Tutela ambientale
e sviluppo industriale,
binomio possibile
Nasce Technodistrict,
la piattaforma dello sviluppo pre-competitivo delle PMI
Imprenditoria femminile,
al via il comitato per aiutare
le aziende in rosa
«Non sparate sul Consorzio Asi,
ha ancora un ruolo importante da giocare»
Antonio Farina,
decano dei costruttori casertani, eletto
vice presidente regionale dell’Ance
Francesco Schettino È il nuovo leader della sezione Metalmeccanica
Sezione Terziario avanzato
e servizi alle imprese:
Massimo Orsi È il nuovo leader
di Antonio Sanfelice
Nasce Technodistrict,
la piattaforma dello sviluppo pre-competitivo delle PMI
Furio Cascetta guida la società operativa di un progetto che nasce dall’incontro tra Confindustria Caserta
e Seconda Università, cui aderiscono Regione Campania, Provincia di Caserta e Camera di Commercio
Furio Cascetta
Con la formalizzazione del consiglio di amministrazione della società consortile a responsabilità limitata ha preso finalmente il largo, in provincia di Caserta, Technodistrict: una struttura “a rete” tra il mondo produttivo, della ricerca scientifica e delle istituzioni territoriali, immaginata per favorire la circolazione di idee, di competenze, di informazioni e di conoscenze. In una parola, per favorire l’innovazione. Nato dall’incontro, qualche anno fa, tra Confindustria Caserta e la Seconda Università degli studi di Napoli, il progetto incontrò immediatamente il favore della Regione Campania e della Provincia di Caserta (risale all’ottobre del 2006 il primo protocollo d’intesa tra questi soggetti) e successivamente l’adesione della Camera di Commercio, oltre che di tre importanti Centri di ricerca e di competenze (Bioteknet, Test e Ict). Alle spalle, dunque, un gestazione tutt’altro che veloce, alla fine tuttavia il risultato ha premiato tutti gli sforzi di tenacia e perseveranza di quanti in questo progetto hanno creduto. In particolare, il professore Furio Cascetta, cui è stata assegnata la presidenza della Scarl; e il past president di Confindustria Caserta e attuale vice presidente della Camera di Commercio, Carlo Cicala, che nel cda di Technodistrict appunto ora siede in rappresentanza dell’ente camerale. Il board di Technodistrict si completa con i consiglieri di amministrazione Renzo Polesel e Daniela Mastrangelo (in rappresentanza di Confindustria Caserta), il professore Antonio Garofalo (indicato dalla Provincia di Caserta); il pro rettore Mario De Rosa (per conto dei Centri di ricerca e competenza) ed il professore Mario Sorrentino (in rappresentanza della Sun). Dunque, si diceva, il progetto Technodistrict è finalizzato alla realizzazione di una struttura per la promozione della ricerca applicata, del trasferimento tecnologico e dello sviluppo pre-competitivo nelle tre aree strategiche delle bioscienze, domotica e dei sistemi di trasporto. In questo ambito, la mission del distretto tecnologico industriale consiste nell’accelerare i processi di innovazione e trasferimento delle tecnologie dal mondo della ricerca e favorire l’accesso al mercato della conoscenza per le piccole e medie imprese attraverso un modello innovativo di intervento. In altri termini, come ha puntualizzato il professore Cascetta, «Technodistrict vuole essere una sorta di piattaforma tecnologica locale basata sull’aggregazione, in senso orizzontale, tra soggetti attivi nello stesso settore con competenze differenziate, notevoli ma frammentate; e, in senso verticale, propria di filiera».
Insomma, l’obiettivo principale di Technodistrict sarà quello di favorire lo sviluppo e la sperimentazione di output tecnologici di elevato livello, con la finalità di rafforzare la capacità competitiva delle aziende sia sui mercati locali che internazionali. Il che, alla luce della crisi economica che attanaglia i sistemi economici mondiali, può essere vista anche come una risposta moderna e lungimirante alla difficile congiuntura. Aggiunge, infatti, Cicala: «Il binomio Ricerca e Trasferimento dell’Innovazione costituisce il presupposto essenziale per il conseguimento di un moderno modello di sviluppo economico e produttivo. Non è un caso, peraltro, che sempre più frequentemente vengano lanciati in questa direzione inviti, affinché il sistema industriale italiano possa prima reagire e quindi competere sul mercato globalizzato».
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