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  Dicembre 2012

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n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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I PAESI ARABI NELLA COMPETIZIONE MONDIALE
NUOVI MERCATI PER LE IMPRESE ITALIANE
Da Tunisi un concreto esempio di consapevolezza imprenditoriale

Pier Luigi d'Agata
Direttore Generale Assafrica & Mediterraneo
direzione@assafrica.it

James Hillmann sostiene che la nostra società è governata da Ermes, il dio della velocità e della comunicazione. Però l'agenzia di stampa Associated Press nacque nel 1848, solo quattro anni dopo il primo utilizzo del telegrafo da parte di Samuel Morse. Nello stesso periodo giravano le prime scatole di fiammiferi che avevano sul coperchio il marchio del produttore, oggi chiamato brand. Dunque, anche senza Internet, idee e notizie circolavano. Oggi siamo bersagliati da messaggi che devono spingersi sempre più "oltre" per superare la soglia dell'assuefazione alla notizia ma il gran circo dell'informazione, soprattutto quella più utile alle imprese, sembra perdere colpi. Nel trionfo di portali, agenzie stampa, e-mail, news e newsletter on line, sfuggono proprio quei messaggi, neanche tanto cifrati, che dovrebbero far correre noi, il più volte conclamato "Paese ponte sul Mediterraneo" a controllare se le nostre rampe di lancio sono in assetto. Invece annega senza storia, mentre si sta accentuando il processo di regionalizzazione che da tempo Assafrica & Mediterraneo sta sottolineando, la notizia della 38ma Conferenza Generale delle Camere di Commercio, Industria e Agricoltura arabe che si è svolta a Tunisi, subito dopo il Vertice della Lega Araba. Nonostante l'assonanza con le organizzazioni appartenenti al nostro sistema camerale pubblico, si tratta in realtà di organismi di rappresentanza dell’imprenditoria privata. É stata infatti l'UTICA, la Confindustria tunisina presieduta da Hèdi Djilani, imprenditore internazionale che parla correntemente italiano, grande estimatore delle Ferrari (in famiglia ne ha quattro), a organizzare l'evento. "Lo sviluppo e la complementarietà arabe e le relazioni con l'Europa" è stato il tema dell'incontro, svoltosi alla presenza di 300 rappresentanti di organizzazioni imprenditoriali arabe e di un numero imponente di esperti venuti dai Paesi dell'area. Con il Presidente di Assafrica & Mediterraneo Enzo Boccia, che di lì a poco avrebbe fatto il suo intervento, ascoltavamo il Presidente dell'Unione delle Camere di Commercio arabe Abdel Kammou sottolineare che le sfide che la zona araba deve affrontare necessitano l'instaurazione di un dialogo costruttivo con i differenti raggruppamenti economici del mondo e in particolare con l'Unione Europea. Il Vice-Primo Ministro della Giordania- cui re Abdallah sta imprimendo una forte accelerazione politica ed economica, tessendo alleanze politiche e accordi economici con Europa e Stati Uniti- sottolinea poi la necessità per i governi dei Paesi arabi di distinguere tra interessi economici e politici, chiamando a far partecipare i privati all'elaborazione di accordi e legislazioni appropriate per governare le attività economiche. Ma è il Primo Ministro della Tunisia Ghannouchi che evidenzia con forza come l'adesione di un gruppo di Paesi arabi allo Spazio Euromediterraneo, nel quadro degli Accordi d'Associazione conclusi o in via di conclusione con l'Unione Europea, richieda l'approfondimento della concertazione, del coordinamento delle prese di posizione e dello scambio di informazioni, così da poter reggere le sfide che derivano dall'integrazione in questo Spazio. Emerge nel corso dei lavori la consapevolezza del ruolo del settore privato nella realizzazione della complementarietà economica tra i paesi arabi, soprattutto attraverso la Zona di libero scambio da costruire entro il 2005. Emerge anche la volontà degli imprenditori arabi di avvantaggiarsi della vicinanza all'Unione Europea per una migliore integrazione nell'economia mondiale e di far sentire una voce unitaria nei confronti dei loro Governi per sostenere la necessità e l'urgenza dell'integrazione economica interaraba. Temi forti, visto che tra i 22 Paesi della Lega Araba, 11 Stati sono nel WTO come membri effettivi mentre Algeria, Iraq, Libano, Arabia Saudita, Sudan e Yemen sono solo osservatori. Dal punto di vista geografico poi, dieci Paesi sono in Africa e fanno quindi parte anche dell'Unione Africana, cinque sono invece nel Vicino Oriente e appartengono (salvo al momento l'Iraq) allo Spazio Euromediterraneo assieme ai Paesi del Nord Africa, sette infine sono in Medio Oriente e, ad eccezione per ora dello Yemen, tutti fanno parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo, che sta procedendo entro il 2010 alla sua trasformazione in Unione Economica e Monetaria. Si sta quindi ricostituendo dopo cinquant'anni, periodo che ha visto la nascita dell'indipendenza politica di tutti i Paesi a Sud dell'Europa e la fine dell'influenza sovietica sulle loro nuove economie, una grande regione economica attorno al Mediterraneo, che storicamente è da sempre strettamente integrata e che comprende Europa, Africa e Medio Oriente. É un'area in grado di competere efficacemente con le economie di Cina e Stati Uniti e di svilupparsi in Partenariato a Nord, Sud ed Est del Mediterraneo. L'Unione Europea ha accordi di liberalizzazione commerciale e di aiuto allo sviluppo con tutti i 68 Paesi Sud dell'area: il Meda con il Nord Africa e il Vicino Oriente, la Convenzione di Cotonou con l'Africa Subsahariana, l'Accordo di cooperazione con il Consiglio di Cooperazione del Golfo. In questo quadro i Paesi arabi hanno un ruolo di cerniera tra Nord e Sud e possiedono una quota importante di risorse energetiche, prevalentemente esportate nell'Unione Europea. Per di più quest'area ha potenzialità formidabili a livello internazionale, ha capitali, know-how, materie prime e comprende complessivamente circa 100 Stati, oltre la metà dei Paesi del Mondo, con quasi un miliardo e mezzo di persone. É verosimile che il massiccio ingresso della Cina sui mercati mondiali (e il suo probabile futuro ruolo politico, essendo già uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU), cambi gli scenari in atto di una globalizzazione economica realizzata attraverso il passaggio intermedio della formazione di numerose aree regionali che confluiscano poi in una liberalizzazione totale a medio termine all'interno del WTO. Appare infatti ormai probabile che la globalizzazione si realizzi intorno a tre principali aree regionali mondiali, di peso diverso a seconda di quali e quanti saranno i Paesi che si aggregheranno attorno allo Stato o gruppo di Stati capofila. La prima area appare essere quella delle Americhe attorno agli Stati Uniti, la seconda quella dell'Estremo Oriente attorno alla Cina, la terza quella dell'Europa ampliata ad Est e a Sud attorno all'Unione Europea e al Mediterraneo. Tutte le altre aree regionali appaiono troppo piccole per resistere all'impatto della mondializzazione dell'economia. Le economie arabe sono a un bivio: da sole appare difficile possano vincere la sfida della competizione mondiale, come probabilmente non può farlo adeguatamente l'Unione Europea, che pur conta attualmente oltre 454 milioni di abitanti. Più volte ho positivamente ascoltato dagli imprenditori arabi presenti a Tunisi la sollecitazione ad adottare una strategia coerente tra paesi membri della zona di libero scambio interaraba per adattarsi ai cambiamenti in atto e la necessità di creare uno spazio economico in grado di fare fronte alla concorrenza degli altri gruppi economici. A proposito di questi: Assafrica & Mediterraneo era a Tunisi, per rappresentare le imprese ad essa associate e tessere reti di business nel loro interesse. Perché l'informazione non è una condizione sufficiente per lo sviluppo delle aziende italiane che lavorano nell'area: lo è solo se diventa un elemento inserito in una strategia sistemica di attività, rappresentanza e supporto imprenditoriale.

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