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La rappresentanza imprenditoriale oggi
Innovazione È sviluppo?
Innovazione È sviluppo?
Roberto MAGLIULO
Il premio Best Practices, il terziario avanzato salernitano esce allo scoperto
La crescente competitività e globalizzazione dei mercati sta producendo effetti importanti sull'economia mondiale, creando disagi sempre più evidenti nelle economie occidentali che crescono con tassi inferiori a quelli di un decennio fa, mentre avanzano sempre più le economie asiatiche, Cina e India in testa. Tra le economie più colpite quella italiana, soprattutto in quanto caratterizzata da due fattori critici: la dimensione mediamente piccola delle proprie imprese e l'intensità tecnologica delle produzioni tendente al medio-basso e quindi maggiormente soggette alla concorrenza dei bassi costi del lavoro delle tigri asiatiche. Per difendersi da questa crisi si parla in tutti i seminari, convegni, riunioni, di "Innovazione". Ma quanto sia messa male l'economia italiana, all'interno dell'UE a 25, in termini di innovazione, è cosa ormai risaputa. La figura 1 mostra il risultato dell'indicatore per tutti i paesi dell'UE25. L'Italia è ben al disotto della media sia dell'UE15 che a 25, addirittura sotto ad alcuni dei nuovi entrati nell'Unione Europea. Il dato appare ancora più aggravato poi dal confronto tra le tre economie occidentali principali: UE, USA e Giappone (vedi figura 2). Il motivo per cui l'economia europea, ma soprattutto quella italiana, sia poco competitiva sul piano dell'innovazione, è da ricercare in molti fattori, anche se una correlazione forte fra innovatività e sviluppo economico di un paese non è stata ancora dimostrata, dovendosi ricercare in altri fattori determinanti, diversi dalla capacità innovativa legata allo sviluppo tecnologico, l'andamento dell'economia di un paese. Al contrario la performance generale di un'impresa appare sempre più legata alla sua capacità di innovare, ed in particolare dal settore di attività nel quale essa opera. Settori tradizionali presentano minori tassi di innovatività, mentre i settori tecnologici più spinti sono quelli dove la spinta innovativa trova terreno maggiormente fertile. Ma le moderne economie di mercato sono dominate in primo luogo dai servizi, ed in secondo luogo dai settori manifatturieri ad intensità tecnologica medio-bassa, per cui è proprio in questi settori che si gioca la partita dello sviluppo legata all'innovazione. Si deduce che gli incrementi di produttività di un'economia dipendono soprattutto dalla "capacità di questi settori di produrre innovando, in particolar modo attraverso l'adozione o la modificazione di innovazioni sviluppate da altre aziende attraverso un processo di diffusione" (European Sector Innovation Scoreboards - Dicembre 2005).
La parola chiave per lo sviluppo delle moderne economie, quindi, è proprio la capacità di "diffusione" delle innovazioni. Ma chi sono i principali diffusori delle innovazioni? Per rispondere a questa domanda è necessario prima di tutto chiedersi in cosa consiste l'innovazione. La risposta la possiamo trovare nell'European Innovation Scoreboards, ormai calcolato dalla Commissione Europea da diversi anni, in base al quale i key indicators sono 26, raggruppati in 5 classi. Le prime 3 classi rappresentano gli input, cioè i fattori determinanti, e le altre 2 classi rappresentano gli output, cioè i risultati determinati dai primi fattori. Tra gli input importante è il contributo della Ricerca e Sviluppo, sia essa pubblica che privata, il numero di laureati della popolazione, la percentuale di popolazione impegnata in programmi medio/lunghi di formazione e aggiornamento professionale, la spesa in ricerca e sviluppo delle PMI anche in collaborazione con altre PMI, etc..
Volendo semplificare possiamo dire che la "conoscenza" fa la parte del leone negli indicatori adottati dalla Commissione Europea.
Le aziende del Terziario Avanzato, aderenti alla Federazione Italiana del Terziario Avanzato, sono definite dallo statuto della Federazione "imprese della conoscenza". Ciò le rende agenti dello sviluppo e dell'innovazione, in quanto portatori di quel know how che spesso viene usato dalle imprese manifatturiere e dalle organizzazioni in generale per creare innovazione nei propri processi e prodotti.
Per far conoscere meglio questo contributo fondamentale del Terziario Avanzato allo sviluppo del paese, il Gruppo T.A. di Confindustria Salerno ha deciso di dar vita al Premio Best Practices per l'Innovazione. Il Premio intende far conoscere quei progetti di imprese del T.A. in favore di propri clienti, manifatturieri e non, che hanno contribuito in maniera determinante a risultati innovativi e di successo.
Il Premio si avvale per la selezione dei migliori progetti di un Comitato Tecnico Scientifico composto da docenti universitari di materie scientifiche e da imprenditori del T.A.. Le imprese che vorranno partecipare devono far pervenire i loro progetti presentati secondo uno schema informativo riportato in un’apposita Linea Guida, dove sono esplicitati anche i criteri con i quali verranno valutati: innovatività, ripetibilità e trasferibilità dei risultati, risultati economici raggiunti e contributo alla crescita delle competenze dei tecnici coinvolti. Maggiori informazioni possono essere acquisite sul sito di Confindustria Salerno o presso la segreteria del Gruppo. Il Premio si concluderà nel mese di maggio con una premiazione ufficiale dei migliori progetti.
Presidente Gruppo Terziario
Avanzato Confindustria Salerno |