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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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PORTO COMMERCIALE SEMPRE IN FERMENTO
AFFARI PER 4 MILIONI DI TONNELLATE L'ANNO
Un progetto di riassetto è stato avviato per arginare il rischio idrogeologico

di Roberto Napoli
Direttore Dipartimento Salerno - ARPAC
arpac-salerno@libero.it

Il porto di Salerno svolge essenzialmente la funzione di porto commerciale e fa della città un notevole centro di scambi. Il traffico commerciale portuale ha subito nell'ultimo decennio un notevole incremento. A oggi si stimano circa quattro milioni di tonnellate di merci movimentate, delle quali 1.730.705 tonnellate sbarcate e 2.103.453 imbarcate con un incremento del 137% rispetto al 1987. In particolare le merci messe in container rappresentano, in termini di tonnellate, il 70% dei transiti complessivi dello scalo.
Lo scenario del porto di Salerno è in via di trasformazione. Infatti, nel breve e medio periodo assumerà sempre più funzioni di porto regionale, grazie anche alla realizzazione di un interporto, quale nodo di interscambio, nel comune di Pontecagnano-Faiano, per incanalare il traffico commerciale nelle direzioni Nord-Sud (da La Spezia via Salerno fino a Palermo e Nord Africa, e viceversa) e Ovest-Est, (da Salerno verso il bacino adriatico: Manfredonia, Bari, la Iugoslavia e la Grecia). Oggi, il porto di Salerno si prepara a una nuova grande sfida; grazie anche all'affermarsi di una politica di sviluppo del turismo e alla collocazione geografica della città, al centro di un comprensorio turistico di grande pregio (Costa d’Amalfi, Paestum, Pompei), si vuole fare del porto uno scalo crocieristico di livello internazionale inserito nel circuito degli approdi più rappresentativi del Mediterraneo. La presenza di un porto "turistico" consolidato dovrebbe essere uno dei poli trainanti dell'economia salernitana. La riorganizzazione della portualità turistica costituisce uno degli obiettivi strategici del nuovo PRG del Comune di Salerno.
Difatti il progetto di AAPU che interesserà il fronte marittimo prevede:
- la riorganizzazione del porto commerciale;
- l'ampliamento e la riqualificazione del porto turistico Masuccio Salernitano, al fine di una migliore qualità dei servizi e di una maggiore integrazione con la città;
- la creazione di un secondo porto turistico di fronte al litorale di Santa Teresa.
La presenza del porto e delle attività connesse, comporta un elevato impatto ambientale sull'ecosistema cittadino, basti pensare ai crescenti livelli di congestione del traffico, all'inquinamento atmosferico, acustico e marino, alla sottrazione di una quantità di risorsa pubblica (lo spazio costiero). Difatti le principali problematiche ambientali relative agli ambiti portuali, possono così sintetizzarsi:
- rischio di incidenti favorito da particolari condizioni meteo-marine;
- aumento di torbidità generato da interramenti o da dragaggi di fondali;
- l'accumulo e la dispersione negli ecosistemi limitrofi di sostanze tossiche derivanti dallo stazionamento delle navi (rilascio di oli, idrocarburi e sostanze dovute all'attività umana) e dal carico e scarico merci;
- l'impatto acustico che si propaga velocemente a grandi distanze;
- la messa in opera di infrastrutture funzionali a una buona fruizione del porto stesso;
- la congestione del traffico e le numerose problematiche collegate alla mobilità urbana.
Un ulteriore punto da affrontare è quello relativo alla costruzione di infrastrutture per la fruizione del porto. Queste, deviando le correnti marine, hanno comportato l'erosione costiera con la scomparsa di ampi tratti di costa della litoranea orientale (tra Pontecagnano e Salerno). In conclusione, dopo avere visionato tutti i dati relativi alla città di Salerno, il Comune è caratterizzato da un buon grado di vivibilità sia nel suo centro urbano che nell'immediato hinterland. Non mancano però fattori di pressione sul territorio. Per far fronte a tali problematiche e alle esigenze di rinnovo della città sono in atto mirate scelte progettuali (AAPU) elaborate per alcune aree significative della città, che richiedono di essere sottoposte con urgenza a progetti di trasformazione e miglioramento. Tali scelte anticipano lo scenario finale del nuovo PRG che tende a rilanciare Salerno come città del turismo, del commercio, dei servizi e dell'organizzazione del tempo libero e della cultura. In quest'ottica di qualificazione e crescita generale della città è prevista la risoluzione delle attuali criticità ambientali mediante la riorganizzazione della mobilità, dei parcheggi, del porto turistico e commerciale, il rilancio della infrastrutture alberghiere, la riqualificazione di interi quartieri cittadini, del verde e dell'arredo urbano, dei litorali nonché il miglioramento delle acque di balneazione.

Cenni sui rischi idrogeologici
Argomento a parte è quello relativo ai rischi idrogeologici: la Campania è una regione nella quale l'esposizione al rischio naturale è molto elevata sia per le peculiarità fisiografiche del territorio che per l'intensa antropizzazione. Il dissennato uso del suolo, nonché l'urbanizzazione incontrollata, hanno compromesso le naturali condizioni di equilibrio del sistema uomo-ambiente. L'assetto morfologicostrutturale del territorio favorisce tipologie di fenomeni naturali quali: dissesto idrogeologico, terremoti ed eruzioni vulcaniche. La presenza di vaste aree a rischio idrogeologico sul territorio nazionale ha determinato la realizzazione di interventi organici di protezione e riassetto del territorio, per la riduzione del rischio. Con l'attuazione del D.L. 180/1998, sono stati trasferiti alle Regioni fondi per la realizzazione di programmi di intervento urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico. Per le stesse finalità sono stati stanziati fondi nell'ambito delle Leggi Finanziarie dal 1999 ad oggi; tali risorse vengono assegnate alle Regioni in base ai vigenti criteri di riparto. A fronte degli interventi di emergenza (dopo Sarno), gestiti dalla apposita Struttura Commissariale, è stato predisposto il "Piano generale degli Interventi Infrastrutturali di emergenza e prima sistemazione idrogeologica". Tale Piano, che ha avuto nel tempo successive rimodulazioni e approvazioni, prevede interventi per complessivi 1.092,292 mld di vecchie lire, di cui 37 miliardi finanziati con fondi diversi da quelli attribuiti alla Struttura Commissariale. I recenti eventi calamitosi, dunque, hanno evidenziato il ruolo essenziale della pianificazione territoriale. È necessario favorire un processo di coinvolgimento dei soggetti istituzionali ai differenti livelli di governo del territorio, per giungere a una pianificazione integrata e coerente. Il Piano di Bacino, strumento specifico della difesa del suolo, definisce le politiche di intervento sul territorio di bacino attraverso i piani stralcio. A oggi, nessun Piano di Bacino è stato redatto in forma completa, ma un notevole impulso all’attività di pianificazione delle Autorità di bacino è stato innescato dal D.L. 180/1998. La grande presenza di aree a rischio idrogeologico sul territorio regionale rappresenta un pericolo per la sicurezza delle persone e dei beni esposti e costituisce un limite alle potenzialità di utilizzazione del territorio e del suo sviluppo. Per tale motivo è stata avviata sul territorio un’azione concreta di riduzione del rischio attraverso programmi di interventi di protezione e riassetto del territorio, finanziati da apposita normativa nazionale e regionale. Dall'analisi della situazione attuale appare evidente la necessità di ulteriori stanziamenti finanziari per nuovi interventi organici di riassetto di un territorio ampiamente fragile.

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