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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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COLLABORAZIONE E COESIONE
LA PROVINCIA RILANCIA LA CULTURA

IL PROGRAMMA DEL NUOVO SINDACO
UN GOVERNO condiviso DEL TERRITORIO

PORTARE L’IRPINIA IN EUROPA
LE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE

CONFRONTO tra I SISTEMI GIURIDICI EUROPEI
la NECESSITÀ DELLA CERTEZZA DEL DIRITTO

COLLABORAZIONE E COESIONE
LA PROVINCIA RILANCIA LA CULTURA
Essenziali il ruolo degli intellettuali e la nuova formazione

di Filomena Labruna


Alberta De Simone
Presidente Provincia di Avellino

 

Alberta De Simone è pronta a costruire la "sua provincia". Il neo presidente annuncia subito il suo primo obiettivo: «Lavorerò affinché Palazzo Caracciolo diventi un luogo di collaborazione e di coesione».

Presidente da dove parte il suo cammino in questa nuova veste istituzionale e quali i traguardi?
Il mio percorso è basato essenzialmente sul programma e l’attività sarà costante, intensa, puntuale e nel rispetto del lavoro avviato dal mio predecessore Francesco Maselli. Il mio obiettivo è la crescita economica della provincia, fino a farne una piccola Svizzera.
Il ruolo dell'ente è quindi una sua priorità?
Certamente. Il rilancio dell'amministrazione provinciale è uno dei punti che ritengo fondamentali. Tutto questo naturalmente va inserito in una serie di politiche di coordinamento degli interventi su tutto il territorio.
A chi rivolge principalmente il suo appello a collaborare?
Innanzitutto agli intellettuali della nostra provincia. Dobbiamo assolutamente rimotivare le personalità di livello che ci sono e fare in modo che lavorino per innalzare il livello culturale in tutta l'Irpinia. Mi riferisco anche al settore della produzione perché la qualità del prodotto la fa la cultura. Due le direttrici lungo le quali bisogna muoversi: il coinvolgimento di persone che sono già inserite nel tessuto della provincia e l'attuazione di un salto di qualità nella cultura diffusa.
Quali le motivazioni che l'hanno spinta a vivere questa nuova avventura?
Per me non si tratta di un ritorno in Irpinia. Ho sempre lavorato per questa terra nel mio ruolo di parlamentare. Sono irpina, appartengo al Mezzogiorno interno. Sono stata chiamata a governare Palazzo Caracciolo e lo farò. Voglio sperimentare un nuovo tipo di maggioritario, un sistema che governi tenendo nella giusta considerazione gli eletti, con i sindaci primi interlocutori e una squadra che abbia il coraggio di fare le scelte giuste, anche se impopolari.
Quali le linee guida attraverso cui si snoderà il suo lavoro?
Sono quelle legate ai problemi e alle vicende più importanti che riguardano la vita e lo sviluppo della città: l'emergenza rifiuti, la cultura della formazione, la solidarietà verso chi ha bisogno, le pari opportunità, la lotta al precariato, l'utilizzo dei fondi strutturali. Ma tutto questo senza che il Mezzogiorno continui a chiedere elemosine.
Come vede il rapporto con la Regione?
Dobbiamo collaborare ma ci vuole rispetto dell'autonomia. Noi non vogliamo agire contro qualcuno ma per qualcosa, affermando i diritti dell'Irpinia. Possiamo farlo solo se resteremo uniti e lavoreremo nell'interesse generale. Questo vale anche e soprattutto per Palazzo Santa Lucia.
Che cosa prevede per quelle zone dell'Irpinia che vivono ancora condizioni di isolamento?
Purtroppo è vero, in Alta Irpinia esistono aree completamente isolate. Zone che vanno riammagliate mediante interventi che "facciano sentire tutti irpini" soprattutto nel settore dei collegamenti, della viabilità e dei trasporti.
E per il Vallo di Lauro?
Già nel mio ruolo di deputato sono stata molto vicina a questa zona, pur non avendo molti poteri operativi. Ho tanti ricordi legati al periodo dell'alluvione, al mio impegno e al profondo dolore per l'accaduto. L'area si trova accanto alla zona dove è previsto il punto di partenza dell'alta velocità, investimento notevole per una strada che collegherà il Mezzogiorno all'Europa. Ebbene dobbiamo chiedere e ottenere un braccio di metropolitana che rompa l'isolamento della zona. E questo è un passo importante anche per liberarsi della malavita organizzata.
Un "pallino" del presidente Maselli era la valorizzazione del territorio, dei percorsi storici e naturalistici, dei prodotti tipici. Condivide questa strategia e ritiene che possa influire positivamente sull'economia provinciale?
Ne sono assolutamente convinta. Per promuovere progresso e crescita economica di tutte le realtà bisogna far leva sulle vocazioni delle singole zone. Abbiamo sperimentato come il vino possa imprimere una svolta positiva al sistema economico locale. Nei piccoli comuni dobbiamo seguire lo stesso percorso e alzare la qualità delle produzioni tipiche. L'Irpinia sotto questo profilo ha grandi risorse e notevoli potenzialità.
Cosa prevede nel settore della formazione?
Abbiamo giovani che studiano, ma tutti incanalati sui percorsi classici. Con il risultato di avere settantamila disoccupati. Va bene la formazione, ma non la vecchia formazione professionale. Bisogna puntare sulla nuova specializzazione nella qualità dei prodotti. Non mi riferisco solo a quelli agricoli, ma anche a quelli artigianali.
Ci faccia un esempio.
Bruges è diventata famosa per i suoi merletti. Perché l'Irpinia con i suoi pregevoli manufatti in tombolo non può raggiungere lo stesso risultato? È naturale che bisogna attivarsi per questo. Penso ad esempio alla costituzione di una scuola di alta specializzazione del tombolo a Santa Paolina. Il problema è collegarsi ai mercati globali e fare un grande investimento sulla cultura dei giovani. Una cultura che deve necessariamente incrociare il lavoro. Grande attenzione sarà riservata all'ambiente e alla messa in sicurezza del territorio provinciale. Palazzo Caracciolo deve essere in grado di realizzare tutti quegli interventi infrastrutturali strategici per favorire lo sviluppo e l'occupazione su tutto il territorio.
E per i giovani? Secondo lei sono legati a logiche clientelari?
No, credo che non sia così. Penso che i giovani siano alla ricerca di indipendenza e autonomia. Forse si sono lasciati un po' andare e allora li esorto a reagire. Devono diventare consapevoli di essere un grande capitale umano da mettere a frutto. Proprio a loro è destinata gran parte del mio impegno. Sono il riferimento più autentico, la vera energia di questa provincia.
In che modo opereremo? Attraverso accordi e sinergia che abbiano come fondamento la motivazione progettuale e che non sia invece una maniera per distribuire posti e poltrone.

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