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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DicEMBRE 2011
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APPROVATA la carta dei diritti delle Pmi

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APPROVATA la carta dei diritti delle Pmi


Nello Statuto delle Imprese appaiono particolarmente incisive le disposizioni che concernono i rapporti con la PA, che danno più valore e peso ai principi già presenti nella L. 241/90, con i rapporti tra il pubblico e le aziende resi più chiari e trasparenti


Luigi D'Angiolella
Avvocato studiodangiolella@tin.it


É passata colpevolmente sotto silenzio, probabilmente per la crisi economica e per i giorni convulsi dalla nascita del Governo Monti, la recentissima normativa che riguarda il cosiddetto "Statuto delle Imprese".
La nuova legge porta una data davvero singolare e certamente scaramantica per molti, ossia in data 11.11.11, ("Il giorno del Grande 1") e dunque si spera che, anche sotto questo profilo, questa vera e propria "Costituzione delle imprese" abbia il successo che merita e l'attenzione riservata ai provvedimenti che segnano una Legislatura. Si tratta di un sistema di norme che ha matrice comunitaria ed è il primo assunto dall'Italia per semplificare farraginose procedure burocratiche, che purtroppo caratterizzano il nostro Paese. Contiene il cosiddetto "Small Business Act", e cioè la Carta europea dei diritti per le piccole e medie imprese.
Notevoli sono le novità introdotte dalla Legge 180/11 di interesse per il lettore di questa rubrica. Esse concernano la libertà di impresa, la legittimazione ad agire in via giudi ziaria delle associazioni di categoria, alcune importanti modifiche del Codice degli Appalti che tendono a favorire l'attribuzione di commesse alle piccole imprese, ad esempio attribuendo direttamente ad esse i pagamenti in caso di sub appalto o favorendo le procedure di piccoli appalti destinate alle micro realtà.
Appaiono particolarmente incisive le disposizioni che concernono i rapporti con la Pubblica Amministrazione, che danno più valore e peso ai principi già presenti nella L. 241/90, con i rapporti tra il pubblico e le imprese resi più chiari e trasparenti, stabilendo che l'accesso ai servizi pubblici o alla concessione dei benefici deve necessariamente tener conto delle particolari esigenze delle imprese e della dinamica "tempo". Vengono inoltre introdotti vincoli certi per il pagamento dei beni e servizi forniti dalle imprese agli enti pubblici, termini che non possono superare i 30 giorni. Inoltre, in attuazione della direttiva europea sui ritardi di pagamento, sono stabilite sanzioni effettive contro il mancato rispetto delle scadenze che prevedono interessi di mora all'8% più il tasso BCE, prevedendosi che qualsiasi proroga del termine di pagamento deve essere espressamente prevista e oggettivamente giustificata.
Talune di queste norme, in parte già presenti nell'ordinamento, hanno ora maggior peso ed assumono una valenza di rango, appunto, statutario che favorirà i rapporti commerciali. Resta da vedere se, e in quale misura, tali norme riguardanti i termini di pagamento potranno essere effettivamente rispettate dagli enti pubblici che, mai come in questo periodo, si trovano in una congiuntura economica disastrosa.
Nonostante ciò, l'aver accolto in norma primaria e statutaria taluni principi, da un lato rafforza il nostro sistema economico, formato, come tutti ben sanno, per lo più di piccole e medie imprese, e dall'altro rende l'Italia un paese più credibile e sicuro, visto la ritrosìa degli stranieri ad investire da noi ove lo stereotipo conosciuto è quello di una burocrazia lenta che affonda o ritarda anche le iniziative imprenditoriali più brillanti.

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