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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DicEMBRE 2011
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RETI d'impresa: un'opportunitÀ per crescere insieme

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RETI d'impresa: un'opportunitÀ per crescere insieme


Per affrontare la globalizzazione e le sfide dell'innovazione tecnologica è necessario rafforzare la collaborazione industriale e commerciale fra le aziende: un convegno con Aldo Bonomi mette a fuoco tutte le chances offerte dallo strumento contrattuale

di Palma F. Martinisi



Da sinistra: Casarano, Diana, Bonomi, Lauro e D'Alvia

Il contratto di rete rappresenta una nuova tipologia negoziale a disposizione delle imprese per collaborare alla realizzazione di progetti ed obiettivi comuni. E' un contratto tipico di aggregazione tra realtà imprenditoriali con comunione di scopo, che non crea un nuovo soggetto di diritto né una nuova e distinta attività d'impresa.
"Reti d'impresa: un'opportunità per crescere insieme" è stato il tema del convegno che si è tenuto l'8 novembre scorso, presso la Sala convegni di Confindustria Caserta, organizzato dall'associazione territoriale con la collaborazione di Confindustria nazionale, nell'ambito della tradizionale attività di supporto alle imprese.
Ai lavori, introdotti dal vice presidente Antonio Diana, hanno relazionato Fulvio D'Alvia, direttore Retimpresa Confindustria ("I contratti di rete: stato dell'arte"), Franco Casarano, studio LS Lexjus Sinacta, Avvocati e Commercialisti Associati ("Profili giuridici del contratto di rete") e Salvatore Lauro, presidente del Gruppo Lauro (Racconto di un caso di successo: "Arcipelago reti di Impresa per il Turismo").
Il convegno è stato concluso da Aldo Bonomi, vice Presidente Confindustria per le Politiche territoriali e distretti industriali e presidente Retimpresa Confindustria. Ma che cosa sono le reti d'impresa? E in che consiste il contratto di rete? E, infine, chi può sottoscrivere un contratto il rete?
Sono queste le domande cui hanno risposto - ve detto - in maniera esaustiva i relatori, attingendo, per intanto, al riferimento normativo che regola lo strumento: e cioè, la legge 122 del 2010. Dunque, le reti di imprese rappresentano, da un punto di vista economico, una libera aggregazione tra imprese con l'obiettivo di accrescere la loro competitività e innovatività, ha ricordato Fulvio D'Alvia. «Il contrato di rete è lo strumento sulla base del quale si ufficializza il progetto e soprattutto gli obiettivi comuni e può essere stipulato società di capitali, società di persone, imprenditori individuali; grandi, medie e piccole imprese; o ancora, imprese di produzione di beni o servizi, imprese di distribuzione». Il contratto deve essere stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata e contiene il programma di rete in cui i contraenti stabiliscono il "chi fa cosa e come" e l'enunciazione dei diritti, degli obblighi assunti da ciascun partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune. Il contratto è considerato valido quando tutte le imprese che ne fanno parte lo hanno registrato presso le proprie Camere di Commercio.
Dai dati di Unioncamere, al 5 ottobre risultano registrati 179 contratti di rete che interessano complessivamente 856 imprese di cui: 612 Società di capitale; 119 Società di persone; 87 Imprese individuali; 9 Altre forme di società; 29 Società cooperative; 2 fondazioni; 82 Province e 19 Regioni. «Il tema delle reti d'impresa - ha ricordato Antonio Diana - è di quelli estremamente importanti per affrontare la sfida della globalizzazione.
Una sfida che passa, evidentemente, attraverso l'innovazione tecnologica, o l'innovazione tout court, in genere preclusa alle piccole e piccolissime imprese che costituiscono la pressoché totalità dell'arcipelago produttivo non soltanto casertano o provinciale, ma dell'intero paese.
Dunque, rafforzare la collaborazione industriale e commerciale fra le imprese è non soltanto necessario, ma strategico per uscire dalle secche di questa crisi che ci assilla ormai da troppi anni». Come detto, il contratto di rete rappresenta una nuova tipologia negoziale a disposizione delle imprese per collaborare alla realizzazione di progetti ed obiettivi comuni. È un contratto tipico di aggregazione tra realtà imprenditoriali che condividono uno scopo, per cui non crea un nuovo soggetto di diritto né una nuova e distinta attività d'impresa.
«E questo mi sembra un aspetto non secondario per noi imprenditori - ha aggiunto Diana - che siamo in genere troppo gelosi di noi stessi». Ma aderire ad una rete d'impresa non soltanto è utile per le aziende che condividono uno scopo, ai sensi dell'art. 42 del dl. 78/2010, comporta anche agevolazioni fiscali. Nel senso che ne deriva una sospensione d'imposta sugli utili dell'azienda - fino ad 1 milione di euro - se tale quota è destinata alla realizzazione entro l'esercizio successivo degli investimenti previsti dal programma comune di rete. E la sospensione perdura anche oltre la naturale scadenza del contratto di rete stesso, a meno che non si verifichino precise condizioni (circolare 15/E 2011, Ag. Entrate). Ovviamente, per accedere all'agevolazione fiscale, le imprese devono: 1) stipulare il contratto di rete ed iscriverlo al registro imprese; 2) accantonare ed evidenziare in bilancio in una apposita riserva gli utili destinati al fondo patrimoniale comune; 3) Far asseverare il programma di rete dagli organismi abilitati. (L'Asseverazione consiste nella verifica della sussistenza degli elementi propri del contratto di rete e della coerenza tra obiettivi strategici e modalità di raggiungimento degli stessi. L'organismo di asseverazione espressione di Confindustria è RetInsieme srl).
La necessità di aggregare imprese è anche un ottimo strumento per salvare la continuità delle stesse aziende. Affermazione confermata dal fatto che «il tessuto produttivo - ha aggiunto Aldo bonomi - in quasi tutti i settori è formato da percentuali prevalenti di piccole e micro imprese, le quali, sparse sul territorio, hanno per anni rappresentato un indotto importante e fondamentale in diverse regioni italiane, alle poche imprese di dimensioni rilevanti. Senza contare il fatto che queste ultime, ancora oggi, tendono sempre più ad esternalizzare servizi e parte della produzione». «Il concetto di aggregazione è necessario più di quanto i numeri attuali delle singole imprese non facciano presagire - ha aggiunto Bonomi - si tratta di nuove soluzioni la cui applicazione dà probabilmente il senso vero del cambiamento in atto e la destinazione a cui il mercato ci sta portando». La testimonianza di un esempio concreto di rete è stata portata, nel corso del convegno, dal senatore Lauro, promotore di "Arcipelago reti di Impresa per il Turismo", il cui progetto consiste nello sviluppo di una piattaforma turistica dove non soltanto le aziende, ma anche le istituzioni territoriali offrono prodotti e servizi sotto l'egida di un marchio comune. «Ovviamente - ha detto il senatore Lauro - per fare rete occorre dare fondo a tutta l'intelligenza imprenditoriale di cui un industriale è capace, perché come diceva Henry Ford: "Trovarsi insieme è un inizio; camminare insieme è un progetto; restare insieme è un successo"».

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