CONOSCERE IL RISCHIO CHIMICO
NASCE LA BANCA DATI ICSC
Un workshop organizzato dall’Arpac
di Salerno traccia i contorni del problema
Roberto Napoli
Direttore Dipartimento Provinciale Salerno ARPAC
on.robertonapoli@libero.it
L'Unità operativa di Epidemiologia e Prevenzione
Ambientale del Dipartimento Provinciale ARPAC di Salerno,
unitamente all'Asl SA 3, ha organizzato, il 24/25 settembre
scorso, nella Sala Consiliare della Comunità Montana
Vallo di Diano, il work shop dal titolo "Il rischio
da sostanze chimiche. La banca dati ICSC (International Chemical
Safety Card). Le principali fonti informative sul rischio
da sostanze chimiche". Erano presenti, oltre al sottoscritto
in qualità di Direttore del Dipartimento Provinciale
Arpac di Salerno, l'Assessore all'Ambiente della Provincia
di Salerno Angelo Paladino, il Direttore Generale di Arpa
Campania Luciano Capobianco, il Dirigente responsabile della
Formazione Asl SA 3, Vincenzo Paesano, la responsabile dell'U.O.
di Epidemiologia e Prevenzione Ambientale dell'Arpac di Salerno,
Agnese Andriuolo e alcuni rappresentanti dell'Arpa Toscana
e dell'Istituto Superiore della Sanità. È necessario
premettere alcune considerazioni di ordine generale per meglio
comprendere i motivi dell'iniziativa e gli obiettivi che
gli Enti Arpac e Asl si erano prefissi di raggiungere. Con
l'avvento dell'era industriale è iniziato lo sfruttamento
intensivo di sostanze chimiche prima di origine naturale
(combustibili fossili) e successivamente di sintesi, con
la nascita e lo sviluppo dell'industria chimica. La produzione
giornaliera di sostanze chimiche è cresciuta negli
ultimi anni in modo esponenziale, passando dal milione di
tonnellate del 1930 ai 400 milioni di tonnellate del 2001.
Altrettanto tumultuosa è l'immissione sul mercato
mondiale di nuove molecole e formulati chimici che attualmente
si stima possa essere dell'ordine di alcune migliaia di nuovi
preparati all'anno. Inoltre, la problematica relativa alle
minacce terroristiche con armi chimiche, un pericolo di stretta
attualità, impone un'adeguata formazione professionale
per fronteggiare vecchie e nuove emergenze. Di pari passo
all'incremento dell'utilizzo delle sostanze chimiche, è cresciuta
la consapevolezza dei rischi sanitari e ambientali che l'immissione
nell'ambiente di queste sostanze ha comportato. Dapprima
il problema era confinato alle nazioni più industrializzate,
ma a seguito dello sviluppo dell'industria chimica e della
globalizzazione dei mercati, la problematica si è estesa
su scala planetaria mostrando inoltre la particolare vulnerabilità dei
Paesi meno sviluppati. Un primo confronto si ebbe nelle Conferenza
delle Nazioni Unite di Stoccolma nel 1972 in cui alcuni organismi
quali WHO (World Health Organization), ILO (Inter-national
Labour Organization), UNEP (United Na-tions Environment Programme),
iniziarono a confrontarsi. Nel 1980 venne siglato un accordo
e creato l'IPCS (International Programme on Che-mical Safety),
definendone scopi e obiettivi: effettuare valutazioni, divulgare
informazioni sul rischio per la salute umana e per l'ambiente
causati dall'esposizione a sostanze chimiche, miscele o combinazioni
di queste; promuovere lo sviluppo, il miglioramento, la validazione
e l'uso di metodi di laboratorio, di studi epidemiologici
e altri metodi appropriati per una valutazione dei rischi
e pericoli sanitari e ambientali causati dalle sostanze chimiche;
promuovere la cooperazione tecnica con gli stati membri,
in particolare con i Paesi in via di sviluppo; facilitare
una collaborazione internazionale per le emergenze e gli
incidenti causati dalle sostanze chimiche. Nell'ambito di
questo programma e con la collaborazione della Commissione
della Comunità Europea è stato avviato il progetto
di costruire una banca dati sulle sostanze chimiche denominata
ICSC (International Chemicals Safety Cards). Lo spirito dell'archivio è quello
di fornire informazioni sulle più utilizzate sostanze
chimiche cui possano essere esposti popolazione e lavoratori,
tratte dalla letteratura scientifica internazionale, validate
da enti pubblici e revisionate da una redazione di esperti
internazionali. La scelta dei destinatari dell'informazione è risultata
fondamentale per la definizione della struttura redazionale
delle schede. L'archivio è infatti rivolto prevalentemente
(ma non esclusivamente) a tutti i lavoratori (industria,
commercio, artigianato, agricoltura) che possono consultarlo
anche direttamente sui luoghi di lavoro. Data quindi l'esigenza
di disporre di informazioni immediatamente utilizzabili,
il contenuto delle schede è molto sintetico e riporta
solo le informazioni essenziali ma sufficientemente operative
su: identificazione del preparato (nome, formula chimica,
CAS, UN, RTECS); rischi fisici e chimici (esempio incendio,
esplosione); vie di esposizione e rischi tossicologici a
breve e lungo periodo; sintomatologia dell'intossicazione,
misure di pronto soccorso, di prevenzione e di primo intervento
in caso di spandimento accidentale; norme di etichettatura,
imballaggio, immagazzinamento e trasporto; proprietà e
pericoli chimico-fisici; limiti di esposizione occupazionale;
dati ambientali. Le schede presentano alcune similitudini
con altri archivi tossicologici e in particolare con le schede
di sicurezza elaborate dai produttori e distribuite agli
utilizzatori delle sostanze chimiche come previsto all'art.
25 del D.Lgs. 3 febbraio 1997, n. 52. Queste schede sono
generalmente derivate dalle schede ICCA (International Council
of Chemical Associations). Le schede ICSC differiscono in
modo sostanziale dalle schede ICCA per: la maggiore semplicità tecnica
del linguaggio; il contenuto sintetico ma più operativo
per il fine e per gli operatori cui sono destinate; le schede
ICSC pur non essendo documenti legali sono particolarmente
autorevoli perché redatte e revisionate internazionalmente
da enti pubblici di riconosciuta competenza e affidabilità e
indipendenti dai produttori. Negli ultimi 30 anni siamo passati
da una gestione di queste informazioni esclusivamente cartacea
ad una di tipo informatico e lo sviluppo di Internet ha reso
più facile l'accesso a questi database specifici.
Non sempre la molteplicità delle fonti a disposizione
facilita il compito di coloro che necessitano di trovare
questo tipo di informazione. Infatti i database possono essere
in numerosi casi estremamente specialistici e/o monotematici,
e necessitano, spesso, di diversi linguaggi di interrogazione.
Attualmente la banca dati, versione italiana IIa edizione,
aggiornata ad agosto 2004, contiene 1364 schede consultabili
on line, con la possibilità quindi di un accesso veloce
a informazioni complete e affidabili sulle differenti sostanze
chimiche. Il database ICSC, in occasione del convegno, è stato
presentato e distribuito in cd-rom con un programma di interrogazioni
e ricerca, realizzato con il contributo del personale tecnico
Arpac e del coordinatore Parizia Lambiase, inteso a velocizzare
molto i tempi di ricerca delle informazioni, sia in campo
sanitario che ambientale. Si tratta, comunque, di uno strumento
utile a perseguire la politica europea relativa alle sostanze
chimiche, che mira a rafforzare la protezione della salute
umana e dell'ambiente dagli effetti nocivi che possono derivare
dalla produzione e dall'uso improprio delle stesse, fruibili
da un numero di persone molto elevato e non necessariamente
in possesso di conoscenze approfondite in campo tossicologico.
Può essere utilizzato anche dai produttori che sono
tenuti a dare informazioni su sostanze e preparati pericolosi
immessi in commercio. La diffusione su vasta scala delle
conoscenze, delle precauzioni da adottare nell'uso di sostanze
pericolose può inoltre favorire un ciclo virtuoso
di competitività e capacità di innovazione
nell'industria verso tipi di prodotti in linea con uno sviluppo
più sostenibile.
|