ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
Costozero: scarica L' INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE in formato pdf
Inserto - 59 Kb
CONFINDUSTRIA - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

LUCA DI MONTEZEMOLO
«LA MIA CONFINDUSTRIA»

IN DOTE FORZA E CAPACITÁ
MERITO E CREDITO ALL’IMPRENDITORIA ITALIANA

LUCA DI MONTEZEMOLO
LA MIA CONFINDUSTRIA
Il neo Presidente illustra gli obiettivi del suo mandato e le strategie per raggiungerli

di Vito Salerno

Dal 26 maggio scorso Luca Cordero di Montezemolo è il nuovo Presidente di Confindustria. Pochi giorni dopo è arrivata anche la nomina di Presidente della Fiat. Noto in tutto il mondo come l’artefice di una nuova stagione di successi targati Ferrari, ha rilanciato, con un lavoro che dura ormai da più di quindici anni, l’immagine del cavallino rampante. Alla nostra redazione ha raccontato come sarà la sua Confindustria.

A quale modello di Confindustria sta lavorando?
C'è un clima nuovo nel Paese, una diffusa voglia di cambiare, di riflettere, di dialogare. Per individuare priorità comuni e modi e tempi comuni per rilanciare l'economia, la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, per contribuire allo sviluppo dell'intera società italiana. In ogni settore c'è la consapevolezza della necessità di combattere la cultura del declino spingendo sull'acceleratore dello sviluppo economico. Tutti insieme. Solo nel dialogo e nella convergenza su obiettivi e strategie potremo portare il nostro Paese a crescere di nuovo, ancora. Abbiamo un compito straordinario da portare avanti. Per questo punto a una Confindustria unita, forte, autorevole, aperta al confronto con tutte le parti sociali e istituzionali. Autonoma rispetto alla politica dei governi e ai partiti. Professionale. Ad ogni livello: centrale, territoriale e di categoria. Dobbiamo investire nelle nostre strutture, fare sistema, fare squadra. Lo spirito di squadra, che deve nascere da scelte condivise, è importantissimo. Penso a una Confindustria che investe di più nelle proprie strutture, che fa del vero e proprio marketing associativo, che dà risposte professionali. Una vera casa dell'impresa.

Luca Cordero di Montezemolo
Presidente di Confindustria

confindustria@confindustria.it


Il mio impegno è quello di mettere in campo le migliori professionalità al servizio di questo progetto, che ascoltino le domande che vengono dall'industria, particolarmente dalle piccole imprese. Dobbiamo dare risposte efficienti, condivise. A chi verrà dopo di me voglio consegnare un'associazione più forte e unita che mai.

Quale sarà il ruolo di Confindustria in Europa?
La presenza delle imprese italiane a Bruxelles va rafforzata. Dobbiamo influire sulle scelte politiche della nuova Europa, composta da 25 stati sovrani. Siamo stati tra i fondatori dell'Unione, ora dobbiamo sostenere il nuovo assetto istituzionale, stimolando le autorità europee ad affrontare le questioni fondamentali di politica economica, piuttosto che quelle troppo specifiche, banali o marginali. Abbiamo agganciato l'Europa con tante difficoltà, ma non abbiamo risolto i nostri problemi. Di più: da Parigi a Berlino, da Bruxelles a Vienna, si fatica a tenere il passo con il resto del mondo. L'approvazione di una Costituzione europea non può che giovare. Darà certamente un nuovo impulso alle politiche economiche del Continente.

A quali temi strategici dedicherà maggiori risorse ed energie?
Innovazione, innovazione, innovazione. Dappertutto, a trecentosessanta gradi. Internazionalizzazione e promozione del sistema produttivo italiano, sostegno agli investimenti all'estero e attrazione degli investimenti dall'estero in Italia. Difesa e rilancio del made in Italy. In questo senso ci stiamo già muovendo, con accordi di collaborazione con istituzioni e parti imprenditoriali fondamentali per lo sviluppo, come il sistema bancario. Abbiamo già siglato un protocollo d'intesa con l'Agenzia delle dogane per combattere concretamente, alle frontiere, il mercato illegale delle merci contraffatte. È stato aperto il tavolo di stretta collaborazione operativa con l'associazione bancaria italiana per affrontare insieme il percorso della ripresa. Certo è che nessuna competitività del made in Italy potrà essere sostenuta e rilanciata senza affrontare con energia e impegno questioni base come la ricerca. Bisogna investire con coraggio e determinazione in questi settori, perché sono le idee e i progetti nuovi che costituiscono quel motore speciale che fa correre un'impresa verso il traguardo della crescita e dello sviluppo. Il tutto all'interno di una parola chiave, che ripeto: innovazione.

Investire nella ricerca vuol dire puntare sui giovani. Sono la ricchezza del Paese.
Sì, certo. Ad alimentare il motore dell'innovazione deve essere la formazione dei nostri giovani. Va tessuto un rapporto di stretta collaborazione con l'Università e la scuola, va stimolato il governo a investire di più in ricerca. Abbiamo già strappato al governo l'impegno ad abolire l'Irap sui ricercatori. E gli imprenditori, anche in questo, devono fare la loro parte. Molto viene già fatto dalle imprese di servizi. Dalla logistica, alla commercializzazione, dalle consulenze in campo tecnologico alla produzione e gestione della cultura. Un patrimonio di inestimabile valore, che ci viene riconosciuto in tutto il mondo, che produce reddito e che andrebbe promosso con maggiore sensibilità.

Quale dovrà essere il ruolo delle imprese per uscire dalla difficile fase di transizione in cui si trova la società italiana?
Come ho detto all'Assemblea che mi ha eletto presidente per i prossimi quattro anni, tocca anche alle imprese e alla Confindustria indicare il futuro del Paese e tracciare la strada verso lo sviluppo. Gli imprenditori devono essere consapevoli di essere classe dirigente e come tale devono guardare avanti, con senso di responsabilità e spirito di servizio. Abbiamo avuto molto, dobbiamo prendere atto che va restituita parte di ciò che si è ricevuto. Per contribuire alla crescita di tutta la comunità di cui siamo parte fondamentale, con il sindacato, con i lavoratori, con tutte le forze culturali, sociali e imprenditoriali del Paese. Credo che lo sforzo di ciascuno di noi, mio per primo, debba essere indirizzato a contrastare la cultura del declino, lasciandosi alle spalle sterili dibattiti sulle colpe degli altri o filosofici distinguo sulle parole. Oggi bisogna consolidare e accrescere la posizione economica, culturale e politica che l'Italia ha conquistato nel mondo. Molte energie e risorse dovranno essere investite per recuperare valori e modi di lavorare positivi, che sono stati abbandonati negli ultimi anni. Il lavoro di squadra, l'orgoglio d'impresa, il metodo del dialogo sociale e della collaborazione stretta e produttiva con il mondo delle banche sono i punti fondamentali dai quali ripartire per il rilancio di tutta la comunità nazionale. Le imprese italiane devono recuperare quella cultura della crescita, quello spirito vincente di riscatto che animò i nostri Padri nel dopoguerra. Dobbiamo crescere per non essere assorbiti. Le piccole imprese, la struttura portante del sistema industriale italiano, devono entrare nella logica della crescita. Nessuno più di noi stessi potrà aiutarci a risolvere i nostri problemi. Se crediamo nel libero mercato, tocca a noi aprire nuovi orizzonti ed esplorare nuove strade per il progresso. Ma per far questo abbiamo bisogno di favorire un ambiente sociale positivo. Una società coesa, capace di sviluppare strumenti e comportamenti adatti ai tempi, fondata su regole condivise, nel confronto continuo con il sindacato, in particolare. Abbiamo il dovere di assumerci una grande responsabilità sociale, che è insieme etica e morale, per contribuire pienamente allo sviluppo del nostro Paese.

E il Mezzogiorno? Cosa intende quando dice che sarà «sarà la nostra nuova frontiera»?
Incentivi e assistenza non bastano. Occorre selezionare pochi obiettivi, ma buoni e condivisi da tutti i soggetti interessati allo sviluppo del nostro Sud. Ma a monte il governo deve assicurare condizioni di base necessarie, come le infrastrutture, materiali e culturali, e la sicurezza. È urgente rivolgere più attenzione al turismo. Finora il Mezzogiorno d'Italia non ha saputo "vendere" adeguatamente un prodotto prezioso come il turismo, carico di un valore storico, artistico e paesaggistico che nessuno al mondo potrà mai copiare. Questo vale per tutto il Paese, ma di più per il Mezzogiorno che è paradossalmente più indietro del Centro-Nord. Sono ottimista, però. Persa l'ultima gara, guardiamo avanti per vincere la prossima. Nel Sud vedo crescere una nuova generazione di imprenditori moderna e orientata al mercato che saprà vincere questa sfida. I giovani sono la ricchezza del Paese, di tutto il Paese, da Nord a Sud. Sono i giovani che dovranno avere il coraggio di osare di più, di aprire nuove piste di riflessione, aprire nuovi orizzonti. Perché la nuova frontiera del Mezzogiorno sia aperta a un futuro di successi.

Riannodare i fili del dialogo con i sindacati ripartendo dal patto di concertazione del '93? È un impegno importante.
L'intesa del '93 fu un atto straordinario, che ha prodotto risultati positivi per il Paese. Un grande esempio di metodo. L'ho detto al convegno dei Giovani Impren-ditori del 4 e 5 giugno scorso e lo ripeto. Quando ci riferiamo a quel patto di più di dieci anni fa è per recuperare e praticare quella "politica" delle convergenze che ha prodotto un sistema di regole condivise che nel complesso ha funzionato bene. Ma quel metodo va aggiornato, dobbiamo guardare avanti. Invece di discutere del '93 preferisco che si discuta di come attrezzarci per il 2013. Oggi, sarà necessario ritrovare lo spirito di coesione con chi si riconosce negli obiettivi dello sviluppo e della crescita, dovranno essere emarginate le frange del conflitto. È un impegno importante. Dovremo pretendere da noi stessi e dai nostri interlocutori assenza di pregiudizi, disponibilità al dialogo, rigoroso rispetto delle condizioni di competitività cui le nostre imprese sono sottoposte nel mercato globale.

A proposito di mercato globale, qual è la strada da percorrere rispetto alla concorrenza asiatica?
Si sta assistendo a una nuova collocazione delle capacità produttive su scala mondiale. Tutti i Paesi industriali soffrono, ma noi italiani di più. Non ci sono scorciatoie: occorre investire per essere più competitivi. Dobbiamo crescere per non essere assorbiti. Dobbiamo sforzarci, come ho già detto, di promuovere la nostra economia. Portare all'estero i nostri prodotti, le nostre tecnologie, la nostra cultura, il nostro stile di vita. Molte imprese italiane lo hanno già fatto in Cina, per fare un esempio, altre lo stanno facendo. Come Confindustria stiamo approntando progetti specifici nelle aree più strategiche per sostenere con forza i nostri as-sociati.

Torniamo al rapporto da costruire con il sistema bancario. In concreto?
Il rapporto con le banche va impostato su basi moderne e di sviluppo. Il mondo del credito rappresenta, specie per la piccola impresa, lo strumento fondamentale per stare sul mercato e crescere adeguatamente. E le piccole imprese devono crescere. Le banche, da parte loro, devono riuscire a valutare al meglio i progetti meritevoli di essere sostenuti. È necessario crescere insieme. Favorendo, ad esempio, un maggior ricorso al debito a medio e lungo termine, con tempi di restituzione effettivamente collegati ai flussi di cassa previsti dalle imprese. Con le banche dobbiamo fare più che mai sistema. Una semplice parola che implica però un grande progetto. Tutto il sistema economico italiano deve sforzarsi di "fare sistema". Dalle grandi industrie a quelle piccole. Lo sforzo per rilanciare il Paese deve essere corale.


Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Luglio - 3.012 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it