| Patto ANTI-CRISI: Industriali, Sindacati e Regione insieme per il rilancio della Campania
Un programma condiviso di sviluppo che vede unite le parti sociali nell'individuazione degli obiettivi e delle risorse per finanziare gli interventi
Tra gli interventi a breve termine abbiamo proposto la realizzazione di una cabina di regia per le politiche di sviluppo e le crisi industriali, il pagamento dei debiti della PA verso le imprese, l'esecutività dei contratti di programma e l'attivazione di un nuovo bando per il credito d'imposta regionale
 Giorgio Fiore
Presidente Confindustria Campania
Il Centro Studi di Confindustria stima per il prossimo anno una crescita del PIL pari allo 0.2 %, il che fa presumere per il Mezzogiorno un concreto rischio di recessione.
Del resto quest'area del Paese sembra essere uscita da tempo dai principali punti all'ordine del giorno del Governo Nazionale, con gravi ripercussioni per il tessuto socio‑economico della Campania. La Svimez attesta che il tasso percentuale medio annuo di variazione delle unità di lavoro nell'industria regionale sia passato da ‑1,3 (2000‑2010) al ‑3,5 (solo nel 20092010).
La crisi della nostra regione assume una dimensione nazionale a causa della desertificazione del sistema produttivo e del forte indebitamento del sistema degli Enti Locali.
Sulla base di queste considerazioni abbiamo promosso, insieme a CIGL, CISL, UIL, UGL e il Coordinamento PMI, la realizzazione di un patto anti‑crisi con il governatore della Regione Campania, nell'ambito del quale vi è l'impegno delle parti affinché la Presidenza del Consiglio assuma il "Caso Campania" tra le sue priorità. La stipula di questo patto ha consentito alla Campania di anticipare lo spirito con cui il nuovo presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti, ha presentato il suo governo. È stata chiesta al Paese coesione e noi abbiamo già costituito questo Tavolo permanente che coinvolge tutte le forze sociali e imprenditoriali per proporre soluzioni che ci permettano di uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo della nostra regione.
Abbiamo, pertanto, elaborato un programma condiviso di sviluppo, che individua obiettivi e, al contempo, cerca di trovare anche le risorse per finanziare gli interventi.
Tra gli interventi a breve termine abbiamo proposto la realizzazione di una cabina di regia per le politiche di sviluppo e le crisi industriali, il pagamento dei debiti della PA verso le imprese, rendere esecutivi i contratti di programma e attivare un nuovo bando per il credito d'imposta regionale.
Tra gli interventi di lungo periodo fondamentali invece abbiamo individuato il monitoraggio della spesa, un piano di riforme settoriali, la realizzazione di infrastrutture e l'integrazione degli strumenti nazionali e regionali in materia di sviluppo. Per quanto riguarda i Fondi UE abbiamo chiesto di operare una distinzione tra le operazioni ritenute strategiche e finanziabili, per le quali occorre fare pressione e accelerare i tempi per la realizzazione, e quei progetti che non ritenuti più perseguibili vanno eliminati. Inoltre, bisogna sollecitare il Governo affinché approvi il decreto ministeriale che dà attuazione all'articolo 5bis che consentirà la nettizzazione del cofinanziamento nazionale e regionale del Patto di stabilità al fine di evitare il disimpegno dei fondi comunitari.
Per quanto attiene le risorse, abbiamo evidenziato che la Regione debba intervenire sul patrimonio immobiliare mediante un piano di alienazione e privatizzazione delle partecipazioni regionali. Il documento è stato condiviso integralmente dal Governatore Caldoro, il quale ha già iniziato a fornire alcune risposte che saranno dettagliate nei tavoli tematici da convocare sulle singole proposte |
