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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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EURISPES APRE IN CAMPANIA
un progetto ambizioso

PAUSE DEL LAVORO
LA NUOVA DISCIPLINA

IL DISTRETTO INDUSTRIALE
UTILITÀ E FUNZIONI

LA BANCA “TERRITORIALE” AL SUD
INNOVATIVO PLAYER DELLO SVILUPPO

L’ISTITUTO DEL TRUST
PROFILI DI DIRITTO TRIBUTARIO

IL DISTRETTO INDUSTRIALE
UTILITÀ E FUNZIONI
La scelta di un modello vincente per aumentare la competitività delle imprese

Vincenzo Bertucci
Presidente Exen Spa
exen@exen.it

In Italia, come d'altra parte in tanti paesi con una lunga tradizione industriale, molte produzioni hanno, da tempi più o meno lontani, una o più collocazioni geografiche ben precise in conseguenza di disponibilità localizzate delle materie prime, di un continuo sviluppo e perfezionamento di antiche tecniche artigianali tramandate, infine, di scelte operative legate in parte anche alla concorrenza tra diversi produttori ovvero alla decisione di indirizzarsi verso un mercato più ristretto e selettivo, ma anche più redditizio. È stato così che alcune produzioni si sono concentrate in una o più aree ben determinate, tanto che città come Arezzo, Caserta, Valenza e Vicenza sono strettamente associate all'oreficeria, la Brianza all'industria del mobile, Fabriano a quella cartaria, Napoli e il napoletano alla fabbricazione di guanti in pelle, e così via. In tempi più recenti, le numerose PMI ubicate in queste aree hanno scoperto che, di fronte all'aumento delle produzioni di massa e all'affermazione della grande distribuzione commerciale, era per loro sempre più difficile (e costoso) anche solo seguitare a farsi "vedere" dai clienti tradizionali e a conservare nicchie di mercato sufficientemente ampie e capaci di assorbire i loro prodotti. Per superare questi problemi è perciò risultata vincente la scelta di costituirsi in distretti industriali, laddove tale decisione sia realmente operativa. Infatti, le aziende si uniscono e creano un'organizzazione comune per lo svolgimento di un numero più o meno ampio di attività collaterali e sussidiarie per realizzare quelle che si definiscono "economie di scala", classificabili a loro volta in due categorie:
- le economie interne che dipendono dalle risorse tecniche, finanziarie e manageriali delle singole imprese, dalla loro organizzazione e dall'efficienza della loro amministrazione;
- le economie esterne che, al contrario, dipendono dallo sviluppo generale del Distretto Industriale.

La loro presenza determina una riduzione dei costi medi delle aziende che fanno parte del Distretto, anche se ogni impresa mantiene costante produzione e impianti. Molto spesso, la riduzione dei costi porta con sé un aumento di produttività che si risolve non solo in un utile più consistente, ma anche in un miglioramento delle relazioni tra il management e il personale. Il concetto di economie esterne, applicato al Distretto Industriale, richiede una qualificazione in quanto il distretto è un sistema industriale in cui le connotazioni sociali e territoriali (date dall'agglomerazione delle imprese e dalla sovrapposizione ad un fitto tessuto urbano) assumono un ruolo determinante. La qualificazione è quella di economie esterne da agglomerazione, con la quale si indicano le diminuzioni nei costi medi di produzione e commercializzazione di un'impresa, dipendenti positivamente dal livello a cui è condotta una certa produzione in un determinato luogo. In breve, le economie esterne da agglomerazione sono quelle che ogni azienda viene a realizzare sui notevoli costi che deve sostenere per il marketing, il trasporto, la consegna dei prodotti e per garantire, in taluni casi, una rapida ed efficiente assistenza post-vendita on site. Sono cioè le economie sui costi di produzione e di transazione di cui un'impresa può avvantaggiarsi quando sia inserita in un agglomerato relativamente grande in termini produttivi. Attraverso la costituzione del distretto industriale, quindi, le imprese accrescono la loro competitività e riescono a operare con l'efficienza di un gruppo compatto realizzando così ulteriori economie sia sui costi per la gestione del personale che su quelli per i numerosi adempimenti burocratici e amministrativi, costi che una PMI fa spesso fatica a sostenere, salvo rinunciare alla possibilità di realizzare un costante miglioramento del livello di produttività e di qualità del prodotto. Oltre alle economie di scala, direttamente legate all'attività delle aziende, vi sono altri elementi che hanno un evidente influsso agglomerativo sulle attività industriali delle aziende facenti parte di un distretto; si tratta delle "economie esterne di intermediazione", a loro volta distinte in:
- riserve accumulate, che riguardano la funzione delle industrie sussidiarie: ciò può avere un'applicazione non solo interna alle singole imprese, ma anche a livello di sistema; la vicinanza fra le aziende permette potenzialmente una rapida effettuazione dei rifornimenti;
- contatti personali e organizzazione interimpresa, che riguardano l'offerta al cliente (grossista o dettagliante) di una maggiore comodità nella ricerca dei prodotti più rispondenti alle esigenze della propria clientela. È, infatti, più vantaggioso per l'acquirente trovare beni o servizi concentrati in un'area ristretta riducendo i tempi della ricerca diretta.

Un'ultima serie di fattori a forte influenza agglomerativa può essere riferita al termine di "atmosfera industriale", ovvero l'agglomerazione delle industrie in un distretto genera, nel tempo, fra la gente che ci vive, un'attitudine diffusa al lavoro industriale. È infatti opinione diffusa tra gli studiosi che nel distretto sia chiaramente avvertibile la presenza di un processo culturale, connesso alle necessità dell'industria, al quale si attribuisce maggiore rilevanza quando la collettività umana coinvolta risieda in un territorio limitato dove vi sia una notevole e duratura concentrazione industriale. Ancora, le economie realizzate attraverso il distretto possono consentire alle aziende di destinare maggiori risorse alle attività di ricerca e sviluppo oltre che allo studio di soluzioni innovative nel campo del design avvalendosi a tal fine anche di strutture comuni, sia per semplificare e potenziare processi e lavorazioni comuni che per migliorare e modificare i loro singoli prodotti anche al fine di adeguarli alle esigenze di mercati aventi culture e tradizioni diverse. Altro vantaggio da non trascurare è che l'accumulazione nel distretto industriale di know-how specializzato e delle relative infrastrutture crea un incentivo alla creazione o alla localizzazione in zona delle imprese che ne hanno bisogno. La scelta di costituire un distretto industriale richiede, inoltre, alle PMI la rinuncia ad una parte della propria autonomia gestionale a favore di un'entità collettiva che, tra l'altro, assicuri il puntuale ed efficace svolgimento di tutte quelle attività che, pur essendo fondamentali per la regolare esistenza e sussistenza delle singole aziende, non interferiscono con la qualità e le peculiarità dei loro prodotti. Queste ultime infatti, grazie al maggior potere contrattuale del Distretto rispetto a quello delle singole aziende, potranno essere maggiormente protette. In questi ultimi anni la continua espansione dei mercati e il diffondersi e aggravarsi dei problemi causati dalla pirateria industriale, contro la quale sembra non esistano armi efficaci, hanno reso sempre più necessaria la costituzione di distretti industriali veramente compatti ed efficienti, tanto sul piano della collaborazione commerciale che su quello dei rapporti, vuoi con le organizzazioni di categoria vuoi con le istituzioni politiche, non solo locali e regionali, ma anche nazionali e comunitarie. Il recente allargamento dell'UE ad altri 10 Paesi, unito agli ulteriori ampliamenti che certamente si realizzeranno nei prossimi anni, richiede una sempre maggiore coesione e collaborazione delle PMI associate nei Distretti Industriali soprattutto al fine di ottenere provvedimenti legislativi che assicurino un'efficace protezione dei loro prodotti dalle contraffazioni e dalle imitazioni, cosa che oggi non avviene con la celerità e incisività necessarie anche a causa di decisioni poco comprensibili degli organismi comunitari. Nel panorama dei Distretti Industriali fattore strategico vincente risulta l'apertura all'esportazione in ogni parte del mondo sostenuta da una organizzazione specializzata per le attività di marketing e per la logistica in campo internazionale, unitamente all'utilizzo di soluzioni informatiche avanzate. In linea di massima, infatti, i risultati economici e di immagine delle aziende esportatrici (entro la sola UE e anche al di fuori di essa) sono nettamente superiori rispetto a quelli delle aziende orientate verso il solo mercato interno. E per quanto riguarda un efficace utilizzo delle emergenti ICT, molto resta ancora da fare, in quanto questo utilizzo è frenato soprattutto dai bassi investimenti in termini di PIL, che non hanno adeguatamente sostenuto il diffondersi di soluzioni per l'e-commerce, mentre risultano evidenti i vantaggi di quei distretti che, investendo in soluzioni Internet, hanno ottenuto significative riduzioni dei costi e una generale espansione del volume d'affari. Comunque, è opportuno tenere presente, sia da parte delle organizzazioni di categoria e dei singoli imprenditori che da parte degli enti pubblici territoriali, che la costituzione e il potenziamento di un Distretto Industriale non sono il fine di un'azione collettiva destinata a esaurirsi in se stessa, ma piuttosto il mezzo più efficace per ottenere e offrire una sempre maggiore collaborazione in tutti i momenti della vita di ciascuna azienda. Pertanto, il Distretto Industriale non deve essere statico, si potrebbe dire sclerotico, ma deve trovare in se stesso la forza e la capacità di evolvere, di allargarsi a nuove aziende e prospettive di sviluppo, adeguandosi all'ampliamento dei mercati, al mutare delle loro esigenze e delle loro richieste, avvalendosi con intelligenza delle nuove tecnologie, sia per quanto riguarda l'attività produttiva vera e propria che la presentazione e la diffusione del prodotto su tutti i mercati.

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