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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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COME AFFRONTARE L’EMERGENZA RIFIUTI
LE STRADE DA SEGUIRE

Chiamare “a raccolta” risorse economiche private e locali per risolvere il problema

di Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it

I limiti di guardia, raggiunti a causa dei sacchetti d'immondizia che giacciono alle intemperie da intere settimane nelle strade di diverse località della provincia salernitana, rasentano l'allarme igienico-sanitario, e ripropongono, con un'urgenza quanto mai estrema, la necessità di affrontare nuovamente un'emergenza che si trascina ormai, con cadenze cicliche e periodiche, da diversi anni e che impone una nuova visione prospettica del problema. In quest'ottica, nelle scorse settimane l'Associazione dei Costruttori Salernitani ha inteso contattare il commissario per l'emergenza rifiuti, il prefetto, i consorzi di smaltimento, il presidente della Provincia e i sindaci del territorio: la trattativa che abbiamo ritenuto opportuno avviare non punta a una rivisitazione della filiera dei rifiuti o del sistema di smaltimento, recupero e termovalorizzazione individuato dal commissariato regionale. Rivisitazione che oggi finirebbe del resto per dilatare i tempi e quindi aggravare ulteriormente l'emergenza. Abbiamo inteso rimarcare che, pur senza stravolgere le politiche di smaltimento e recupero parziale dei Rsu, esistono già sul territorio alcune opportunità per fronteggiare l'emergenza ma anche per trattare in futuro la tematica con maggiore serenità, senza il pericolo incombente della saturazione dei pochi impianti disponibili e neppure straordinari sforzi in termini di pianificazione e di investimento. Abbiamo censito sul territorio provinciale, complessivamente, una settantina di discariche comunali dismesse, alcune delle quali in attesa di bonifica, ma altre già in sicurezza e addirittura in linea con le normative vigenti in materia ambientale e igienico-sanitaria. La loro messa in esercizio, insomma, potrebbe avvenire senza particolare dispendio di risorse. Ma rimangono chiuse, queste discariche, perché non più previste dal nuovo piano regionale che, com'è noto, ha preferito concentrare le operazioni di raccolta cancellando i mini impianti di smaltimento. I mega impianti di tritovagliatura e di compostaggio hanno in queste settimane dimostrato in maniera lampante di rappresentare l'anello debole della catena di raccolta, riciclo, utilizzazione dei Rsu. Quando questi impianti si congestionano per l'eccessiva quantità di immondizia apportata, ma anche per meri guasti tecnici, l'intera provincia, o addirittura la regione tutta, si ritrovano in un'emergenza dalla quale è oltremodo difficile venir fuori. A poco giova la spedizione all'estero delle ecoballe, che del resto finisce non solo per rappresentare un mero e provvisorio palliativo, ma anche un ulteriore aggravio per lo Stato, costretto a sobbarcarsi spese ingenti sia per il trasporto che per il trasferimento alle discariche estere. Per questo abbiamo immaginato la riattivazione di impianti comunali o anche intercomunali: si potrebbe insomma rendere comprensoriale la raccolta e lo smaltimento nei comuni minori, lasciando pressoché immutato il ciclo integrato previsto dal commissariato regionale. Uno o più comuni potrebbero attivare sul proprio territorio una prima fase del trattamento, o anche semplicemente uno stoccaggio provvisorio, prima di convogliare l'immondizia alle successive fasi del trattamento previsto dal piano commissariale. L'Associazione dei Costruttori Salernitani ha voluto svolgere un ruolo non solo decisamente propositivo, ma anche fattivo, concreto, indicando agli interlocutori le possibile strade da seguire: ci riferiamo in particolare dall'art. 37 bis della Legge n. 109 del 1994 e successive integrazioni, che regolamenta la finanza di progetto. I comuni potrebbero riattare o riattivare queste mini-discariche in grado di rispondere alle esigenze del proprio territorio o comunque di un'area abbastanza ridotta, aprendo a capitali privati che aiutino a gestire e mantenere gli impianti. Due, in particolare, le tipologie di intervento che l'ACS ha immaginato: l'ampliamento, l'adeguamento e la sistemazione delle discariche comunali esistenti, ma anche la costruzione di nuove discariche comunali o comprensoriali, che ben si sposa con l'investimento privato a fronte del corrispettivo della gestione dell'opera realizzata per un numero definito di anni. Simili progetti renderebbero anche meno traumatico l'impatto col territorio: i mega impianti hanno non a caso trovato la netta avversione delle comunità locali, per nulla propense, nel salernitano come altrove, a subire passivamente sul proprio territorio l'installazione di realizzazioni che dovrebbero convogliare l'immondizia dell'intero territorio provinciale o addirittura regionale. Strutture di più piccole dimensioni e di minore impatto ambientale renderebbero meno difficoltosa la vertenza locale. La soluzione che l'Associazione dei Costruttori Salernitani ha avanzato alle varie amministrazioni preposte consentirebbe di venir fuori, in tempi anche ragionevolmente rapidi, dall'emergenza di questi giorni. Una necessità questa quanto mai impellente, con la stagione turistica ormai avviata e il pericolo incipiente di un danno gravissimo per le varie aziende che operano nel settore (volendo poi tralasciare il danno d'immagine che il territorio, in questi mesi alla ribalta sulle cronache nazionali, ha già dovuto subire). Ma una simile ipotesi garantirebbe anche un idoneo supporto tecnico-operativo a quegli enti che volessero (e sarebbe ora) attivare più celermente la raccolta differenziata, per far sì che una parte rilevante dell'immondizia, qui come altrove, si trasformi in una "risorsa" da recuperare o valorizzare. La parte più semplice, ma nel contempo più innovativa della nostra proposta, sta proprio nella riproposizione di una dimensione locale del problema: dalle emergenze che riguardano il nostro territorio non si può sistematicamente venir fuori raccogliendo l'aiuto, il sostegno, verrebbe da dire l'"elemosina" di aree territoriali che hanno saputo affrontare le medesime problematiche con maggiore efficacia ed efficienza ottenendo risultati concreti ben diversi dall'emergenza che interessa la Campania in questo periodo. Non si può continuare a immaginare una "esportazione" delle problematiche che mortifica il territorio, chi vi abita e soprattutto chi lo amministra. Le soluzioni possono e devono essere individuate a livello locale: i problemi possono e vanno affrontati aprendo ai privati, in grado di convogliare, sugli interventi programmati, energie, competenze e anche risorse economiche di cui spesso le amministrazioni non dispongono. Solamente partendo dal territorio si possono non solo trovare le soluzioni alle varie problematiche che di volta in volta si presentano (e l'emergenza rifiuti è, tra queste, sicuramente la più grave), ma anche costruire, da quelle medesime problematiche, opportunità non solo di soluzione, ma anche di rilancio economico e produttivo per il comprensorio. Perché oggi l'immondizia deturpa, offende e imbratta: domani, debitamente trattata, riciclata e convertita, potrebbe rappresentare una straordinaria risorsa, che nelle circostanze odierne non possiamo far altro, colpevolmente, che spedire altrove. Per nostra incapacità e inefficienza.

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