paga l'essere protagonista in negativo
di un sistema debole, cui si aggiungono altri fattori: da una parte la ricettività del
comparto turistico è perdente in fatto di Iva al 10% superiore a quella
di altri competitori stranieri (dal 3 al 5%), di costo del lavoro, di lentezze
burocratiche relative agli incentivi sugli investimenti, di vincoli paesaggistici
datati che non consentono celeri e coerenti ammodernamenti, di legislazioni affrettate
su bed & breakfast e agriturismi, di controlli inesistenti sugli stessi e
sugli affittacamere che operano al di fuori delle regole in un panorama di concorrenza
sleale; dall'altra é carente in termini di aggiornamento professionale
e formazione, qualità del servizio, livello dei prezzi e risulta datata
sia per gestione familiare che per struttura. Nel Cilento lo sviluppo non riesce
a decollare perché la carenza infrastrutturale fa la differenza: aeroporto,
rete stradale, collegamenti ferroviari, portualità sono da sempre problemi
irrisolti e le progettualità legate all'area del Parco Nazionale disattese,
con le giovani generazioni destinate a non poter cogliere le opportunità che
gli strumenti comunitari e statali hanno dato all'Ente Parco. Molti purtroppo
non riescono a concepire il turismo quale primaria risorsa di occupazione, nonostante
gli ultimi dati Istat ci ricordino che la provincia ha un tasso di disoccupazione
del 15%. Per non parlare di un altro scempio della stessa portata dell'inquinamento
marino: l'immondizia lungo la litoranea di Pontecagnano, Eboli, Paestum, l'abbandono
e la sporcizia nei pressi delle aree dei beni culturali sono sotto gli occhi
di tutti e i nostri amministratori ci dicano almeno quale percorso dobbiamo consigliare
ai nostri ospiti dal momento che non c'è alcuna volontà di superare
questo problema che desta l'interesse solo delle principali testate internazionali
con una ricaduta di immagine in negativo che penalizza poi ogni nostra promozione.
I trend negativi, poi, vengono colti in ritardo o nemmeno considerati. A nessun
operatore culturale o amministratore locale interessa il fatto che il Museo Archeologico
Nazionale di Paestum abbia avuto un calo di presenze di circa 30.000 visitatori
nel 2003 rispetto all'anno precedente, quando nel Mezzogiorno i musei archeologici
di Napoli, Palermo, Agrigento hanno presentato un aumento di circa il 25%. Invece
occorrerebbe guardare al patrimonio culturale come volano di sviluppo per rilanciare
l'economia, un sempre più grande affare per le piccole e medie città del
Nord, mentre al Sud la scommessa culturale rimane sospesa. Inoltre, tra i tanti
investimenti destinati ad attirare turismo, quello sulla cultura alla fine si
rivela tra i meno costosi. Un'ultima riflessione sulla città capoluogo
della nostra provincia turistica va fatta, per non deludere quanti, colti dalla
calura di agosto, hanno dibattuto nelle vesti di esperti di marketing turistico.
Mi auguro che rimasti soli in città a vivere la nostra Salerno si siano
lasciati andare al rimpianto di non essere riusciti a fare meglio attraverso
il loro impegno. Lasciamo lavorare quanti da tempo si stanno impegnando per dare
un’identità turistica alla Città che può crescere
solo con il contributo di tutti, quello fattivo di investimenti, di scelte coerenti
e non sovradimensionate, del camminare insieme. Rivitalizziamo il centro storico
dando una destinazione alberghiera agli "edifici mondo", esclusivamente
del tipo ostello o chambres francesi, partendo dalla considerazione che il turismo
giovanile e la domanda turistica a bassa capacità di spesa pongono Salerno
ad essere ambita per la sua posizione baricentrica alle due coste e a tanti attrattori.
Agli amministratori l'impegno immediato di convocare le organizzazioni del settore
che possono dare significativi contributi solo per il fatto che conoscono il
mercato. A noi operatori il doveroso compito di farci trovare pronti per accompagnare
questa crescita in termini di progettualità, qualità del servizio
e rispetto delle regole. Iniziamo noi a dare il nostro esempio, perché gli
uomini, non le case, fanno la città.
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