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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
OTTOBRE 2004
 

assafrica & mediterraneo - Home Page
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DA MALTA A CASERTA
ACCELERARE L’INTEGRAZIONE ECONOMICA
Le aziende italiane nel percorso verso la Charta Euromediterranea d’Impresa

Pier Luigi d’Agata
Direttore Generale Assafrica & Mediterraneo
direzione@assafrica.it

 

Un imprenditore si aspetta da un'associazione industriale che dia servizi e supporto alle aziende che ne fanno parte: così deve essere. Ma questo non è il solo mestiere che essa sa e deve fare. A monte dell'attività operativa di servizio alle imprese c'è un sottile, complesso e poco visibile lavorio di azione strategica e politica, per essere presenti nei processi decisionali a livello nazionale e internazionale e orientare le decisioni nell'interesse dello sviluppo delle imprese e nell'ottica di supporto ai singoli associati per le loro problematiche specifiche. Un felice intreccio ha fatto della Campania il centro di una serie di eventi destinati a modificare i rapporti - e quindi il business - tra gli imprenditori delle sponde Nord e Sud del Mediterraneo. É a Napoli che nel dicembre dell'anno scorso è nata la Fondazione Euromediterranea per il Dialogo fra le culture ed è Caserta la città prescelta per la V Conferenza Euro-mediterranea dei Ministri dell'Industria, fissata per il 3 e 4 ottobre 2004 a San Leucio. Non si tratta solo di eventi politici dell'Unione Europea ma di un vero e proprio momento di re-start dello Spazio Euromediterraneo e, per la business community, della Zona euromediterranea di libero scambio verso un Mercato unico integrato 2010. UNICE e UMCE, le due Federazioni che rappresentano rispettivamente gli imprenditori dei 28 Paesi europei della sponda Nord e quelli dei 10 della sponda Sud, hanno dato voce congiuntamente alle concrete esigenze delle aziende per l'effettiva realizzazione dello Spazio Economico Euromediterraneo 2010 che finora ha segnato il passo, esprimendo ai Ministri il proprio accordo al testo di una Charta Euromediter-ranea delle imprese. Allo stato attuale soltanto l'1,5% degli investimenti europei vanno verso la sponda Sud, a fronte di un fabbisogno incomparabilmente superiore, e occorrerà creare almeno 34 milioni di posti di lavoro per equiparare il tasso di disoccupazione con la sponda Nord. In questo contesto, la promozione degli investimenti resta una condizione essenziale per lo sviluppo dei Paesi mediterranei ma questo processo a sua volta non si attiverà senza l'effettiva realizzazione della Zona di libero scambio euromediterranea, che da parte dei paesi della sponda Sud richiede reali riforme economiche e sociali. Assume perciò particolare rilievo l'incisività dell'azione di rappresentanza imprenditoriale al momento della definizione delle esigenze e degli strumenti per soddisfarle. Cinque punti sono emersi dai lavori preparatori congiunti di UMCE e UNICE a conclusione del Progetto UNIMED 2 a Bruxelles nello scorso luglio, cui Assafrica & Mediterraneo ha partecipato attivamente:
- accelerare il processo di integrazione economica tra le due sponde del Mediterraneo, realizzando le riforme necessarie per un pieno sviluppo delle attività d'impresa;
- rafforzare l'armonizzazione dei quadri regolamentari dei Paesi Sud-mediterranei con quelli europei, per affrontare insieme la globalizzazione e la concorrenza mondiale in quanto partner privilegiati dell'Unione Europea;
- realizzare una stretta integrazione sud-sud, con una forte apertura delle frontiere tra Paesi sud-mediterranei e progetti di infrastrutture comuni, per ampliare i mercati per le imprese locali e miste;
- re-orientare il Programma MEDA (e rifinanziarlo adeguatamente per il periodo 2007/2013) verso il settore privato anche alla luce della nuova Politica armonizzata U.E. per i Paesi limitrofi;
- dare priorità alla promozione degli investimenti, prevedendo anche maggiore flessibilità delle procedure di sostegno finanziario europeo alle imprese e integrandole con servizi di consulenza qualificata e finanziari.
Assafrica & Mediterraneo ha più volte portato avanti, sin dall'ultimo Convegno Biennale dei G.I. di Caserta e nella "Charta di Salerno", messa a punto in accordo con le Amministrazioni locali e inviata al Presidente del Consiglio Berlusconi nella primavera del 2002, una serie di proposte e sollecitazioni, confluite nel recente Position Paper per il Mediterraneo, trasmesso al Presidente di Confindustria Montezemolo come contributo per la preparazione del suo programma di Presidenza (la versione integrale del Position Paper è pubblicata sulla Newsletter - Edizione Speciale 2004 e consultabile on line sul Portale www.assafrica.it). Centralità geografica dell'Italia nel Mediterraneo e infrastrutture trans-mediterranee ma anche una politica estera italiana nell'area, più adeguata alla difesa delle imprese e comprendente politiche dell'energia, dell'ambiente e dell'immigrazione, nell'ambito di un'azione globale per l'estero del Paese e non di singole politiche estere gestite per competenza settoriale dai vari Ministeri, interazione Banca-Impresa, partecipazione agli appalti pubblici nei Paesi del Mediterraneo e ruolo delle Università, cooperazione allo sviluppo non solo come solidarietà ma anche come rafforzamento dell'Immagine Italia, sono i punti fermi della Posizione di Assafrica & Mediterraneo per le imprese che già lavorano nei paesi dello Spazio Euromediterraneo o che sono interessate a operarvi. Era quindi fondamentale nella primavera del 1996 essere presenti a Malta, allora insieme a Confindustria, nel momento in cui prese avvio il processo, quasi visionario per l'epoca, di creazione di un Forum imprenditoriale euro-mediterraneo che ha poi portato alla nascita dell'UMCE. Allo stesso modo è oggi fondamentale evidenziare a Caserta, quale Associazione autonoma e centro di competenza specialistica del Sistema confederale per l'attività delle imprese italiane nell'area, una serie di nodi centrali. Vincere la sfida della globalizzazione e l'emergente concorrenza cinese senza rinunciare fortemente all'esteso livello di benessere economico-sociale realizzato nei decenni scorsi, è una sfida ardua anche per una Unione Europea allargata: uno spazio unico euromediterraneo integrato, di oltre 700 milioni di persone, ricco di materie prime, know-how e forza lavoro, ha i necessari requisiti per vincere tale sfida, rallentando nel contempo le forti migrazioni prevedibili nei prossimi decenni da sud a nord attraverso il Mediterraneo. Paesi come Turchia, Tunisia e Marocco hanno già messo in atto numerose riforme ma è necessario che anche gli altri Paesi si impegnino maggiormente a riforme più adeguate per un clima propizio agli investimenti privati interni ed esteri. Gli interventi pubblici nazionali, comunitari e internazionali vanno maggiormente coordinati tra di loro dai soggetti erogatori e dai Paesi beneficiari, puntando sul collaudato modello dei Fondi strutturali per gli aiuti comunitari per sostituire o integrare il Programma MEDA e occorre incentivare Programmi sub-regionali sia per il Mediterraneo occidentale che per quello orientale, sia Sud-Sud che Nord-Sud. Valorizzare realmente il ruolo del Mezzogiorno come cuore del Mediterraneo - coinvolgendo imprese e Amministrazioni del nostro Sud in progetti per delocalizzazioni produttive e contemporaneamente per la creazione nel Mezzogiorno di Centri di formazione e addestramento per giovani dei Paesi sud-mediterranei - e collegamenti infrastrutturali tra le due Sponde è il messaggio di Assafrica & Mediterraneo ai Ministri dell'Industria dei 35 Paesi euromediterranei riuniti il 4 ottobre a Caserta per approvare la "Charta per le Imprese". Nel variegato mondo dei soggetti che a vario titolo operano per l'internazionalizzazione delle aziende italiane in questi nuovi mercati, sensibilità politica e visione generale sono gli elementi che fanno la differenza.

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