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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2004
 

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L’innovazione tecnologica
collaborazione tra UniversitÀ e Industria

SERVIZIO “OPERA”
AZIENDE E LAUREATI piÙ vicini

L’UNIVERSITÀ DEL DOPO RIFORMA
IL CORAGGIO DELLA RIPARTENZA

SOSTENERE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
TUTELA DELL’IDEA E DEL PATRIMONIO AZIENDALE

SOSTENERE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
TUTELA DELL’IDEA E DEL PATRIMONIO AZIENDALE
Nasce il progetto P.I.T.A. grazie al PST di Salerno, all’Ateneo di Salerno e a Intertrade

Angela Peduto
Responsabile Area Enti Innovazione e Networking
PST di Salerno e Aree Interne della Campania S.C.p.A.
apeduto@pstsa.it



Il 30 aprile 2001 il Ministero del Commercio con l'Estero, l'Istituto per il Commercio Estero e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, firmando un Accordo Quadro, hanno avviato alcune azioni strategiche per il rafforzamento del rapporto Università e Impresa. Con tale Accordo le parti intendevano sviluppare sinergie nel processo di internazionalizzazione offrendo un contributo concreto per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese, attraverso la costituzione di un asse in grado di mettere a fattor comune le diverse esperienze maturate tanto all'interno del sistema universitario quanto in quello imprenditoriale. In attuazione dell'Accordo Quadro, il Ministero per le Attività Produttive, nell’ottobre 2003, ha lanciato un bando per il cofinanziamento di progetti congiunti presentati da università singole o associate, in collaborazione con associazioni di imprese, distretti industriali, parchi scientifici e tecnologici, centri di ricerca pubblici e privati. Il progetto "Proteggere l'Idea e Tutelare il Patrimonio Aziendale" (per brevità P.I.T.A.) nasce in risposta al su menzionato bando dalla proficua collaborazione instaurata tra l'Università di Salerno, il PST di Salerno e delle Aree Interne della Campania S.C.p.A. e l'Intertrade - Azienda Speciale della C.C.I.A.A. di Salerno. P.I.T.A. rientra, di fatto, nella logica del processo di cooperazione euro-mediterraneo che, sviluppando attività di partenariato fra i diversi Paesi, punta a creare, a partire dal 2010, un'area di libero scambio nel bacino del Mediterraneo. Tra i partner, oltre al PST di Salerno e Intertrade, che su questi temi hanno aderito e stipulato un protocollo d'intesa, vi erano anche l'Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani, la Chamber of Commerce and Industry of Jasi - Romania, Orion Trade Service - Tunisia, POLFOR S.a.r.l.- Tunisia, Secrétariat d'Etat à la Recherche Scientifique et à la Technologie - Romania. P.I.T.A. attraverso l'assistenza, la promozione e l'informazione vuole essere uno strumento di sostegno per gli imprenditori. La presenza dell'industria italiana sui mercati esteri, infatti, risulta ancora prevalentemente legata al consueto modello di interscambio di beni e servizi. Un processo di internazionalizzazione, che vada invece oltre la formula import/export, è la carta vincente nelle future strategie aziendali; sia per il mantenimento e l'aumento delle quote di mercato, sia per la possibile riduzione dei costi di produzione e il miglioramento della competitività. Va però ricordato, come affermato anche dal Presidente di Confindustria Montezemolo in occasione della V Conferenza degli Ambasciatori d'Italia, che «insieme alla internazionalizzazione vanno promosse ricerca, innovazione e risorse, per le quali andrebbe elaborato un piano della durata decennale, e non anno per anno, creando le condizioni necessarie anche per attrarre investimenti dall'estero». Da qui deriva l'idea di sviluppare con il progetto P.I.T.A., un modello di intervento innovativo di cooperazione in grado di rafforzare la rete di relazioni commerciali e distributive della filiera agroalimentare e dei settori meccanica ed edilizia nell'Area dei Balcani e del Mediterraneo. Attraverso seminari paralleli e itineranti, momenti di scambio di best practices e stage informativo-formativi, il progetto P.I.T.A. intende migliorare la competitività delle imprese attraverso l'acquisizione di informazioni tecniche, giuridiche ed economiche in tema di proprietà industriale. La realizzazione delle molteplici iniziative previste vedrà un coinvolgimento di oltre trenta operatori economici. Momenti di informazione-formazione realizzati anche attraverso l'utilizzo dei moderni strumenti multimediali, si alterneranno a periodi di stage in aziende, presso Università, Parchi Scientifici e Tecnologici, Camere di Commercio e partner esteri. Il progetto si prefigge, inoltre, di creare un network telematico tra università, imprese e soggetti partner teso alla sperimentazione di nuove strategie di promozione sui mercati esteri. Proprio quest’ultimo sarà il contenitore attraverso il quale fornire, oltre che informazione, anche formazione a distanza sulle tematiche relative alla proprietà intellettuale. Il passaggio di informazioni e la strutturazione di un network telematico permanente garantirà inoltre lo scambio di buone prassi e l'ampliamento della conoscenza sui vincoli e le opportunità offerte alle aziende italiane nei mercati target. La trasmissione in tempo reale delle informazioni relative al cambiamento e/o all'abrogazione di leggi e regolamenti in tema di proprietà industriale ridurrà i rischi connessi a pratiche anticoncorrenziali cui sempre più spesso ricorrono i governi per creare barriere protezionistiche alla libera circolazione dei beni e di servizi, minando così i processi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Tra i risultati attesi oltre all'accrescimento delle competenze specialistiche di imprenditori, manager e tecnici in tema di processi di internazionalizzazione, la possibilità di accompagnare alcune imprese rumene, tunisine e italiane nella sperimentazione di nuove strategie per l'internazionalizzazione attraverso la realizzazione di accordi di cooperazione produttiva, tecnologica e commerciale e la creazione di joint-ventures. Le imprese partecipanti potranno avere un approccio diretto con il mercato internazionale sfruttando le opportunità di cooperazione economica e tutela dei beni intellettuali. La diffusione della proprietà intellettuale, in ambito internazionale, coinvolgerà paesi diversi per caratteristiche socio-economiche e posizione geografica, rispettando l'obiettivo di scambio di know-how tra gli imprenditori coinvolti. Questa condivisione di risorse potrà essere il fondamento strutturale di qualsiasi iniziativa durevole di internazionalizzazione, soprattutto per quei Paesi dell'Est europeo e del Mediterraneo presenti nel progetto. È inoltre ipotizzabile che, col tempo, grazie alle attività formative previste nel progetto, al trasferimento di know-how e di tecnologie, si arrivi a una modifica dei termini di scambio di taluni prodotti e comparti tale da originare nuove e sempre più paritarie attività promozionali tra i Paesi coinvolti. Un ruolo sicuramente significativo deriva dalla presenza nella rete di strutture di enti come le C.C.I.A.A. e le loro Aziende Speciali e i Parchi Scientifici e Tecnologici che possono aiutare le aziende a comprendere i fabbisogni tecnologici e formativi, quindi i limiti delle future new entry europee, innescando un circuito virtuoso che da un lato crei nuove opportunità di business per le imprese "occidentali" e dall'altro sostenga lo sviluppo di quelle dell'Est e del Mediterraneo.

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