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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2004
 

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costruzioni termomeccaniche
il sacro fuoco dell’innovazione

Tecniche di Verifica
I Metodi Formali

costruzioni termomeccaniche
il sacro fuoco dell’innovazione
Le strategie e le intuizioni di un imprenditore energico e determinato

di Francesca Zamparelli

 

 

 

 

 

 

Renato Pedicini
Amministratore Unico della CTM Termocamini srl

Incontriamo Renato Pedicini, Amministratore Unico e Direttore Amministrativo e Finanziario della CTM Termocamini srl, presso la sede produttiva di San Salvatore Telesino, che si estende su di un'area di 30.000 mq. Sin dalle prime battute è chiaro che ci troviamo di fronte un imprenditore entusiasta e lungimirante, dedito a far sì che la sua azienda si affermi con tenacia sul mercato di riferimento ma anche attento alle opportunità che possono derivare dall'impegno costante nella ricerca di soluzioni che soddisfino la clientela.

Cominciamo dalla storia dell'azienda e dalla descrizione della sua punta di diamante, il "termocamino ad acqua".
Costruzioni Termomeccaniche srl (in sigla CTM) è stata una delle prime società in ordine temporale a operare nell'ideazione e sviluppo del termocamino ad acqua. È nata, infatti, nel 1980 con una struttura artigianale, lanciando sul mercato questo originale e plurifunzionale prodotto che coniuga le più antiche e radicate tradizioni del focolare alle esigenze di riscaldamento domestico, arredo di interni abitativi e di-sponibilità di acqua calda per usi igienico-sanitari. Concettualmente, il funzionamento del termocamino è molto semplice: una caldaia ad acqua avvolge il piano di fuoco del caminetto; il calore prodotto dalla combustione della legna e dai fumi che da essa derivano viene utilizzato per elevare la temperatura dell'acqua nella caldaia collegata al sistema di riscaldamento e nella serpentina. Il risultato è un sistema efficace, sicuro, di grande resa e durata che utilizza le più avanzate tecnologie e materie prime, rigorosamente certificate secondo elevati e precisi standard qualitativi.

Come sono organizzate la struttura aziendale e la produzione?
La struttura organizzativa della società è ben articolata con un gruppo di management composto da imprenditori, come me e i signori Orsi e Santagata, cui si affianca uno staff di specialisti, tecnici e progettisti dalla comprovata esperienza e perizia. Il capitale umano è arricchito, inoltre, da un organico produttivo molto competente e da una rete commerciale efficiente. L'azienda è presente su tutto il territorio nazionale e, con la controllata CTM Polonia, anche sul mercato polacco. La produzione è ripartita tra Italia e Polonia per ragioni facilmente intuibili. Per il prodotto di fascia alta destinato a Italia, Germania e Nord America, ci avvaliamo delle conoscenze tecnologiche del nostro Paese dove i processi di lavorazione sono realizzati da macchine a controllo numerico che garantiscono una perfetta qualità della produzione. Per la quota di prodotti rivolta ai mercati dell'Est, invece, ci avvantaggiamo della manodopera a basso costo. Attualmente CTM è il primo produttore italiano di termocamini ma ci siamo posti come obiettivo di crescita una maggiore penetrazione nelle aree dal clima temperato, una parte consistente del mercato di riferimento che va dal Nord America al Giappone.

Crede ci vorrà ancora molto per vincere le resistenze rispetto all'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili?
Il comparto delle energie rinnovabili non dovrebbe essere lasciato ad altri perché siamo stati noi i primi ad aggredirlo. Ipotizzare oggi che il calore del riscaldamento domestico possa essere fornito da fonti rinnovabili di energie non è più un'utopia. In questa direzione si inserisce il rapporto di collaborazione che la CTM sta intrattenendo con una società tedesca produttrice di pannelli solari. Insieme stiamo lavorando a uno studio per realizzare un impianto integrato capace di accomunare diverse fonti di calore, per rendere indipendente dall'erogazione di energia il riscaldamento da abitazione. Il vantaggio derivante dalla realizzazione di tale impianto, quindi, non sarebbe quantificabile solo in termini di minor impatto ambientale, ma comporterebbe un indubbio risvolto "pratico". Affrancarsi dall'energia, in special modo per chi, come noi, ha una attività industriale dove ancora l'erogazione della stessa è a dir poco problematica, significherebbe avere un numero inferiore di interruzioni del proprio lavoro e senz'altro un notevole abbattimento dei costi di produzione. Il Nostro desiderio, in tale direzione, è creare un centro di eccellenza per le energie rinnovabili, la cui realizzazione richiederebbe di certo la partecipazione dell'Unione Industriali della Provincia di Bene-vento e dell'Università di Beneven-to e Napoli con cui, tra l'altro, abbiamo già collaborato in passato per numerosi progetti.

Si riconosce nella forma mentis della classe imprenditoriale del Mezzogiorno?
Credo che il mondo imprenditoriale del Meridione non abbia piena consapevolezza di quanto sia delicato il momento che si trova a vivere la nostra economia. Dobbiamo essere noi a sostenere investimenti in innovazione e ricerca, senza attendere interventi "dall'alto", preservando però quanto di buono siamo riusciti a costruire. Se l'atteggiamento adottato non sarà questo, inevitabilmente finiremo con il perdere molte posizioni. Sono necessarie, però, delle precondizioni senza le quali qualsiasi sforzo risulta vano; a partire dagli imprenditori che dovrebbero mostrarsi maggiormente proattivi, dal costo del denaro che dovrebbe essere inferiore a quello vigente oggi, dal miglioramento dei servizi e dal costo del lavoro che andrebbe parametrato alla produttività. Senza fare inutili allarmismi, l'Europa per noi imprenditori del Sud può essere anche una minaccia, e purtroppo non un'opportunità, se non siamo pronti a coglierla.


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