PER L’ECONOMIA È IL
MOMENTO DI RILANCIARE
FORMAZIONE IN SINTONIA CON IL MERCATO
Consegnati i Diplomi della XV edizione del Master in Direzione d’Impresa
a
cura di Vittorio Paravia
Presidente Fondazione Antonio Genovesi Salerno - SDOA
sdoa@sdoa.it
L'
economia salernitana stenta a ripartire, le analisi tecniche e statistiche confermano
una situazione di difficoltà. Tra le priorità per creare le condizioni
più adatte al rilancio degli investimenti spicca ancora una volta la formazione
in grado di assecondare le reali aspettative del mercato del lavoro.
L'analisi congiunturale
«In una Campania - è scritto nel rapporto sullo stato dell'economia
provinciale diffuso dalla C.C.I.A.A. - che appare complessivamente in linea con
l'andamento previsionale nazionale, la provincia di Salerno si colloca in una
posizione di crescita più contenuta con riferimento al Pil». Anche
se non mancano alcune consolazioni: turismo ed export hanno "tenuto" bene
rispetto al vistoso calo nazionale e regionale, l'agro-alimentare e il porto
commerciale continuano a "tirare" l'economia locale. E - sorpresa -
cresce il numero degli occupati. «Con esclusivo riferimento ai dati diffusi
dall'Istat l'occupazione in provincia di Salerno è aumentata, rispetto
al 2002, del 2,4% sull'onda di un processo di terziarizzazione comune ad altre
aree del Paese». Basta dare, infatti, uno sguardo alla composizione del
valore aggiunto provinciale per rendersi conto che il 74,7% proviene dai servizi,
il 20,3% dall'industria e il 5% dall'agricoltura. Di conseguenza proprio il settore
dei servizi, nonché l'assorbimento di addetti nelle piccole imprese dell'artigianato,
ha consentito di ampliare il bacino degli occupati. «Ha contribuito all'espansione
dell'occupazione dipendente nel vasto settore dei servizi - segnala l'indagine
congiunturale della C.C.I.A.A. riferita a luglio-dicembre 2003 - ma anche in
quello dell'agricoltura, l'utilizzo particolarmente vivace di strumenti di sostegno
all'occupazione, dell'emersione del lavoro "grigio" e della flessibilità contrattuale».
Insomma le nuove tipologie di lavoro incidono sui trend, ma la crisi di settori
importanti come l'industria manifatturiera persiste e i suoi riflessi si coniugano
con la debole domanda interna di consumi che genera effetti negativi sul commercio.
Il ruolo della formazione
Nel Mezzogiorno si sono fatti importanti passi in avanti per la formazione di
nuovi manager, anche se è ancora molto diffuso il modello del self made
man che tramanda alle generazioni successive la guida dell'azienda di famiglia.
Questo modello "patriarcale" ha però subito modifiche importanti:
i figli prima di accedere ai posti di comando adesso frequentano scuole e master
che garantiscono competenze e professionalità. Anche se alla fine solo
l'esperienza maturata sul campo consente di acquisire la piena padronanza dei
meccanismi manageriali. I migliori cervelli, intanto, sono in fuga dal Sud. Purtroppo
c’è poca integrazione tra domanda e offerta, ma anche ritardi nei
percorsi di sviluppo più avanzati. Da qui la ricerca di sbocchi al Nord
o all'estero. Se non si riuscirà ad arginare questa situazione nei prossimi
anni il divario con le zone più evolute del Paese aumenterà in
maniera irreversibile. Gli imprenditori hanno la loro parte di colpe, ma il problema è più complesso:
non è vero che solo al Sud è difficile reperire buoni manager. È vero,
invece, che nelle aree depresse diventa più difficile costruire un ma
nagement motivato e convinto dello scenario in cui opera. Il tallone di Achille
del Mezzogiorno è certamente anche la formazione di qualità.
Il Master in Direzione d'Impresa
La Fondazione Antonio Genovesi Salerno promuove istituzionalmente, direttamente
o in collaborazione con organismi pubblici e privati, lo sviluppo della cultura
imprenditoriale e delle tecniche e abilità manageriali nel Mezzogiorno,
prevalentemente attraverso la propria struttura permanente di formazione, la
SDOA. Per perseguire tale obiettivo, la Fondazione ha deciso di organizzare risorse
umane e finanziarie per la realizzazione di attività di studio, ricerca,
formazione e assistenza progettuale, integrate in una logica sistemica e finalizzata
ad arricchire la dotazione di capitale umano del territorio, affermando i principi,
le metodologie e le tecniche avanzate di gestione d'impresa, favorendo l'utilizzo
di nuove tecnologie, la formazione di nuova imprenditorialità e occupazione,
nonché contribuendo a migliorare la tutela dell'ambiente, lo sviluppo
socio-economico locale e partecipando alla concertazione e alla programmazione
territoriale. In tale prospettiva i master Sdoa si segnalano da tempo per due
aspetti: la metodologia particolarmente attenta a mettere gli allievi in contatto
diretto con il mondo del lavoro; la qualità dell'offerta formativa in
sintonia con il mercato dell'occupazione e la domanda delle imprese. Il Master
in Direzione d'Impresa è un corso di alta specializzazione post lauream
riservato a giovani con alto potenziale e forte motivazione. Il Master, accreditato
Asfor dal 1991 alla diciassettesima edizione, si pone l'obiettivo di integrare
la formazione universitaria di giovani laureati con le necessarie conoscenze
tecniche atte a fare di loro risorse manageriali da utilizzare con profitto in
ruoli di responsabilità operativa, per il raggiungimento degli obiettivi
aziendali. I risultati occupazionali fino ad oggi sono stati di gran lunga superiori
ai parametri di certificazione stabiliti dall'ASFOR, che prevedono un placement
dell'80% entro sei mesi dalla fine del corso. La quasi totalità dei diplomati
(95%) infatti, risulta a tutt'oggi occupata in aziende di prestigio. Il Master
si articola in quattro fasi formative. La prima si propone di omogeneizzare la
preparazione di candidati provenienti da diverse esperienze con lo studio di
nozioni fondamentali di micro e macro economia, marketing, produzione, organizzazione
e comportamento organizzativo, metodi quantitativi, personal computing. La seconda
sviluppa tali conoscenze suddivise per aree funzionali, in una logica di integrazione
operativa tesa allo sviluppo di concrete capacità di intervento nell’organizzazione.
La terza fase ha come obiettivo la verifica operativa delle conoscenze acquisite
attraverso project work con business plan di progetti di ICT. La quarta amplia
le conoscenze attraverso esperienze concrete nell'ambito di nuove iniziative
imprenditoriali o stage aziendali. Il Master è riservato a 30 giovani
laureati (o laureandi con la sola tesi da discutere entro la data di avvio del
Corso) o in possesso di titolo di studio equivalente conseguito all'estero. Un
percorso strategico che mette in pratica una formazione incentrata sulla necessità di
consentire l'ingresso nel mondo del lavoro dalla porta principale per i giovani
del Mezzogiorno.
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