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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2006
 


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CONFINDUSTRIA CAMPANIA

l’intervista A Luigi nicolais - La pa deve imparare ad avere “uno sguardo lungo”

l’intervista A Daniele capezzone - Sette giorni per un’impresa

l’intervENTO A Enzo boccia - I numeri da brivido della PA italiana

l’intervISTA A Andrea abbamonte - Anche la trasparenza rallenta la macchina amministrativa

La pa deve imparare
ad avere “uno sguardo lungo”

di Raffaella Venerando

Luigi NICOLAIS
Ministro per la Funzione Pubblica
e l’Innovazione Tecnologica

In tema di rinnovamento della Pubblica Amministrazione, il mezzo della semplificazione sembra per lei imprescindibile, tanto che, insieme con il Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, ha già avviato una commissione interministeriale per ridurre tutte le pratiche necessarie ad avviare un'impresa. Chi ben comincia…
Un Paese è competitivo se la sua struttura sociale, l'architettura e la prassi dell'amministrazione pubblica, la formazione, la ricerca e la finanza sono tutte allo stesso tempo orientate a creare condizioni di sviluppo e coesione. Per questo riteniamo prioritarie le iniziative a favore dell'ampliamento del ricorso all'autocertificazione, dello snellimento delle procedure autorizzatorie, del potenziamento delle verifiche ex-post. Proprio l'innalzare a metodo la valutazione a posteriori è la chiave di volta per una efficace semplificazione dell'azione amministrativa: ai cittadini e alle imprese chiederemo sempre meno certificati e autorizzazioni per avviare attività, ma punteremo a seri controlli successivi. Occorre poi stabilire tempi certi per l'azione amministrativa, accanto al principio del diritto al risarcimento per quanti, cittadini o imprese, abbiano visto allungarsi tali tempi oltre il limite prescritto. Sono questi i cardini del disegno di legge sulla semplificazione amministrativa che presenterò nei prossimi giorni. É un provvedimento che, al pari del cosiddetto Decreto Bersani, si inserisce a pieno titolo nell'azione del governo tesa a ridare slancio all'economia, attraverso l'iniezione di dosi massicce di semplificazione e di deregolamentazione.

Cosa ha in mente per migliorare il rapporto tra cittadini e PA?
La Pubblica Amministrazione deve imparare ad avere uno "sguardo lungo", ad avere progetti di crescita, a produrre servizi innovativi e sempre più coordinati con le mutate esigenze degli utenti. Alla base di tutto vi è la consapevolezza che al centro della sua azione c'è il cittadino-utente e l'efficienza dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e impresa. Per questo occorre semplificare anche le modalità di accesso degli utenti ai servizi e coniugare l'esigenza di una presenza capillare sul territorio delle strutture periferiche della Pubblica Amministrazione, con quella di non disperdere risorse che possono essere meglio canalizzate al servizio degli utenti, raccogliendo "in presa diretta" da questi un feed-back immediato sull'efficienza complessiva della macchina. Non dobbiamo lavorare solo a migliorare la modalità di erogazione di un servizio, ma soprattutto ad incrementare il contenuto intrinseco di quel servizio. La Carta d'Identità Elettronica, ad esempio, sarà lo strumento innovativo che assommerà in sé una serie di funzioni e con cui intendiamo fornire ai cittadini italiani una chiave d'accesso a numerosi servizi e banche dati che lo riguardano.

Per riuscire nello svecchiamento della Pubblica Amministrazione occorrerà, però, una rivoluzione culturale.
É così. Il nostro obiettivo non è quello di attuare un generico ricambio generazionale all'interno del pubblico impiego, pure necessario, ma quello di fare in modo che le competenze già esistenti nel sistema e gli apporti di nuove leve e nuove professionalità - che consentiremo grazie alla stabilizzazione dei precari e alla fine del blocco del turnover - diventino l'ossatura di una Pubblica Amministrazione fortemente innovativa nell'approccio al cittadino utente, nello sviluppo di servizi e nelle stesse modalità di svolgimento del proprio lavoro. Questo vuol dire avere un'attenzione "maniacale" per la formazione dei dipendenti e dei dirigenti pubblici e per la diffusione di buone pratiche all'interno della macchina, anche attraverso una necessaria osmosi con il mondo della ricerca, del lavoro, delle professioni.

Il suo Ministero accorpa Innovazione Tecnologica e Funzione Pubblica, un tempo competenze divise in due diversi dicasteri. Parte da qui la razionalizzazione della spessa pubblica?
Certamente l'accorpamento di due dicasteri dà l'idea di una maggiore razionalizzazione. Ma l'operazione effettuata da questo Esecutivo è più complessa. Per razionalizzare non è sempre necessario accorpare: ciò che conta è lavorare sulle duplicazioni, evitare che organismi diversi si occupino delle medesime questioni. Alcuni nostri provvedimenti hanno già stabilito operativamente il ritorno di enti, agenzie, uffici alla loro missione caratteristica, al "core business": penso al Formez. Altri stanno configurando l'eliminazione di duplicazioni: è il caso, ad esempio, del disegno di accorpamento degli enti previdenziali, su cui agiamo d'intesa con il Ministro del Lavoro Damiano, o della riduzione di alcuni uffici periferici delle Amministrazioni centrali. É questa la via per la razionalizzazione della spesa pubblica: non si tratta di tagli, ma di una politica di riforme complessive.

Burocrazia e nuove tecnologie insieme: quello che qualche anno fa sembrava un matrimonio impossibile grazie a lei sarà finalmente un connubio felice?
L'obiettivo, complesso e affascinante, della delega che ho ricevuto dal Presidente del Consiglio è quello di fare dell'innovazione amministrativa, alla base di un recupero di competitività dell'amministrazione, una componente fondamentale dell'innovazione tout court del sistema Paese. In questa logica, la reingegnerizzazione dei processi della Pubblica Amministrazione si accompagna necessariamente a scelte strategiche quali, ad esempio, l'investimento nella interoperabilità tra le amministrazioni e nel sistema pubblico di connettività. Si tratta di opzioni necessitate, se si vuole garantire una maggiore efficienza complessiva della macchina e una qualità decisamente superiore del servizio che essa offre ai cittadini e alle imprese. In questo filone di azioni si inquadra il nostro impegno a realizzare la carta d'identità elettronica, lo strumento che consentirà agli utenti di interagire con le diverse amministrazioni. Un'istituzione informatizzata è un organismo vivo in grado di crescere e far crescere, una struttura agile, che apprende migliorando. È una struttura che trasforma e che tutela: cioè è garanzia di democrazia e di coesione territoriale.

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