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l’intervISTA A Andrea abbamonte - Anche la trasparenza rallenta la macchina amministrativa
Anche la trasparenza rallenta la macchina amministrativa
di Vito Salerno
Andrea ABBAMONTE
Assessore alle Riforme dell’Amministrazione Regionale della Campania
In che modo si sta lavorando in Regione per rendere più snello il funzionamento dell'amministrazione?
Da un punto di vista strutturale, abbiamo provveduto all'applicazione del regolamento della Legge 241, garantendo quindi trasparenza e accesso agli atti amministrativi. Nessun merito particolare perché il nostro è stato - come dire - un atto dovuto, fatto però in tempi particolarmente rapidi che ne hanno consentito la pubblicazione immediata dopo l'approvazione in Consiglio Regionale. Mi preme sottolineare, tuttavia, un effetto distorsivo e paradossale a tal proposito: la trasparenza, così come l'applicazione concreta della privacy, non produce affatto un'accelerazione dell'attività amministrativa bensì un suo rallentamento, dovuto al fatto che gli ordinari procedimenti sono attardati dalle richieste di accesso e dalla partecipazione dei cittadini ai procedimenti stessi. Tale riverbero negativo - sia chiaro - non si verifica solo in Campania, quanto piuttosto a livello nazionale. Sotto il profilo funzionale, invece, stiamo lavorando a una complessiva riforma della macchina amministrativa con riferimento al personale e alle sue funzioni, da calibrare però su quello che sarà la Regione all'indomani del processo di decentramento che la interessa. Al riguardo la scelta è stata, infatti, precisa: abbiamo ritenuto che le politiche del decentramento di funzioni dovessero precedere in Consiglio Regionale, sotto il profilo normativo, la riforma della macchina amministrativa perché se il decentramento sarà approvato - è gia passato in Commissione - resterà poi da capire quanto rimarrà alla Regione della sua attuale competenza funzionale. Appare evidente quindi che l'Amministrazione Regionale dei prossimi dieci anni - una volta attribuite funzioni, mezzi e in parte personale a Province e Comuni decentrando quindi una serie di poteri e attività - avrà nuove e peculiari caratteristiche, tra cui un minor numero di dipendenti e di tipologie di procedimento amministrativo. Se, invece, le strade della politica riterranno che neanche in questa consiliatura il grande disegno di riorganizzazione che è il decentramento può realizzarsi, allora ci organizzeremo diversamente perché l'idea di riforma della macchina amministrativa possa partire.
Secondo lei come si possono di fatto sburocratizzare le procedure, promettendo "tempi celeri e certi" alle nostre imprese?
Le risposte attese dalle imprese riguardano procedure non gestite direttamente dalle Regioni. In ogni caso, d'intesa con l'Assessore campano alle Attività Produttive, Andrea Cozzolino, stiamo lavorando alla costituzione di un tavolo di semplificazione per l'applicazione del decreto legge del governo Berlusconi sulla competitività. Ribadisco, però, che l'impatto degli atti amministrativi della Regione Campania sulle imprese, se escludiamo la gestione dei fondi europei che segue procedure per l'appunto europee, è molto meno rilevante di quello che possa apparire.
Come, invece, si recupera la fiducia del cittadino-utente?
Semplice: amministrando bene e in maniera veloce. È fondamentale dare ai cittadini un segnale di un'Amministrazione che decide, al di là dei consensi. Siamo come "affascinati" da tematiche come la privacy, la trasparenza, l'accesso ai documenti ma se poi andiamo nel dettaglio, ci rendiamo veramente conto di cosa significhi la partecipazione al procedimento e di quanto ci costi - a noi addetti ai lavori e agli utenti - in termini di tempo. Forse, a volte, sarebbe più sano saltare un passaggio procedimentale pur di dare al cittadino la cosa che più gli preme: una risposta in tempi accettabili.
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