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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2004
 

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Master SDOA in Direzione d’Impresa
Inaugurata la XVII edizione

Come cambia il rapporto con le banche dopo Basilea 2

a cura di Vittorio Paravia
Presidente Fondazione Antonio Genovesi Salerno - SDOA
sdoa@sdoa.it

Ha avuto luogo lo scorso 27 settembre nella sede della Fondazione Antonio Genovesi Salerno - SDOA in Vietri sul Mare, la cerimonia di inaugurazione della XVII edizione del Master in Direzione d'Impresa. Sono intervenuti il presidente della Camera di Commercio di Salerno Augusto Strianese, il presidente di Assindustria Salerno Andrea Prete, il presidente di Intertrade Demetrio Cuzzola, il vice presidente della Banca della Campania s.p.a. Adriano Barbarisi. Ha concluso i lavori Gianfranco Alois, assessore alle Attività Produttive della Regione Campania. Tema della di-scussione: "PMI e circuito del credito: difficoltà e processi di sviluppo". Il presidente di Assindustria Salerno Andrea Prete - citando uno studio dell'Istituto Tagliacarne - ha sottolineato che «dall'evidenza dei numeri risalta il differente costo del denaro tra le province campane, Salerno in particolare, con quelle del nord. Un finanziamento bancario a Napoli si paga il 7,28% contro il 5,35% di Roma e il 4,34% di Milano. Ad Avellino si è al 7,95%, a Caserta all'8%. A Benevento e Salerno il tasso d'interesse sui prestiti lievita addirittura oltre l'8%». Nel concludere i lavori l'assessore alle Attività Produttive Gianfranco Alois ha richiamato l'attenzione su due iniziative della Regione Campania in fase di start up: il fondo di garanzia finalizzato al sostegno delle Pmi e il fondo chiuso per agevolare la partecipazione al capitale di rischio delle Pmi. «Poco mi appassiona il dibattito sul nome - ha dichiarato Alois riferendosi alla discussione sull'istituzione di una banca del Sud - a me interessano invece le banche per il Sud che decidono realmente di investire nel nostro territorio». Ancora una volta l'inaugurazione del Master in Direzione d'Impresa della SDOA si è trasformata in preziosa occasione di dibattito e discussione su temi determinanti per le dinamiche di sviluppo soprattutto in un momento nel quale Confindustria ha riposizionato fortemente al centro dell'agenda governativa il Mezzogiorno. Il rapporto tra le piccole e medie imprese con il circuito del credito nel Sud è stato negli anni scorsi, e lo è tuttora, particolarmente complesso, per non dire "difficile". Né mancano in questo momento timori e perplessità in relazione all'attuazione dei protocolli e delle procedure previste nell'ambito di Basilea 2, che vanno a sommarsi, per la verità, ad una diffidenza ormai radicata nel tempo, dovuta anche - è bene dirlo con franchezza - alla carenza di cultura d'impresa che spesso tende a rendere difficile l'approccio con le banche da parte delle Pmi. Detto questo, è evidente che il sistema del credito ordinario ha sempre penalizzato le imprese meridionali: dal costo del denaro alla scarsa considerazione del potenziale progettuale del nostro agglomerato economico e produttivo. Situazione aggravata dal trasferimento delle centrali operative di tutti - o quasi - gli istituti di credito lontano dal Mezzogiorno. In questo contesto l'esperimento della Banca della Campania è certamente in controtendenza, ma è evidente che dovranno essere i fatti a conferire a questo prestigioso istituto di credito il titolo di Banca della Campania. Le premesse certamente ci sono, ma nel mondo del business contano i numeri, le cifre. Il dibattito innescato dalla proposta dell'ex ministro Tremonti di dotare il Sud di una banca propria ha stimolato varie prese di posizione. Occorre davvero una banca del Sud? È una questione di strutture o di capitali? E quando ancora c'era una grande, vera banca del Sud come il Banco di Napoli le cose andavano meglio? Domande che ci portano a una considerazione complessiva: una vera e propria banca d'affari, una Mediobanca del Mezzogiorno, per intenderci servirebbe eccome. Ma dovrebbe essere espressione del territorio e non calata ancora una volta dall'alto, magari dal Nord. È importante, quindi, interrogarsi, sulle motivazioni di fondo che non consentono al Sud di trovare un luogo di mediazione e di compensazione vero, scevro da influenze politiche, dove sostenere con capitali adeguati progetti di sviluppo economico promossi da imprenditori. Molti autorevoli studiosi parlano di "un cane che si morde la coda": mancano i capitali, dicono gli imprenditori. Non ci sono gli imprenditori e i progetti, dicono le banche. Siamo cioè vittime di stereotipi duri a morire: le banche che vogliono fare affari sulla pelle degli imprenditori e viceversa. Basilea 2 deve essere vissuto - a nostro avviso - non come ulteriore vincolo, ma come importante opportunità. Da una parte e dall'altra devono prevalere il buon senso e la professionalità individuando un obiettivo comune nel segno della trasparenza e della reciproca affidabilità: lo sviluppo reale del Mezzogiorno. Una sfida che non è possibile perdere. In conclusione qualche breve nota sul Master in Direzione d'Impresa della SDOA. Accreditato ASFOR dal 1991, si propone di fornire una visione integrata e globale del sistema azienda, trasferendo metodologie e tecniche operative indispensabili per operare nelle diverse funzioni aziendali. L'obiettivo è formare manager e professionisti in grado di gestire situazioni organizzative complesse integrando la formazione universitaria di base. Il corso ha una durata full time di 14 mesi, di cui 8 di attività d'aula e project work e 6 di stage. Le docenze sono affidate a liberi professionisti, consulenti, uomini d'azienda e professori universitari con la finalità di trasmettere conoscenze e di stimolare comportamenti organizzativi coerenti alle necessità di una moderna azienda. Il Master secondo il protocollo ASFOR garantisce almeno l'80% di placement.

Clicca per visualizzare l'elenco degli ammessi alla XVII edizione del Master in Direzione d’Impresa.

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