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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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IL SEGRETO DEL NOSTRO SUCCESSO
TRASPARENZA E VOGLIA DI VINCERE

SAVOY BEACH HOTEL DI PAESTUM
IL TEMPIO DOVE L’ACCOGLIENZA È UN DONO

INTERCAR E TOYOTA
UNA PARTNERSHIP DI QUALITÁ

IL SEGRETO DEL NOSTRO SUCCESSO
TRASPARENZA E VOGLIA DI VINCERE
L’incredibile stagione della Pelplast Handball Salerno raccontata da Pisapia & Pellegrino

di Vito Salerno

Mai così in alto è giunto lo sport salernitano. La Pelplast Handball Salerno è la prima società sportiva della città a laurearsi Campione d'Italia. Adele De Santis, Maria Fusco, Vesna Benkovic, Roxana Stanisor, Eva Rebol, Natalja Anissenkova, Mila Lucic, Oksana Pavlyk, Verena Wolf, Dania Pastore, Federica Marino, Lucia Butnarasu, Veronica Schiopu e Antonella Coppola, ecco le protagoniste di una stagione indimenticabile per il Presidente Mario Pisapia e il Direttore Generale Rosario Pellegrino. Le atlete salernitane hanno vinto tutto: Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa. Mario Pisapia, classe '72, pioniere del Progetto Handball, è amministratore della Medialine, giovane azienda di I.T.. Rosario Pellegrino, nato nel 1968, laureato in giurisprudenza, è l'amministratore delegato della Pecoplast.

Il risultato ottenuto nasce da un disegno preciso, dalla volontà dichiarata di mirare al successo. Ma quest’ultima da sola può davvero bastare?
Rosario Pellegrino: Nostra dichiarata volontà era vincere lo scudetto. Quando ci siamo confrontati, all'inizio della stagione, ab-biamo capito di poter vincere tutto. Ma era necessario che, oltre alle potenzialità tecniche e alla determinazione, ci fosse una precisa regia. Abbiamo cre-ato un modello di successo a livello nazionale. Il nostro progetto ha ricevuto il plauso della Federazione Gioco Handball Italiana, che ha scelto Salerno per ospitare la Final Four di Coppa Italia, ma cenni di ammirazione sono arrivati anche dalle altre compagini del campionato. Ciò che ha stupito è stato il raggiungimento dell'equilibrio societario e quindi del successo in così breve tempo. Esporteremo il modello nel resto d'Italia e, molto probabilmente, in altri sport. Il segreto di questi risultati sta nell'avere preso come riferimento l'organizzazione aziendale, cercando di replicarla anche nella società sportiva. Poi ci sono dei valori umani che ti aiutano, senza dubbio. Le naturali e diverse inclinazioni caratteriali hanno fatto sì che Mario e io non ci pestassimo i piedi, svolgendo ognuno il proprio ruolo.

Come e perché ci si avvicina a uno sport minore?
Mario Pisapia: Lo dico spesso, è il cardine della nostra filosofia: l'imprenditore ha il dovere di fare qualcosa per il proprio territorio. Credo fortemente nel mecenatismo, senza alcuna accezione negativa. Se grazie alla nostra azione cresce la regione, sicuramente otterremo un ritorno in termini di immagine nonché un'effettivo miglioramento della qualità della vita e una diffusione della cultura d'impresa. è necessario rivitalizzare questa terra, perché la vitalità del territorio coincide con il fermento economico. Rosario è un collega imprenditore e un amico. Si è assunto insieme a me la responsabilità di questa scommessa, con impeto e passione. Probabilmente, rispetto alla delusione dello scorso anno, l'arma in più è stato proprio lui. La mentalità vincente di Rosario ci ha aiutato non poco. Siamo una macchina perfetta.

I successi vanno vissuti da tifosi o da dirigenti?
Mario Pisapia: Come tutti gli appassionati, sono scaramantico. Cerco di guardare le partite sempre dalla stessa postazione, vivendole come un aficionado. Al termine dell'incontro, però, ridivento il dirigente che programma la settimana successiva, sia per la mia attività professionale che per quanto riguarda l'handball, ovvio.
Rosario Pellegrino: In sintesi, li vivi da tifoso e li gestisci da dirigente.

Gestire una società sportiva in cosa differisce dal prendersi cura di un'attività imprenditoriale?
Rosario Pellegrino: Dal punto di vista umano e soggettivo, in azienda ero abituato a confrontarmi con persone del mio stesso sesso. Nella pallamano ho a che fare con delle donne, e questa piacevole novità all'inizio mi ha un po' disorientato. Sul fronte manageriale, nello sport al Sud siamo molto indietro. Sassari e Verona percepiscono notevoli contributi dalle regioni e dagli sponsor presenti sul territorio. Hanno ricavi dall'attività sportiva. Noi abbiamo solo costi, cui poi si aggiunge la carenza infrastrutturale. Si parte da meno di zero.

In che modo vi interfacciate con l'allenatrice?
Rosario Pellegrino: Adriana Prosenjak, gode della nostra piena fiducia. Il suo compito è tecnico. Noi cerchiamo di assecondare le sue richieste anche quando non le condividiamo pienamente. La passione ti può portare a scelte poco ponderate. Non facciamo come i vari Berlusconi di turno, non ci togliamo gli sfizi del momento.

Riuscirete a coinvolgere altre imprese sfruttando l'effetto delle vittorie?
Rosario Pellegrino: È chiaro che l'effetto scudetto si sta facendo sentire e si avverte una maggiore sensibilità verso la nostra squadra. Ma è presto, siamo ancora un po' scettici. La Champions League è una grande vetrina, potrebbe muoversi qualcuno a livello nazionale o fuori confine. Non chiudiamo la porta a nessuno. Chi crede nel nostro programma è il benvenuto. Tutti quelli che partecipano avranno la loro visibilità.
Mario Pisapia: Per quel che riguarda le istituzioni, poi, non ci aspettiamo nulla. Certo se pensassero solo a noi farebbero torto agli altri sport minori, ma deve finire l'egemonia del calcio. Ci vuole il senso delle proporzioni. E va usata anche un po' di meritocrazia. La nostra è la prima squadra salernitana che vince uno scudetto.

Per investire in uno sport bisogna essere degli appassionati, o basta lo spirito di iniziativa?
Mario Pisapia: Passione e trasparenza. Siamo riusciti a fare qualcosa per la città. Siamo un gruppo di amici che condividono un obiettivo divertendosi.

Quali sono i progetti per il futuro della Pelplast Handball?
Rosario Pellegrino: Innanzitutto, sarà doveroso un rinnovamento della squadra. La parabola discendente dopo l'apice toccato quest'anno si evita creando nuovi stimoli. Punteremo di nuovo allo scudetto. E andremo in Europa come unici rappresentanti italiani di questo sport. Il livello della pallamano europea è alto, e pertanto sarebbe già un importante traguardo superare i primi turni. Dobbiamo, inoltre, consolidare la società dal punto di vista economico e manageriale.

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