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  Dicembre 2012

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n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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MARKETING TERRITORIALE
LA CERTIFICAZIONE DEI PIANI URBANISTICI

CONGRESSI SCIENTIFICI A SALERNO
LE RICADUTE SU RICERCA E TERRITORIO

LA GENOMICA FUNZIONALE E IL GEAR
LA RICERCA APPLICATA ALLA SALUTE

MARKETING TERRITORIALE
LA CERTIFICAZIONE DEI PIANI URBANISTICI
Cresce la domanda di metodi di controllo per la tutela dell’ambiente

Isidoro Fasolino
Dottore di ricerca in Tecnica Urbanistica - Facoltà di Ingegneria Civile
Università di Salerno

i.fasolino@unisa.it

 

La Provincia di Siena è la prima in Italia ad aver ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001 per le attività di programmazione, gestione del territorio, monitoraggio ambientale, gestione delle infrastrutture e servizi (si veda Edilizia e Territorio - Il Sole24Ore del 15-20 dicembre 2003), tappa di un lavoro che punta a condividere politiche di programmazione e di sviluppo concertate con tanti interlocutori, orientate allo sviluppo sostenibile e a una migliore qualità della vita. La certificazione ISO 14001 fa parte, insieme con la registrazione Emas, dei sistemi di gestione e audit ambientale (Sga) per gli enti e le imprese che consentono di valutare in modo sistematico l'efficienza dell'organizzazione, pubblica e privata, e il sistema di gestione ambientale. Le varie certificazioni di natura eminentemente ambientale, cui sono assoggettate, obbligatoriamente o facoltativamente, le imprese, sono state progressivamente estese a interi contesti territoriali ai fini di un accreditamento nella competizione economica e produttiva internazionale. Alla domanda di qualità del prodotto e dei processi produttivi si è, quindi, più recentemente, affiancata una domanda di certificazione della qualità del territorio e degli strumenti urbanistici che ne definiscono la tutela e l'organizzazione fisica e funzionale. La certificazione di qualità dei piani è, difatti, principalmente finalizzata a scelte di investimento sul territorio più efficienti da parte degli stessi comuni (marketing territoriale), ma anche delle imprese, dei privati, delle famiglie, delle associazioni, delle industrie, ecc..

La certificazione dei territori deve, tuttavia, trovare presupposti idonei in altrettanto validi strumenti di pianificazione e programmazione di cui vanno valutati e certificati i contenuti, sia per quanto concerne la qualità previsionale che la conformità e/o compatibilità con direttive e norme di varia natura finalizzate al perseguimento di obiettivi di sostenibilità, equità, partecipazione e ascolto, nonché di efficacia ed efficienza tecnico-normativa delle previsioni e delle scelte che tali strumenti urbanistici sottendono. Un piano urbanistico che soddisfa il bisogno di una elevata qualità progettuale e profonda consapevolezza delle scelte potrà anche fare affidamento su un ampio consenso circa le decisioni che assume. Per alcuni sistemi regionali la qualità dell'ambiente e del paesaggio rappresentano un punto di forza rispetto agli altri mercati concorrenti; diviene, allora, strategico poter vendere un territorio certificato ambientalmente come di qualità. Insomma, per un sistema territoriale conseguire un certificato di qualità ambientale, è una delle possibili strategie per attivare un più efficace marketing territoriale. Il Parlamento europeo e la Commissione hanno adottato il nuovo Regolamento per l'adesione volontaria delle organizzazioni ad un sistema comunitario di ecogestione e audit, meglio conosciuto con l'acronimo di Emas (environmental management and audit scheme).

Per quel che riguarda lo sviluppo di questa pratica di accordo volontario, fra le novità tecniche di maggior rilievo che si trovano all'interno della nuova procedura sono da segnalare: l'estensione del processo di accreditamento a tutte le organizzazioni, comprese le istituzioni e gli enti locali, e non più solo alle imprese industriali; l'estensione del processo di accreditamento al territorio, e non più al solo sito produttivo. Queste due novità possono modificare notevolmente quelle che sono le politiche ambientali degli enti locali, senza per questo stravolgere gli strumenti di governo del territorio che essi hanno finora utilizzato, quali l'urbanistica e la programmazione economica. Sino ad adesso, gli strumenti di urbanistica e pianificazione territoriale sono stati utilizzati all'interno del meccanismo normativo del command and control.

Sempre più spesso, però, alla sola destinazione funzionale dell'urbanistica tradizionale si sono aggiunte legislazioni regionali che hanno introdotto i fattori ambientali all'interno dei processi di analisi e valutazione dei piani urbanistici e territoriali. Gli strumenti di pianificazione hanno, quindi, internalizzato i processi di audit degli ecosistemi locali, al fine di verificare quali possono essere gli effetti ambientali delle trasformazioni urbane e territoriali. È, quindi, possibile utilizzare gli strumenti tradizionali di programmazione e pianificazione degli enti locali nella nuova ottica della certificazione di qualità ambientale del territorio. Anche gli strumenti di programmazione economica, come il piano regionale di sviluppo (Prs) o il documento unico per la programmazione dei fondi strutturali europei (Docup), possono essere letti come strumenti di gestione del sistema ambientale locale. È evidente che questi documenti di programmazione possono divenire parte integrante di un Sga se, e solo se, sono sottoposti a valutazione ambientale strategica (Vas), in modo da poter evitare i conflitti ambientali ex ante, e non doverli affrontare successivamente, con obiettivi di qualità ambientale da raggiungere attraverso l'integrazione dei meccanismi di mercato e di strategie finanziarie a sostegno dello sviluppo locale.

È chiaro che la normale attività di programmazione e pianificazione, tipica degli enti locali per il governo del territorio e dei sistemi economici e ambientali, può divenire non più un processo di controllo normativo, ma un orientamento dei modelli di sviluppo locale verso una certificazione ambientale riconosciuta a livello europeo, preludio fondamentale alla sostenibilità dello sviluppo. Dall'entrata in vigore della Lr Toscana 5/1995, l'attività di programmazione e pianificazione territoriale svolta dagli enti locali della Regione Toscana è sottoposta ai nuovi contenuti di questa legge.

Le istruzioni tecniche, emesse ai sensi della legge, regolano specificatamente le attività di valutazione e verifica che competono alle province e ai comuni nella formazione e approvazione degli atti di programmazione e pianificazione comunale di loro competenza. La necessità della valutazione di tali atti è la conseguenza del principio dell'autonomia sancito dalla stessa Lr 5/1995. Infatti, con questa legge per il governo del territorio viene superato il controllo gerarchico svolto dalla Regione, che aveva il compito di assicurare la legittimazione sostanziale degli strumenti urbanistici, e i comuni e le province diventano veri e propri centri di responsabilità e decisione per quanto riguarda la programmazione e la pianificazione territoriale. Ma questo nuovo e importante ruolo impone a questi enti l'onere di dimostrare che i contenuti dei propri atti di programmazione e pianificazione territoriale sono efficaci, efficienti e coerenti con i principi generali assegnati dal legislatore regionale alle attività di governo del territorio, specificatamente l'orientamento dell'azione dei pubblici poteri verso lo sviluppo sostenibile, garantendo la trasparenza e la partecipazione.

Di conseguenza, si ritiene ipotizzabile una crescente domanda di nuovi metodi, e relative tecniche e procedure, in grado di valutare e certificare la qualità, sia degli strumenti urbanistici, in ordine ai contenuti normativi e tecnici e alla efficacia ed efficienza progettuale e attuativa, sia dell'intero processo di pianificazione territoriale.

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