LA MIA PRESIDENZA
UN’ESPERIENZA DI SQUADRA ENTUSIASMANTE
UN PROGRAMMA LUNGO QUATTRO ANNI
COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE
LA MIA PRESIDENZA
UN’ESPERIENZA DI SQUADRA ENTUSIASMANTE
Il sistema creditizio resta ancora una nota dolente al Sud
Giovanni Lettieri
Past President Unione Industriali di Avellino
g.lettieri@mcmtextile.com
Sono passati quattro anni dalla mia elezione. Sono trascorsi così velocemente che neanche me ne sono reso conto. Il mio mandato a rappresentare gli industriali di Avellino è finito, ma il mio legame con l'Irpinia non si è spezzato. Non rivesto più la carica di presidente dell'Unione degli Industriali in via Palatucci, ma di questa lunga parentesi non dimentico nulla, anzi porto con me un grande attaccamento al territorio che non deriva dal fatto di avere proprio in quei luoghi un'attività industriale. Sono legato a doppio filo, dunque, con l'Irpinia ed è così da tempo, da quando decisi di fare una scommessa non facile, impiantare nella realtà industriale di Calitri, una fabbrica tessile produttrice di denim, il tessuto per jeans. Un territorio difficile, per la scarsità di servizi occorrenti alla vita di un'impresa. Non sono mancati momenti di crisi, superati grazie a impegnative operazioni straordinarie attuate dalla mia azienda e anche per merito della fiducia del sistema creditizio, da me più volte criticato, soprattutto a livello territoriale. Manca, infatti, nelle (ormai inesistenti) banche locali la vocazione allo sviluppo del territorio, quella attitudine che ha accompagnato, invece, la crescita delle aziende del Nord Est da parte delle piccole e piccolissime realtà bancarie esistenti fino agli anni novanta. C'è da registrare in positivo che i grandi gruppi iniziano a mostrare maggiore attenzione verso l'imprenditoria piccola e media.
Ad Avellino, comunque, posso dire di aver vissuto un'esperienza entusiasmante, caratterizzata da un rapporto proficuo e collaborativo con le istituzioni e con le organizzazioni sindacali. Tanti i ricordi che si affollano nella mia mente, molte le persone che ho conosciuto in questi quattro anni densi di impegni, vissuti intensamente. Quattro anni passati all'insegna dell'impegno per la risoluzione dei problemi, anche grazie alla squadra che ho avuto la fortuna di gestire in Unione e che ricorderò sempre per l'efficienza e la disponibilità, a cominciare dal direttore della struttura Giacinto Maioli.
Lascio l’incarico anche con una grande soddisfazione, quella di aver ospitato nell'ultima assemblea pubblica tenutasi l’otto luglio scorso, il presidente nazionale di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Un appuntamento che ha rappresentato per me e per l'Unione di Avellino un momento davvero speciale. Era, infatti, la prima tappa di Montezemolo al Sud e il fatto che avesse scelto Avellino costituiva per tutti noi un motivo di vanto, un riconoscimento al mondo imprenditoriale irpino che lo ha accolto con entusiasmo.
Sono nelle condizioni di poter fare un bilancio e illustrare quali sono i punti di forza della provincia, da promuovere e valorizzare. Innanzitutto vorrei menzionare la disponibilità al dialogo delle istituzioni locali, dei sindacati, la volontà di superare insieme i problemi, senza barriere. E poi la manodopera locale che, anche quando non è qualificata, è disponibile e flessibile. I punti di debolezza sono costituiti dalle infrastrutture e dal sistema dei servizi. Conferire al Mezzogiorno un preciso e spendibile vantaggio competitivo, attualmente disperso, significa puntare sull'innovazione, introducendo nel territorio o in un'azienda un diverso livello di combinazione dei fattori che sappia realizzare cose nuove a partire da ciò che è disponibile. É ormai chiaro, del resto l'abbiamo vissuto sulla nostra stessa pelle, che non bastano gli incentivi, in qualsiasi percentuale concessi, per far progredire le imprese, se queste poi si trovano a operare in contesti incapaci di offrire buoni sevizi. Un esempio significativo? In Italia il costo dell'energia è superiore del 20% rispetto ai principali paesi europei. Al Sud il costo è ancora maggiore per effetto di una rete di distribuzione obsoleta che provoca continue disfunzioni e interruzioni nella somministrazione di energia. Non è possibile convivere, ad esempio, con interruzioni che costringono a rallentare la produzione. E sono cose che capitano tuttora nella mia azienda di Calitri. Mi sono reso conto personalmente che occorre risolvere al più presto le varie problematiche connesse alla mancanza di infrastrutture immateriali per sanare disfunzioni che ci penalizzano in maniera pesante. Sono soddisfatto dei risultati conseguiti attraverso il "Tavolo di governo per le azioni per lo sviluppo" che è formato, ricordo, dai vertici dell'Unione degli Industriali di Avellino e dalle segreterie di Cgil, Cisl e Uil. Abbiamo affrontato numerosi temi, svolto un ruolo di sensibilizzazione e di proposta, coinvolgendo le principali rappresentanze istituzionali e gli enti competenti. I rapporti con le organizzazioni sindacali sono sempre stati improntati alla collaborazione e alla lealtà, tanto è vero che grazie al "Tavolo di Governo per le azioni per lo sviluppo" abbiamo sbloccato situazioni che si trascinavano da tempo senza trovare vie di risoluzione, stimolando le istituzioni, spingendole ad intervenire. I nostri sforzi sono stati premiati e i risultati sono stati lusinghieri.
Anche la politica ha avuto un ruolo determinante, costituendo un serbatoio di risorse importanti per l'Irpinia. Non dimentichiamo che in venti anni la provincia di Avellino è passata da una vocazione prevalentemente agricola a una spiccatamente industriale. In questo, la politica ha creato le condizioni strategiche. Ha rappresentato una risorsa per l’intero territorio. La politica che litiga e crea problemi ai Comuni, alla Provincia, diventa indirettamente un ostacolo per lo sviluppo. Ho sempre detto che la politica, quella vera, deve saper guidare i processi di crescita e vincere gli egoismi e i particolarismi. Il dinamismo imprenditoriale non può da solo far tutto. Nel Sud esso per agire deve avere dalla sua politiche di contesto che ne sappiano valorizzare gli sforzi, capire le necessità. Ha bisogno che tutti i livelli istituzionali a partire da quelli locali, e come cerchi concentrici fino al governo europeo, sappiano adottare iniziative coerenti con le condizioni di sviluppo. Richiede che l'enorme patrimonio costituito dal sistema dell'impresa riceva la dovuta attenzione per consolidarsi, accrescersi, ampliarsi.
Ed è proprio quello che ho cercato di fare nella mia veste istituzionale, contribuire a far crescere l'apparato produttivo esistente, superare la sua frammentarietà e ho sempre insistito sull'importanza della strategia di filiera e sull'organizzazione integrata di area e di sistema. E poi sono convinto di essere riuscito a trasmettere un metodo basato sulla profonda collaborazione con gli attori locali e le forze politiche. Un metodo, quello del coinvolgimento di tutti i responsabili istituzionali e delle rappresentanze politiche e sociali, che è andato oltre la logica degli schieramenti e delle posizioni ideologiche. Ed è per questo che ringrazio anche tutti i politici con cui ho collaborato nel corso della mia attività ai vertici dell'Unione. Ci siamo trovati tutti insieme per realizzare progetti che avevano un'oggettiva valenza per lo sviluppo dell’intera provincia.
Nel contesto provinciale abbiamo intrapreso interessanti iniziative, alcune delle quali ancora in corso, tra cui segnalo gli interventi del Contratto di distretto del polo conciario di Solofra che assicura all'Irpinia una piena presenza nella dimensione internazionale, unitamente al settore enologico; l'avvio degli interventi nell'area di Calitri, la cui fisionomia di distretto tessile rischia l'isolamento se non si riesce a organizzare un sistema-filiera; la rimodulazione del Contratto d'area di Avellino con lo stabile reinserimento nel circuito produttivo dei lotti e dei fabbricati ancora avvinti nelle procedure fallimentari; la proposizione del contratto di localizzazione nell'area di Avellino, così come da tempo andavamo rivendicando, per nuovi e qualificati interventi extrarea; la crescente azione per favorire l'imprenditorialità diffusa; la più spiccata evidenza della missione della provincia di Avellino come nodo fondamentale di sviluppo dell'asse tirreno adriatico e baricentro di collegamento tra le regioni meridionali. Molte di queste iniziative sono ancora in via di attuazione e sarà compito del nuovo presidente portare a termine gli interventi avviati. Per quanto riguarda la scelta di Silvio Sarno come mio successore, devo dire che essa si inquadra in un progetto teso a valorizzare le nuove generazioni di imprenditori, che hanno risorse e capacità indiscutibili. Abbiamo operato con la mente dinamica proiettata nel futuro e i giovani sono certamente in grado di affrontare qualsiasi sfida. Il giovane presidente dell'Unione degli Industriali di Avellino sarà senza alcun dubbio un "buon presidente". Nutro grande fiducia nelle capacità di Silvio Sarno che ha alle spalle una lunga esperienza imprenditoriale accanto al papà Nicola e una notevole esperienza associativa, avendo coordinato con successo numerosi progetti in qualità di responsabile del Centro Studi di Confindustria. É stata la migliore scelta che potevamo fare. Con la nostra decisione, abbiamo voluto dare un chiaro segnale di rinnovamento. Silvio è giovane, ha 32 anni, ma è un imprenditore consapevole, maturo, capace, con voglia di fare e di fare bene.
E ha già dato prova di saper dialogare con le istituzioni e con gli interlocutori chiamati a risolvere i problemi che interessano la collettività. A lui lascio un bilancio positivo e una struttura organizzativa efficiente, ma soprattutto un messaggio: occorre sempre fare gruppo, per creare le sinergie utili a raggiungere gli obiettivi. "Fare squadra" è indispensabile per non perdere di vista il risultato e per evitare di muoversi in maniera dispersiva. Non ho alcun rammarico. Credo di aver fatto quanto mi ero prefisso all’inizio del mio mandato. L'unico problema ancora irrisolto è quello inerente il sistema creditizio. In questo campo, la mia azione non si è rivelata sufficientemente efficace, e per questa ragione, spero che il mio successore possa fare di più, riuscendo finalmente a far partire il nostro Confidi, magari unendolo a quelli delle altre associazioni industriali campane, per ottenere un sistema finanziario che risulti di sostegno concreto alle nostre imprese.
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