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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DicEMBRE 2011
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Energie rinnovabili e fondi europei, l'ultimo TRENO per lo sviluppo

Un forum sulla situazione attuale e uno sguardo alla nuova Agenda 2014-2020

Il POI vuole promuovere e sperimentare forme avanzate di interventi integrati e di filiera finalizzati all'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili

Per il periodo 2014-2020, il budget comunitario complessivo previsto, comunque in fase di definizione, dalla Commissione Europea è pari a 1.025 miliardi di euro dei quali oltre un terzo destinato ai fondi strutturali

Con riferimento alla strategia energetica, inoltre, lo scorso 19 ottobre la Commissione Europea ha presentato un piano di investimenti pari a 50 miliardi di euro destinato a migliorare le reti europee di trasporto, energetiche e digitali al fine di contribuire a creare posti di lavoro e a rafforzare la competitività dell'Europa nato ai fondi strutturali

Massimo Deandreis
Direttore Generale SRM

SRM‑Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), nell'ambito del suo filone di ricerca indirizzato al settore energetico, ha in corso di realizzazione una ricerca sulle "rinnovabili".
Il lavoro, accanto ad un'analisi di scenario del comparto e delle singole filiere che lo compongono, si sofferma sulle politiche pubbliche di sviluppo indirizzate allo stesso; politiche che, nel loro insieme, prevedono risorse per oltre 4,1 miliardi di euro.
In particolare, un primo strumento a favore dello sviluppo delle rinnovabili è il Programma Operativo Interregionale (POI) 2007‑2013 "Energie rinnovabili e risparmio energetico" che, accanto ad azioni indirizzate all'efficientamento energetico, mira ad assicurare il sostegno alla realizzazione di esperienze di coordinamento e di integrazione degli aspetti e degli attori necessari alla realizzazione dei progetti di investimento, sperimentando e realizzando "progetti pilota" e interventi dimostrativi che possano fornire un metodo di lavoro per quanto attiene sia le modalità di costruzione dei progetti sia la loro realizzazione. L'obiettivo specifico, quindi, in linea con le più generali strategie europee, è quello di promuovere e sperimentare forme avanzate di interventi integrati e di filiera finalizzati all'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili.


Un impianto eolico


Nel suo complesso, il Programma prevede un ammontare di risorse pari a oltre 1,6 miliardi di euro, derivanti in ugual misura da finanziamento comunitario e da controparte nazionale. Nello specifico delle energie rinnovabili, al comparto sono indirizzati più di 779 milioni di euro che, frazionati per le singole filiere interessate, sono destinati per oltre la metà alle biomasse (51,3%), seguite da idroelettrico e geotermico (30,8%) e dal solare (17,9%).
A quattro anni dall'approvazione del Programma, tuttavia, i dati sull'attuazione dello stesso si attestano ancora su un dato di spesa minimo; infatti, secondo l'ultimo bollettino della Ragioneria Generale dello Stato sul monitoraggio degli interventi comunitari (aggiornato al 31 agosto 2011), il POI in esame ha un grado d'attuazione finanziaria pari al 40,5% in termini di impegni e al 14,3% in termini di pagamenti. Sotto altro aspetto, va detto che il POI, grazie al suo carattere multi regionale (interessa, infatti, le regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), è anche un riferimento importante per le singole programmazioni regionali. Rappresenta, infatti, una cornice di sistema in cui i singoli territori, in coordinamento tra loro e con le Amministrazioni centrali interessate, possono inserire la propria strategia territoriale.
Può, in altri termini, configurarsi come la base di sistema in cui, alla luce di una comune situazione di debolezza relativa alle condizioni di contesto, trovano composizione e valorizzazione le diverse vocazioni territoriali.
Le singole programmazioni regionali, dal canto loro, confermando gli obiettivi del POI e facendo attenzione a evitare sovrapposizioni in termini di progetti e azioni previste, contengono tutte delle previsioni per lo sviluppo del settore energetico in generale e del comparto delle rinnovabili in particolare. Se alle quattro regioni della Convergenza sopra citate si aggiungono la Basilicata (in regime di phasing out) e la Sardegna (inserita nell'Obiettivo "Competitività Regionale e Occupazione") l'entità di risorse indirizzate alle tematiche energetiche supera la quota di 1,48 miliardi di euro e, di questi, ben il 64,3% è destinato al comparto delle rinnovabili.
Guardando al futuro, oltre ad auspicare un'accelerazione nei livelli di spesa con il pieno raggiungimento degli obiettivi posti in fase di programmazione, si osserva come tale settore è destinato ad essere ancora al centro dell'attenzione delle strategie europee.
È, infatti, uno dei temi principali della nuova Agenda di programmazione 2014‑2020 che, pur apportando alcune modifiche all'impianto in essere, punta, ancora una volta, al sostegno di un'economia sostenibile, soprattutto dal punto di vista ambientale.


I PON e i POIN 2007 2013 - A che punto siamo


Una delle principali novità previste riguarda l'intenzione di concentrare le risorse in un numero limitato di priorità in modo da evitare la dispersione dei finanziamenti.
Tra queste, come già si accennava, lo sviluppo e la modernizzazione delle infrastrutture per l'energia, finalizzate ad aumentare da un lato la sicurezza degli approvvigionamenti e, dall'altro, l'utilizzo delle energie rinnovabili, occupa un posto di primo piano.
In particolare, sarà il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) a concentrare le proprie risorse sugli interventi nel campo delle fonti rinnovabili, accanto a quelli relativi all'efficientamento energetico, all'innovazione e supporto delle piccole e medie imprese. Seppur con diverse previsione a seconda che si tratti di aree più o meno sviluppate, saranno stanziati importi minimi per investimenti in rinnovabili in tutte le regioni. Da un punto di vista finanziario, invece, per il periodo 2014‑2020, il budget comunitario complessivo previsto, comunque in fase di definizione, dalla Commissione Europea è pari a 1.025 miliardi di euro (1,06% del PIL europeo) dei quali oltre un terzo (376 milioni di euro) destinato ai fondi strutturali.
Il dettaglio di questi ultimi prevede che i due terzi siano indirizzati alle aree meno sviluppate con un cofinanziamento UE del 75‑85%, mentre la restante quota è da suddividere tra le aree in difficoltà delle Regioni ricche ed una nuova fascia transitoria di Regioni con PIL compreso tra il 75% e il 90% della media europea, cofinanziate rispettivamente, al 50% e al 60%. Con riferimento alla strategia energetica, inoltre, lo scorso 19 ottobre la Commissione Europea ha presentato un piano di investimenti pari a 50 miliardi di euro destinato a migliorare le reti europee di trasporto, energetiche e digitali al fine di contribuire a creare posti di lavoro e a rafforzare la competitività dell'Europa. In tale ambito, il finanziamento delle reti energetiche renderà più integrato il mercato interno dell'energia, riducendo la dipendenza dell'UE e rafforzando la sicurezza degli approvvigionamenti.


Per facilitare il finanziamento, la Commissione ha, inoltre, adottato le condizioni dell'iniziativa Project Bond nel quadro di Europa 2020 (prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti). Per la sola infrastrutturazione energetica transeuropea è previsto un investimento di 9,1 miliardi di euro che dovrebbero, tra l'altro, consentire di raggiungere gli obiettivi nel settore climatico e dell'energia fissati dall'UE per il 2020.
L'energia dovrebbe quindi avere un ruolo di rilievo anche nella futura programmazione ed il Mezzogiorno dovrà sapere cogliere quello che possiamo definire l'ultimo treno per lo sviluppo.

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