ALLARGAMENTO DELL’UE
LA CARTA DELLE PMI
I nuovi Stati applicano regole
comuni per lo sviluppo della competitività
di Salvatore Vigliar
Docente di Diritto
dell'Informazione e della Comunicazione - Univ. della Basilicata
- Esperto di Politiche Comunitarie Associazione Tecla
savig@tin.it
Nel
corso degli ultimi tre anni, la Carta europea delle piccole
imprese è stata adottata da 34 Paesi. Oltre a essere
applicata dai 15 Stati membri che hanno composto l'UE fino
allo scorso primo maggio, è stata recepita dai dieci
Paesi dell'allargamento a Maribor, Slovenia, nell'aprile del
2002, da cinque Paesi dell'area balcanica occidentale, dalla
Bulgaria, dalla Romania, dalla Turchia e dalla Norvegia. La
Carta, partendo dal presupposto che le piccole imprese rappresentano
il principale elemento di crescita dell'economia comunitaria,
riconosce centralità alle PMI relativamente ai processi
decisionali che portano alla individuazione delle strategie
di valorizzazione della competitività e dell'imprenditorialità nell'UE.
Questo spiega l'importanza che i dieci nuovi Stati membri accordano
alle raccomandazioni e agli esempi di buone prassi della Carta,
proprio nel momento in cui stanno negoziando con la Commissione
le priorità da accordare ai finanziamenti regionali
e sociali. La Polonia, ad esempio, alla quale sono stati assegnati
12,5 miliardi di euro per il periodo 2004-2006 nel quadro dei
fondi strutturali e di coesione dell'UE, intende concentrare
parte di questi sull'istruzione, la formazione, la politica
dell'occupazione, il miglioramento complessivo del contesto
operativo delle imprese, nonché su più ampi programmi
di trasporti e sviluppo rurale; l'Ungheria vuole orientare
parte delle proprie risorse verso le imprese, lo sviluppo delle
risorse umane e il miglioramento delle infrastrutture per le
PMI. Anche la Slovenia ha sottolineato la necessità di
sviluppare la propria competitività e le risorse umane.
La Carta invita chiaramente a sostenere e incoraggiare le piccole
imprese in dieci aree principali, tra le quali la formazione
all'imprenditorialità, il miglioramento della regolamentazione
e le politiche fiscali più favorevoli. Un'analisi pubblicata
all'inizio dell'anno conferma che i dieci nuovi Stati membri
hanno implementato strategie rivolte a una efficace applicazione
della Carta: in tutti i Paesi vengono ridotti gli oneri amministrativi
e si diffondono sempre più gli sportelli unici per gli
imprenditori. In molti Stati si promuove la formazione all'imprenditorialità,
soprattutto tra i giovani, e si incoraggia l'uso di internet
nelle PMI. Sono state adottate numerose iniziative finalizzate
a migliorare il diritto fallimentare in modo da garantire l'equilibrio
tra la protezione degli interessi dei creditori e la soluzione
dei problemi finanziari delle imprese economicamente valide.
Il rapporto conclude, però, affermando che sono ancora
necessari ulteriori sforzi per creare una vera cultura imprenditoriale
nei Paesi dell'allargamento, individuando alcune aree in cui
i progressi registrati non risultano ancora abbastanza evidenti.
In particolar modo:
- l'accesso ai finanziamenti resta un fattore critico;
- i governi non hanno ancora sviluppato strategie efficaci
per incrementare l'innovazione dell'imprenditorialità;
- la rappresentanza degli interessi delle PMI nel processo
decisionale deve essere migliorata. Garantire che la legislazione
e le misure ausiliari tengano pienamente in considerazione
gli interessi delle PMI rappresenta una delle priorità della
Commissione, che moltiplica gli sforzi per aiutare i futuri
Stati membri ad applicare la Carta.
Il conseguimento di tale obiettivo richiede però un
preciso impegno nell'adozione di politiche efficaci, sia da
parte dei governi che delle imprese. A livello centrale, risulta
opportuno un maggiore coinvolgimento dei rappresentanti delle
aziende già a partire dalle fasi iniziali del processo
decisionale, mentre le imprese possono avere un'influenza più incisiva
se elaborano efficaci forme di rappresentanza rivolte a valorizzare
i momenti di negoziazione e di impostazione degli interventi.
La conferenza di Tallin
L'importanza di questa dimensione è stata sottolineata
nel corso di una conferenza sull'applicazione della Carta svoltasi
a Tallin lo scorso autunno. L'avvenimento principale della
conferenza (organizzata congiuntamente dalla Commissione e
del Ministero estone dell'Economia e della Comuni-cazione) è stata
la tavola rotonda dedicata al rafforzamento della rappresentanza
degli interessi delle piccole imprese. Quattro seminari hanno
inoltre permesso di esaminare temi di rilievo che possono rappresentare
dei fattori cruciali per garantire la competitività e
il successo delle imprese. Due si sono concentrati sull'innovazione
e sull'uso degli indicatori, sul benchmarking e gli obiettivi
nella politica d'impresa, mentre un terzo ha sottolineato la
necessità di migliorare la regolamentazione. Il quarto
seminario ha infine esaminato come i fondi sociali e regionali
dell'UE possano essere usati efficacemente nel più ampio
contesto della politica d'impresa, un aspetto di rilievo non
solo per l'attuale programma pluriennale di fondi strutturali,
ma a più lungo termine anche per quello successivo,
che sarà elaborato nei prossimi mesi ed entrerà in
vigore dal 2007. In una recente intervista, Jean-Paul Mingasson,
Direttore generale per le imprese, ha illustrato i caratteri
principali dell'impatto che il recente allargamento avrà sulle
PMI europee, specificando che il recepimento della Carta e
la sua implementazione in 25 Stati mambri permetterà,
all'esterno, di avere un peso più elevato nell'ambito
dei negoziati internazionali, e dal punto di vista interno
agevolerà l'estensione del mercato unico e dell'applicazione
delle norme UE, degli standard, delle pratiche, dei codici
di condotta, oltre a offrire alle imprese maggiori opportunità e
riduzione dei costi. Le aziende dei "vecchi" Stati
membri dovranno affrontare la nuova concorrenza di quelle con
minori costi di produzione nei nuovi Paesi, ma in un'ottica
sempre più globale. Per le aziende dei nuovi Stati l'adeguamento
alle norme, agli standard e alle pratiche dell'UE comporterà oneri
addizionali e questo indubbiamente determinerà delle
modifiche nel loro modo di operare. L'industria siderurgica è solo
uno dei possibili esempi. Tuttavia gradualmente tali cambiamenti
porteranno a una maggiore efficienza, rendendoli più competitivi
e, in molti casi, incoraggiando lo sviluppo sostenibile in
tutto il territorio comunitario.
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