COLLABORAZIONE E COESIONE
LA PROVINCIA RILANCIA LA CULTURA
IL PROGRAMMA DEL NUOVO SINDACO
UN GOVERNO condiviso DEL TERRITORIO
PORTARE L’IRPINIA IN EUROPA
LE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE
CONFRONTO tra I SISTEMI GIURIDICI EUROPEI
la NECESSITÀ DELLA CERTEZZA DEL DIRITTO
IL PROGRAMMA DEL NUOVO SINDACO
UN GOVERNO condiviso DEL TERRITORIO
Un costante lavoro quotidiano su più fronti per rilanciare concretamente la città
di Filomena Labruna
Giuseppe Galasso
Sindaco di Avellino
I problemi della gente rappresentano il primo punto del programma del nuovo sindaco di Avellino Giuseppe Galasso che ci indica le linee guida della sua azione amministrativa.
Sindaco ha dichiarato in più occasioni di
voler ripartire dai problemi degli avellinesi. Ci spieghi il senso
di queste affermazioni.
É finito il tempo delle grandi opere: la città ha in dotazione strutture sufficienti. Ora dobbiamo concentrarci sul quotidiano, sulla vivibilità, il traffico, i bisogni dei quartieri. Il tutto alla luce dei nuovi poteri e delle più ampie competenze delle amministrazioni locali e del rinnovato rapporto con i cittadini. Un modello di patto sociale tra comune e avellinesi che s'inserisce nella volontà di costruire un modello di governo del territorio condiviso e largamente apprezzato.
Come si migliora il rapporto istituzioni-cittadini?
Bisogna restituire Avellino alla sua gente. Dobbiamo individuare forme e modi che favoriscano un proficuo rapporto di collaborazione e coinvolgimento. Il tutto ripartendo dall'attuale sistema di decentramento, con un nuovo assetto delle circoscrizioni e l'attivazione di deleghe effettive sul territorio.
Per la struttura comunale cosa prevede?
É ovvio che essa va modernizzata, informatizzata e resa più snella ed efficiente. Una riflessione programmatica va fatta anche sui cittadini immigrati con regolare permesso di soggiorno, per i quali immaginare un'opportuna forma di partecipazione.
Una piaga forte di capoluogo e provincia è sicuramente la disoccupazione. Come intende affrontare un problema di così vasta portata?
La creazione di nuovo lavoro e la tutela di quello esistente sono un obiettivo fondamentale della mia azione amministrativa. La città è complessivamente carente di un buon livello di sevizi alla persona, da potenziare e riqualificare, immaginando forme di collaborazione tra enti e strutture già esistenti, il mondo del volontariato, delle associazioni di categoria. In una parola, quel concetto di città senza barriere che abbiamo fatto viaggiare in campagna elettorale, obiettivo importante nella nostra amministrazione.
Come immagina lo sviluppo di Avellino?
Innanzitutto con la restituzione alla città di quel ruolo guida avuto in passato. Programmare il futuro assetto di Avellino partendo proprio dal Piano Regolatore. Occorre procedere in tempi brevi all'esame delle osservazioni al nuovo Prg presentate dai cittadini, dalle istituzioni, dai gruppi consiliari e dalle varie associazioni. É nostro impegno accelerare la trasmissione degli atti alla Regione per completare l'iter amministrativo. Una nuova Avellino va però immaginata solo assieme ai comuni limitrofi di Atripalda, Mercogliano, Monteforte per un concetto di area metropolitana sempre più utile all'Avellino di domani.
In questo quadro quale la funzione delle grandi opere, alcune finite ma mai decollate?
La città ospedaliera, l'autostazione, la nuova cittadella giudiziaria saranno elementi fondanti di questa nuova città. Così come accaduto per l'area dell'ex distretto militare dove è utile aprire un confronto con le istituzioni militari per negoziare l'eventuale cessione delle aree della Caserma Berardi.
E nel campo dell'ambiente quali interventi intende attuare?
Si parte dalla necessità di radicare nei cittadini una nuova cultura, a partire dalla gestione dei rifiuti. Va incentivato e potenziato il sistema di raccolta differenziata in città. In sinergia con Provincia e Regione, vanno individuate forme di soluzione definitiva al problema rifiuti. Va data priorità al risanamento dell'area dell'ex Isochimica e alla questione relativa alla zona di contrada Santarelli. Vanno delocalizzate dal centro abitato le attività inquinanti e rumorose e individuati siti migliori per la soluzione al problema dell'inquinamento elettromagnetico.
E nelle periferie?
Sono fiero di esser stato definito il sindaco delle periferie. Oggi il raccordo tra centro e periferia non esiste più. Occorre ripartire esattamente da questo punto, con il risanamento delle quattro frazioni storiche e la creazione di una cultura della città nella sua interezza che non veda più differenze tra centro e periferia. Il quadro che mi è apparso nelle scorse settimane è davvero poco edificante. Il degrado ha superato ogni limite. É per questo che bisogna intervenire rapidamente e con risolutezza. Le nostre periferie non hanno bisogno di grandi piani, ma di costante lavoro quotidiano.
Come migliorare i servizi ad Avellino?
Una città capoluogo si qualifica innanzitutto per la sua capacità di offrire servizi di qualità e la parcellizzazione nella gestione di questi può essere fonte di diseconomie. Abbiamo proposto e porteremo avanti il progetto di una Conferenza generale sui servizi per individuare le opportune riforme che favoriscano dinamiche positive in termini di efficienza e semplificazione. Poi credo sia necessario anche istituire un osservatorio sulla povertà per monitorare il disagio in tutte le zone.
Una nota dolente è certamente il traffico. Come affronterà la questione?
Migliorando il sistema di trasporto pubblico e incentivandone l'uso da parte del cittadino. D'altro canto è ovvio che sia necessario un nuovo e più organico piano traffico, uno studio attento dei flussi di movimento, un'analisi fatta da esperti e specialisti per capire come si muove Avellino. Un impegno, quello legato al traffico, per il quale auspichiamo di poter dare risposte concrete entro poco tempo. Bisogna agire su più fronti, tenendo conto di tutte le categorie cittadine. Non si può riorganizzare la circolazione ignorando i commercianti e le loro esigenze.
Spesso lei ha detto che per prima cosa metterà in campo una squadra di riparatori.
Avellino non è mai stata così degradata e abbandonata. Non è più possibile tollerare certi scempi. Ecco perché la squadra di riparatori deve mettersi a lavoro cominciando a sistemare strade, marciapiedi e mattonelle.
Nel settore della cultura come si muoverà il suo esecutivo? E come intende valorizzare le strutture esistenti?
Ripartiremo proprio da queste ultime: il teatro, il carcere, il museo, il conservatorio. Ma intendiamo riannodare il filo con le strutture di prossima ultimazione. Mi riferisco alla Casina del Principe, a Villa Amendola, all'ex Gil. Tutto questo è indispensabile ad un deciso rilancio della città. Obiettivo prioritario sarà la collaborazione con tutte le realtà culturali esistenti, le strutture attive e consolidate, razionalizzando gli spazi e le energie. Forme di partenariato economico saranno utili a consolidare la base economica su cui operare. È nostra intenzione istituire una borsa di studio per giovani ricercatori per un’analisi globale sulla città. Un lavoro mai fatto di grandissimo respiro culturale. Anche la scuola passa attraverso il rilancio della cultura in città, con un attento monitoraggio del fenomeno dell'evasione dall'obbligo scolastico. Infine, punto a una più funzionale riorganizzazione della struttura amministrativa, del corpo dei vigili urbani, a un controllo più rigoroso dell'evasione contributiva. Ma tutto deve avvenire attraverso un raccordo tra istituzioni e il coinvolgimento di privati nella realizzazione dei grandi progetti. |