UOMINI E DONNE di valore
XII PREMIO “SALERNITANI ILLUSTRI”
AL VIA UN’INTRIGANTE INIZIATIVA
DAY PRESENTA CLUBCADEAU
BORSA DEL TURISMO ARCHEOLOGICO
UN RICCO PROGRAMMA PER LA SETTIMA EDIZIONE
UOMINI E DONNE di valore
XII PREMIO “SALERNITANI ILLUSTRI”
La kermesse ha reso omaggio a chi ha avuto successo fuori dalla provincia
di Raffaella Venerando & Paolo Battista
Sabato 16 ottobre la sala "Antonio Genovesi" della Camera di Commercio di Salerno ha ospitato la dodicesima edizione del premio "Salernitani Illustri". Il riconoscimento consiste in un diploma e una medaglia d'oro recante sul dritto la denominazione dell'Ente Camerale e una caravella con la scritta "Opulenta Salerno" e sul verso la sintetica motivazione del premio. La prima edizione risale al 1968. Negli scorsi anni il riconoscimento è andato a personaggi del calibro di Antonio Amato, Alfonso Menna, Mario Cuomo e Lucia Annunziata. I premiati di questa edizione sono stati: Salvatore D'Amato, che ricopre per la Guardia di Finanza il ruolo di Comandante Interregionale dell'Italia Meridio-nale; Gabriele Del Mese, ricompensato per le numerose soluzioni di ingegneria integrata nonché come fondatore e amministratore delegato di Arup Italia; Giuliana De Sio, per la brillante carriera di attrice tra palco, grande e piccolo schermo; Antonio Moccaldi, cui il premio è stato attribuito per il proficuo percorso professionale nella pubblica amministrazione che lo ha portato ai vertici dell'Ispesl, nonché per gli eccezionali risultati nel campo della ricerca che gli hanno consentito di far parte del Consiglio Superiore della Sanità; Rosario Priore, magistrato di chiara fama nazionale e Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile presso il Ministero della Giustizia. Di seguito, pubblichiamo le interviste rilasciate alla nostra redazione da alcuni protagonisti.
Antonio Moccaldi
Presidente ISPESL
Professor Moccaldi, prima di diventare Direttore Generale e poi Presidente dell'Ispesl, che lavoro svolgeva?
Sono laureato in fisica nucleare e ho lavorato quindici anni al comitato per l'Energia Nucleare Italiano specializzandomi nel campo della sicurezza degli impianti e della protezione dalle radiazioni ionizzanti e dai campi elettromagnetici. Adesso insegno questa materia all'università di Roma. In seguito sono stato per cinque anni direttore del Servizio Nazionale di Sicurezza e Protezione Sanitaria per il Consiglio Nazionale delle Ricerche, dal 1983 dirigo l’Ispesl, Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro, che ha ereditato le funzioni svolte dall'Enpi e dall'Ancc. In questi ultimi anni siamo diventati un punto di riferimento sul territorio nazionale per regioni, sindacati e organizzazioni datoriali per quanto riguarda questo delicato tema.
Quanta e quale è la sicurezza oggi nel nostro Paese?
Bisogna insistere perché si diffonda, da un lato, la cultura della sicurezza e, dall'altro, si creino dei reali incentivi per il sistema economico nel suo complesso. All'interno di questa situazione si innesta il dramma del lavoro nero e dello sfruttamento della manodopera d'immigrazione che, non tutelata e registrata, sfugge ai controlli. Molti incidenti vedono come vittime lavoratori provenienti da Paesi al di fuori dell'UE, le cui prime difficoltà d'inserimento sono, tra l'altro, linguistiche. Fino a quando un lavoratore non parla, o almeno intende, l'italiano avremo sempre difficoltà a far apprendere le basilari regole di autotutela sul luogo di lavoro. Si dovrebbe puntare anche in questa direzione. Bisogna modificare inoltre la mentalità di alcuni imprenditori, specie della piccola e media industria, che si sentono oberati da problemi di carattere economico in generale e in particolare dalle tasse, e pongono poca attenzione alla sicurezza dei propri lavoratori, investendo poco in questo campo. C'è bisogno che il nostro Governo metta a disposizione dei datori di lavoro degli incentivi reali, a partire dalla possibilità di erogare una formazione a basso costo e condivisa, per giungere all'assistenza sulle linee guida in grado di garantire alle aziende filiere produttive in economicità e in sicurezza. La classe datoriale deve capire che la tutela dei lavoratori non è un ulteriore balzello, ma serve a migliorare la capacità produttiva dell'azienda e il tasso qualitativo dello stesso prodotto.
Il suo rapporto con la città di Salerno: cosa rappresenta per lei questo premio?
Significa tanto. Vuol dire che quel "poco" che ho svolto nell'arco di una vita lavorativa è motivo di orgoglio non solo per me ma anche per i miei concittadini, quindi non posso che essere commosso e felice, e ringraziare tutti quelli che mi hanno proposto per questo riconoscimento.
Rosario Priore
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile
Ministero della Giustizia
Giudice Priore, quale sensazione si prova ricevendo questo premio, così legato alla memoria storica di Salerno?
Desidero esprimere un sincero ringraziamento per quanti che hanno espresso la volontà di premiarmi. Salerno è stata capitale, per tanti secoli, di principati e regni. La nostra città era a capo della Longobardia Minor. L'eredità longobarda l'ha resa ricchissima, opulenta, appunto, come si legge sul premio che oggi ho l’onore di ricevere. Svevi, Normanni e Angioini hanno protratto quest'eredità nei secoli. Salerno, pur nel suo piccolo Principato, è riuscita ad allevare una classe diplomatica di tutto rispetto, destreggiandosi sapientemente tra Bisanzio e Roma. Roberto Il Guiscardo fu capace di battere nel 1084 le armate imperiali d'Occidente e quelle dell'impero d'Oriente a Durazzo nel 1081. Il nostro governo riuscì a conquistare anche alcune città dei Balcani e, con gli Svevi, dell'Africa Nordorientale. Rac-cogliamo un'eredità storica non trascurabile, e, pur essendo un piccolo capoluogo di provincia, possiamo esserne orgogliosi.
Cosa vuol dire appartenere davvero a questa città?
Mi ricordo Salerno bombardata dagli alleati, il fumo e le macerie. Però ho vissuto anche la ricostruzione, e tutto quel periodo in cui i miei concittadini si rimboccarono le maniche per ripartire. Fu una fase durissima della mia vita che mi legò per sempre a questa città, ai suoi abitanti e alla loro capacità di darsi da fare.
Una dedica ideale per questo riconoscimento.
Vorrei rendere omaggio all'universo femminile salernitano, che accese le mie fantasie giovanili. Qui si sono mescolate più stirpi, in prevalenza provenienti dal Nord Europa. I visitatori del settecento e dell'ottocento rimanevano colpiti dal grandissimo numero di donne coi capelli biondi e gli occhi chiari. È un segno della storia salernitana. Le nostre donne sono state le prime ad emanciparsi sin dal Medioevo dando lezione di indipendenza e autonomia a tutta Europa. Idealmente, dunque, mi piacerebbe dedicare loro questo premio. |