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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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EURISPES APRE IN CAMPANIA
un progetto ambizioso

PAUSE DEL LAVORO
LA NUOVA DISCIPLINA

IL DISTRETTO INDUSTRIALE
UTILITÀ E FUNZIONI

LA BANCA “TERRITORIALE” AL SUD
INNOVATIVO PLAYER DELLO SVILUPPO

L’ISTITUTO DEL TRUST
PROFILI DI DIRITTO TRIBUTARIO

LA BANCA “TERRITORIALE” AL SUD
INNOVATIVO PLAYER DELLO SVILUPPO
Seguire al meglio l’evoluzione sociale e politica del contesto di appartenenza

Giovanni Giuliano
Amministratore Società di Consulenza Pragma Srl
pragma@pragmaonline.it

Lo scenario economico e del sistema creditizio del Mezzogiorno, in questi ultimi mesi, risulta caratterizzato da un lato, da una stagnazione per il crollo dei consumi e degli investimenti, e dall'altro da vivacità imprenditoriale e appeal per investimenti senza uguali, conviventi, però, con realtà finanziarie faticosamente efficaci ed efficienti, diffidenti e difficilmente in condizioni di stare al passo con idee e mercati. In Campania ci sono 87 banche e 1.510 sportelli (in Lombardia 5.829); i ricavi operativi delle principali banche sono cresciuti - nel 2003 - di tre punti percentuali, è migliorata, parimenti, anche l'incidenza dei costi operativi sui ricavi, scesa dal 65,8% al 63,3%; il costo del denaro per le imprese campane è più elevato di 1,4 punti percentuali rispetto al dato nazionale; la domanda di finanziamenti destinati a investimenti produttivi è in crescita del 16% nel biennio trascorso; il rapporto tra sofferenze e impieghi è in diminuzione di circa tre punti percentuali. In breve, ciò significa: pochi sportelli e banche al Sud, alti margini con scarsi impieghi a favore di un'imprenditoria meridionale qualitativamente in crescita. Ci si attende, pertanto, con il nuovo accordo di "Basilea 2", non solo un cambiamento della regolamentazione sul capitale delle banche, ma l'intera organizzazione delle stesse, che verrà rivoluzionata per valorizzare appieno il nuovo approccio alla gestione del rischio del credito.

Quali e quante banche saranno disponibili a garantire e/o ad utilizzare strumenti che proteggano le piccole e medie imprese dall'eventualità di un minore accesso al credito indotto dall'entrata in vigore di "Basilea 2"? Quali banche saranno veramente aperte alle PMI senza irrigidimenti e burocratizzazioni? La nascita di grandi gruppi creditizi polifunzionali segna la chiusura di una prima fase di riassetto dell'intero sistema, poiché si sono creati organismi sufficientemente in grado di competere con istituti esteri. A prescindere, però, dai collegati problemi che andranno risolti in termini di corporate governance, va sottolineato che lo scenario ipotizzabile a breve termine (24 mesi) è l'ulteriore aggregazione di banche in grandi gruppi, in modo da accorpare tutti gli istituti medi, oggi nel limbo, lasciando una netta separazione tra banche territoriali e giganteschi istituti di credito polifunzionali. Oggi le banche, tendenzialmente, raccolgono a breve e impiegano a medio-lungo termine assumendo rischi di credito e di capitale a favore di clienti di ogni tipo (affluent, mass-affluent, private) e rilevanza. Hanno un'organizzazione, spesso, despecializzata. É il caso allora di riflettere sul modello di banca in grado di contrapporsi alla struttura a gruppo polifunzionale e che, soprattutto, sia in grado contestualmente di seguire al meglio l'evoluzione sociale e politica dei territori; l'evoluzione economica e ambientale delle imprese-tipo; di accompagnare le aziende e le famiglie in questa difficile fase congiunturale legata all'introduzione dell'euro, alla progressiva unificazione politica europea; di far crescere e sviluppare le imprese, in particolare, in un panorama sempre più necessariamente internazionale e digitale. Il mercato italiano è caratterizzato da economie territoriali/distrettuali, da piccole e medie imprese, talvolta "multinazionali tascabili", con esigenze peculiari e legate anche alle tradizioni locali e familiari. Oggi più che mai, allora, le famiglie (dopo l'euro e gli scandali Cirio e Parmalat) e le imprese (dopo l'11 settembre) hanno esigenze che necessitano di interlocutori finanziari attenti, pronti a seguire e supportare le decisioni, i cambiamenti, le attività in un contesto turbolento e sempre più dinamico. Tale scenario permette di rivalutare e porre in prim'ordine la necessità del nesso tra la banca territoriale e la famiglie e l'impresa sul territorio. Banca territoriale, però, dotata di particolari caratteristiche in termini di governance, struttura organizzativa, configurazione politico-sociale, vision strategica. Le Banche di Credito Cooperativo (BCC), definite "anticicliche", diventano il business model vincente. La struttura reticolare (non limitata al territorio nazionale), caratterizzata da una governance "rovesciata", dove al centro dei processi sono le BCC e attorno lavorano tante "fabbriche" di servizi e prodotti, consente alle piccole e medie imprese di sfruttare le nuove opportunità per crescere dimensionalmente, riorganizzarsi al proprio interno, svilupparsi e modernizzarsi secondo il proprio istinto ed evolversi naturale. La banca diventa player fondamentale di sviluppo e crescita culturale, personale, familiare e imprenditoriale. La struttura a "network" delle BCC ha il duplice scopo: controbilanciare lo strapotere dei giganti del credito polifunzionali dal punto di vista dimensionale e fornire un'offerta di prodotti e servizi integrata, differenziata, diversificata e diversificabile grazie ai segnali provenienti dalla periferia che detta le esigenze e fornisce gli input che la rete trasmette al nucleo (ICCREA) per la rapida rielaborazione in termini di strumenti e output in una logica di sussidiarietà e di economia di scala.
La revisione del Titolo V della Costituzione, che conferisce alle Regioni la potestà di legiferare sulle aziende di credito a carattere territoriale, porta a evidenziare il ruolo specifico, anche da un punto di vista politico e sociale, delle BCC sul territorio, in quanto possono ovviare all'anomalia italiana del "nanismo" industriale e, attraverso la rete, divenire il centro di distretti industriali, di relazioni e motore di nuove iniziative. Anche il nuovo accordo "Basilea 2" sull'adeguatezza patrimoniale delle banche, sembra dare, paradossalmente (laddove la maggior parte delle banche e imprese appare in apprensione per la probabile contrazione dei volumi impiegati), ulteriore vigore al sistema delle BCC. I vantaggi informativi delle piccole banche, specie se cooperative e fortemente radicate nel territorio, sono principalmente basati sulla capacità di superare in certa misura le asimmetrie informative proprie dei mercati territoriali del credito. Tale plus tende ad attribuire a questa particolare categoria di intermediario una maggiore efficienza nella selezione (adverse selection) e nel controllo degli affidati (peer monitoring, sanzioni morali e sociali), sostanzialmente per effetto delle forti interrelazioni con la struttura socio-economica territoriale e per la stabilità nel tempo delle relazioni di clientela. In particolare, la capacità di mantenere relazioni di clientela di lungo periodo appare come uno dei fattori che caratterizzano le piccole banche territoriali come modello di riferimento del cosiddetto relationship banking.
Con riferimento alla copertura dei rischi operativi, prevista come noto dalla bozza di accordo anche se ancora in fase di più accurata definizione, si rilevano alcuni essenziali aspetti di interesse specifico per le banche minori e per quelle organizzate a network.
Si rileva come la valutazione dei rischi operativi delle piccole banche ai fini del calcolo del coefficiente di capitale comporta necessariamente l'adozione di un approccio semplificato, o comunque l'esclusione dei metodi più evoluti di misurazione interna previsti nella bozza di accordo, che richiederanno ingenti investimenti e il rispetto di requisiti molto stringenti.

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