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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2004
 

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CONOSCERE IL RISCHIO CHIMICO
NASCE LA BANCA DATI ICSC
Un workshop organizzato dall’Arpac di Salerno traccia i contorni del problema

Roberto Napoli
Direttore Dipartimento Provinciale Salerno ARPAC
on.robertonapoli@libero.it

 

L'Unità operativa di Epidemiologia e Prevenzione Ambientale del Dipartimento Provinciale ARPAC di Salerno, unitamente all'Asl SA 3, ha organizzato, il 24/25 settembre scorso, nella Sala Consiliare della Comunità Montana Vallo di Diano, il work shop dal titolo "Il rischio da sostanze chimiche. La banca dati ICSC (International Chemical Safety Card). Le principali fonti informative sul rischio da sostanze chimiche". Erano presenti, oltre al sottoscritto in qualità di Direttore del Dipartimento Provinciale Arpac di Salerno, l'Assessore all'Ambiente della Provincia di Salerno Angelo Paladino, il Direttore Generale di Arpa Campania Luciano Capobianco, il Dirigente responsabile della Formazione Asl SA 3, Vincenzo Paesano, la responsabile dell'U.O. di Epidemiologia e Prevenzione Ambientale dell'Arpac di Salerno, Agnese Andriuolo e alcuni rappresentanti dell'Arpa Toscana e dell'Istituto Superiore della Sanità. È necessario premettere alcune considerazioni di ordine generale per meglio comprendere i motivi dell'iniziativa e gli obiettivi che gli Enti Arpac e Asl si erano prefissi di raggiungere. Con l'avvento dell'era industriale è iniziato lo sfruttamento intensivo di sostanze chimiche prima di origine naturale (combustibili fossili) e successivamente di sintesi, con la nascita e lo sviluppo dell'industria chimica. La produzione giornaliera di sostanze chimiche è cresciuta negli ultimi anni in modo esponenziale, passando dal milione di tonnellate del 1930 ai 400 milioni di tonnellate del 2001. Altrettanto tumultuosa è l'immissione sul mercato mondiale di nuove molecole e formulati chimici che attualmente si stima possa essere dell'ordine di alcune migliaia di nuovi preparati all'anno. Inoltre, la problematica relativa alle minacce terroristiche con armi chimiche, un pericolo di stretta attualità, impone un'adeguata formazione professionale per fronteggiare vecchie e nuove emergenze. Di pari passo all'incremento dell'utilizzo delle sostanze chimiche, è cresciuta la consapevolezza dei rischi sanitari e ambientali che l'immissione nell'ambiente di queste sostanze ha comportato. Dapprima il problema era confinato alle nazioni più industrializzate, ma a seguito dello sviluppo dell'industria chimica e della globalizzazione dei mercati, la problematica si è estesa su scala planetaria mostrando inoltre la particolare vulnerabilità dei Paesi meno sviluppati. Un primo confronto si ebbe nelle Conferenza delle Nazioni Unite di Stoccolma nel 1972 in cui alcuni organismi quali WHO (World Health Organization), ILO (Inter-national Labour Organization), UNEP (United Na-tions Environment Programme), iniziarono a confrontarsi. Nel 1980 venne siglato un accordo e creato l'IPCS (International Programme on Che-mical Safety), definendone scopi e obiettivi: effettuare valutazioni, divulgare informazioni sul rischio per la salute umana e per l'ambiente causati dall'esposizione a sostanze chimiche, miscele o combinazioni di queste; promuovere lo sviluppo, il miglioramento, la validazione e l'uso di metodi di laboratorio, di studi epidemiologici e altri metodi appropriati per una valutazione dei rischi e pericoli sanitari e ambientali causati dalle sostanze chimiche; promuovere la cooperazione tecnica con gli stati membri, in particolare con i Paesi in via di sviluppo; facilitare una collaborazione internazionale per le emergenze e gli incidenti causati dalle sostanze chimiche. Nell'ambito di questo programma e con la collaborazione della Commissione della Comunità Europea è stato avviato il progetto di costruire una banca dati sulle sostanze chimiche denominata ICSC (International Chemicals Safety Cards). Lo spirito dell'archivio è quello di fornire informazioni sulle più utilizzate sostanze chimiche cui possano essere esposti popolazione e lavoratori, tratte dalla letteratura scientifica internazionale, validate da enti pubblici e revisionate da una redazione di esperti internazionali. La scelta dei destinatari dell'informazione è risultata fondamentale per la definizione della struttura redazionale delle schede. L'archivio è infatti rivolto prevalentemente (ma non esclusivamente) a tutti i lavoratori (industria, commercio, artigianato, agricoltura) che possono consultarlo anche direttamente sui luoghi di lavoro. Data quindi l'esigenza di disporre di informazioni immediatamente utilizzabili, il contenuto delle schede è molto sintetico e riporta solo le informazioni essenziali ma sufficientemente operative su: identificazione del preparato (nome, formula chimica, CAS, UN, RTECS); rischi fisici e chimici (esempio incendio, esplosione); vie di esposizione e rischi tossicologici a breve e lungo periodo; sintomatologia dell'intossicazione, misure di pronto soccorso, di prevenzione e di primo intervento in caso di spandimento accidentale; norme di etichettatura, imballaggio, immagazzinamento e trasporto; proprietà e pericoli chimico-fisici; limiti di esposizione occupazionale; dati ambientali. Le schede presentano alcune similitudini con altri archivi tossicologici e in particolare con le schede di sicurezza elaborate dai produttori e distribuite agli utilizzatori delle sostanze chimiche come previsto all'art. 25 del D.Lgs. 3 febbraio 1997, n. 52. Queste schede sono generalmente derivate dalle schede ICCA (International Council of Chemical Associations). Le schede ICSC differiscono in modo sostanziale dalle schede ICCA per: la maggiore semplicità tecnica del linguaggio; il contenuto sintetico ma più operativo per il fine e per gli operatori cui sono destinate; le schede ICSC pur non essendo documenti legali sono particolarmente autorevoli perché redatte e revisionate internazionalmente da enti pubblici di riconosciuta competenza e affidabilità e indipendenti dai produttori. Negli ultimi 30 anni siamo passati da una gestione di queste informazioni esclusivamente cartacea ad una di tipo informatico e lo sviluppo di Internet ha reso più facile l'accesso a questi database specifici. Non sempre la molteplicità delle fonti a disposizione facilita il compito di coloro che necessitano di trovare questo tipo di informazione. Infatti i database possono essere in numerosi casi estremamente specialistici e/o monotematici, e necessitano, spesso, di diversi linguaggi di interrogazione. Attualmente la banca dati, versione italiana IIa edizione, aggiornata ad agosto 2004, contiene 1364 schede consultabili on line, con la possibilità quindi di un accesso veloce a informazioni complete e affidabili sulle differenti sostanze chimiche. Il database ICSC, in occasione del convegno, è stato presentato e distribuito in cd-rom con un programma di interrogazioni e ricerca, realizzato con il contributo del personale tecnico Arpac e del coordinatore Parizia Lambiase, inteso a velocizzare molto i tempi di ricerca delle informazioni, sia in campo sanitario che ambientale. Si tratta, comunque, di uno strumento utile a perseguire la politica europea relativa alle sostanze chimiche, che mira a rafforzare la protezione della salute umana e dell'ambiente dagli effetti nocivi che possono derivare dalla produzione e dall'uso improprio delle stesse, fruibili da un numero di persone molto elevato e non necessariamente in possesso di conoscenze approfondite in campo tossicologico. Può essere utilizzato anche dai produttori che sono tenuti a dare informazioni su sostanze e preparati pericolosi immessi in commercio. La diffusione su vasta scala delle conoscenze, delle precauzioni da adottare nell'uso di sostanze pericolose può inoltre favorire un ciclo virtuoso di competitività e capacità di innovazione nell'industria verso tipi di prodotti in linea con uno sviluppo più sostenibile.

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