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  Dicembre 2012

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n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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LE POLITICHE LOCALI PER LO SVILUPPO
CONOSCERE IL PROPRIO TERRITORIO
La bilateralità è di supporto ai processi di crescita

Alfredo Loso
Presidente OBR Campania
presidenza@obrcampania.it

Sentire il territorio, conoscerne le logiche, percepirne la cultura, le tradizioni, i saperi profondi della sua gente, contribuire a definirne le idee e le linee guida che lo caratterizzano, rappresenta certamente un modo sempre meno empirico di sostenerne poi, concretamente, lo sviluppo. Per chi si è occupato e si occupa di persone e di lavoro, vuol dire offrire una lettura assolutamente non marginale di quanto gli strumenti che hanno caratterizzato la programmazione dello sviluppo, la Programmazione Negoziata, siano cresciuti nel tempo per offrire risposte più adeguate alle attese del territorio: si veda ad esempio questa maggiore integrazione con la programmazione regionale data dai Pit. Perché al centro del territorio vi sono le "persone", e sono queste il vero capitale sul quale si investono ingenti risorse economiche. Contano ovviamente anche le infrastrutture, i piani, i progetti, ma di più chi li anima, chi determina la capacità delle aziende di essere competitive, il patrimonio di competenze d'innovazione, di ricerca, questo "sapere aziendale" che è il frutto dei singoli saperi, delle competenze delle persone che vivono le aziende, e quindi allo stesso modo il risultato delle capacità potenziali e delle competenze di quanti caratterizzano quel territorio. «Fino al 2015 la Campania continuerà ad essere la regione e l'area metropolitana più giovane d'Europa [...] Si tratta di una straordinaria risorsa sulla quale investire». La Campania - secondo quanto rilevato dall’Osservatorio economico regionale - cresce a una velocità maggiore delle altre regioni meridionali e della stessa media nazionale. Più occupazione e più sviluppo danno come conseguente risultato la decisa diminuzione del tasso di disoccupazione.
Tramite l'incrocio e la lettura dei dati emersi dal "Rapporto sull'Economia e la Società in Campania" è possibile evidenziare la correlazione tra i fondi spesi e gli indici di sviluppo.
Si è dimostrato che si può fare di più e meglio quando dall'ottica nazionale si passa a una regionalizzazione delle politiche di sviluppo.
L'ulteriore indicazione che ci viene dalla importante delibera sulla regionalizzazione dei patti territoriali della Campania, che prevede l'armonizzazione e l'integrazione tra Patti Territoriali, Progetti Integrati, Contratti di Programma e in genere strumenti di sviluppo locale, mi offre la possibilità di dare un piccolo contributo a questo processo. Come si è detto lo sviluppo del territorio passa attraverso le persone e la possibilità di questi di salire sul treno delle risorse e delle competenze che deve essere puntuale all'appuntamento necessario al decollo di quel territorio. Ora spesso ciò non avviene, o si verifica secondo un iter non correttamente programmato.
Mi spiego meglio. Con i primi Patti Territoriali, con una logica necessariamente un po' creativa, si mettevano insieme progetti, si cercavano delle coerenze e via - come nel caso di Brindisi, Taranto, e Crotone - il vero obiettivo era portare risorse economiche sul territorio. Il fatto che all'avvio dei progetti fossero pronte all'appuntamento risorse adeguate, con le competenze minime necessarie per far partire quei processi produttivi o quelle attività, era assolutamente secondario, salvo scoprire al passaggio di quel famoso trenino che non erano stati avviati percorsi di formazione abilitanti alla partenza delle attività. I risultati possono essere quindi facilmente immaginati. Dallo spreco o cattivo utilizzo del denaro, alla tempistica non rispettata e alle risorse formate e, successivamente, mai concretamente impiegate. L'esperienza serve, ma il tema della programmazione delle risorse umane nella gestione degli strumenti di programmazione necessita ulteriori approfondimenti e il peso conferitogli deve necessariamente aumentare. Se guardiamo, ad esempio, ai 51 Pit Campani, per i quali è previsto un impegno del 5% - una cifra molto significativa - a favore delle attività di formazione, ci rendiamo conto della grande importanza che è attribuita alla professionalità delle risorse. Ma se poi entriamo nel merito, ci accorgiamo che sull'argomento il tema è estremamente frammentato sui singoli Pit. Ognuno si comporta in maniera estremamente autonoma, per cui mentre taluni esplicitano la formazione prevista in altri casi essa è solo enunciata, rimandando a un focus successivo. Credo, anzi ritengo indispensabile e necessario, che si apporti metodo e strumenti a supporto di questo sviluppo. Negli ultimi dieci anni, l'esperienza della bilateralità ha dimostrato che si può essere di supporto ai processi di crescita del territorio. Da una parte l’OBR Campania attraverso la ricerca e l'analisi sulle figure professionali, gli studi sugli standard minimi di competenze, la realizzazione di bilanci delle competenze, il monitoraggio e la valutazione dei percorsi di formazione, si è preparato a gestire ambiti professionali sempre più importanti, e, come previsto dalla legge, è in attesa di poter intervenire sulla certificazione delle competenze. Dall'altra, con le altre bilaterali della Campania ha realizzato un'esperienza unica in Italia, il coordinamento della bilateralità regionale. Allora perché non utilizzare il patrimonio di competenze messo a punto dalla bilateralità campana per affiancare la progettualità dei Pit con le necessarie analisi dei fabbisogni professionali che quei processi sottendono, monitorarne i percorsi formativi, valutarne i ritorni in termini di formazione, ma anche di reali occasioni di occupabilità? Perché non lavorare al fine di ottenere una migliore integrazione degli strumenti di programmazione presenti su quel territorio, e, almeno per la formazione, attuare la logica propria dell'agenzia territoriale? Noi lo stiamo facendo nell'area di Bagnoli con un progetto che dalla sperimentazione iniziale vede una forte legittimazione da parte della Provincia, del Comune e della Circoscrizione. Si tratta di programmare non solo le risorse necessarie alla formazione utile al territorio, ma dare risposte concrete e funzionali lì dove e quando potranno essere realmente di aiuto. Vale la pena quanto meno fermarsi a riflettervi.

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