TECNICHE INNOVATIVE PER ACQUISIRE
I DATI
LA “CARATTERIZZAZIONE DELLE ANTENNE”
VALORIZZARE LE RISORSE CULTURALI DIFFUSE
FORMARE MANAGER DEL TERRITORIO STORICO
VALORIZZARE LE RISORSE CULTURALI DIFFUSE
FORMARE MANAGER DEL TERRITORIO STORICO
Al Pst di Salerno un Master in
Beni Culturali e Sviluppo Locale Sostenibile
Isabella
Colamarco
Responsabile Area Formazione Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno
e A.I.C icolamarco@pstsa.it
Il 30 settembre scorso sono partite, presso il Parco Scientifico
e Tecnologico di Salerno, le attività formative del
Master in Beni Culturali e Sviluppo Locale Sostenibile,
approvato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca nell'ambito del Programma Operativo Nazionale
per le Regioni Obiettivo 1 "Ricerca Scientifica, Sviluppo
Tecnologico, Alta formazione" 2000-2006. Il progetto,
realizzato insieme al Centro Universitario Europeo per
i Beni Culturali di Ravello, vede inoltre coinvolti, in qualità di
partner, la Provincia di Salerno-Assessorato alle Attività Produttive,
Formazione Professionale, Beni e Attività Culturali;
la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province
di Salerno, Avellino e Benevento; la Soprintendenza per i
beni architettonici e il paesaggio di Salerno e Avellino e
l'Università di
Salerno. Alla cerimonia inaugurale del 30 settembre hanno
partecipato l'onorevole Alfonso Andria, Presidente del
Centro di Ravello, Remo Russo, Amministratore Delegato del
Parco Scientifico, l'Assessore ai Beni Culturali Gaetano Arenare
e l'architetto Giovanni Villani della Soprintendenza per
i beni architettonici e il paesaggio. Obiettivo del Master è formare
dei "Manager del Territorio Storico", cioè degli
esperti capaci di redigere, implementare e realizzare progetti
di sviluppo locale fondati sulla valorizzazione di tutte
le risorse culturali esistenti in un sistema territoriale.
Il patrimonio culturale é costituito non solo dai monumenti
e dalle opere d'arte, ma anche dall'insieme di tutti quei
prodotti che documentano la cultura della comunità,
come i centri storici minori, gli antichi manufatti industriali,
l'artigianato tradizionale. Per queste ragioni, accanto
alle tradizionali "città d'arte" si parla
sempre più di "risorse culturali diffuse" o
di "patrimonio
minore" o, ancora, di "territorio storico".
Il territorio storico costituisce una risorsa di grande
valenza, ma la sua valorizzazione richiede un approccio -
culturale, scientifico e metodologico - totalmente differente
da quello utilizzato per la tutela dei monumenti o dei centri
storici. Un progetto di sviluppo locale fondato sulla valorizzazione
del territorio storico comporta il coinvolgimento di numerose
competenze, non solo quelle che si occupano dei beni culturali,
ma anche quelle che analizzano i processi di sviluppo e
i comportamenti delle comunità (economia, sociologia,
pianificazione, teoria dello sviluppo, ecc.) e quelle necessarie
a promuovere le attività culturali (comunicazione,
organizzazione di eventi, ecc.). Il "manager" da
formare, quindi, deve avere una visione critica e problematica
degli elementi costitutivi del patrimonio culturale delle
comunità locali e una buona conoscenza delle best practices
e degli insuccessi delle azioni di valorizzazione del patrimonio
minore. Inoltre, deve essere capace sia di affrontare e
risolvere i problemi derivanti da processi di sviluppo che
attivano una miriade di piccoli attori, sia di mettere a punto
progetti capaci di generare plusvalenze del Territorio Storico
senza comprometterne la qualità. In definitiva, il
Manager del Territorio Storico deve avere conoscenze specifiche
e approfondite nella propria disciplina e possedere conoscenze
elementari di economia, marketing territoriale, pianificazione,
statistica, scienze sociali, oltre a conoscere i criteri
e i metodi di analisi/progetto, a un livello che gli consenta
di coordinare efficacemente l'attività dei vari specialisti
e di gestire un progetto in tutte le sue fasi. Il master
si concluderà a novembre 2006, per una durata complessiva
di 1560 ore, articolate in quattro fasi che consentiranno
un passaggio graduale da una formazione prevalentemente
teorica a una pratica applicativa, calibrata sulle reali esigenze
del mercato del lavoro e sulla natura manageriale del profilo
in uscita. La prima fase è dedicata alla "cultura
del progetto", in cui saranno affrontate le seguenti
tematiche: problemi di gestione dei sistemi complessi;
tecniche di analisi economica e territoriale; pianificazione
e programmazione per progetti; teoria e pratica del project
management; valutazione della fattibilità tecnica,
ambientale, economica, sociale e amministrativa delle soluzioni
progettuali. La seconda è dedicata
alla "cultura d'impresa", che tratterà i
seguenti argomenti: analisi dell'organizzazione aziendale
e teoria del management; analisi delle funzioni d'impresa
e relativi sistemi di gestione; fondamenti tecnologici
e sociali della new economy; progettazione integrata. Le attività applicative
riguarderanno casi studio, analizzati attraverso una ricerca
di best practices, nonché esercizi, giochi di simulazione,
visite guidate, interviste a testimoni privilegiati. La
terza fase è dedicata allo sviluppo dei progetti applicativi,
mediante la costituzione di gruppi di lavoro, disciplinarmente
assortiti rispetto alla formazione d'origine, assistiti
da esperti. La partnership di progetto avrà in questa
fase un ruolo attivo nell'individuazione di progetti di
sviluppo concretamente relazionati al territorio e alle istituzioni
preposte alla programmazione delle politiche d'intervento.
Le attività formative di tipo teorico saranno circoscritte
all'acquisizione di strumenti specifici di conoscenza su:
sistemi di qualità; marketing territoriale; tecniche
di valutazione; networking di sistemi complessi. L'ultima
fase del master sarà costituita da uno stage, presso
sia i partners del progetto, sia aziende e istituzioni
del territorio, coerentemente con le finalità del corso
e con i temi progettuali sviluppati durante la terza fase.
Il bando di selezione, pubblicato a maggio su quotidiani
nazionali e locali, ha avuto un significativo riscontro in
termini di candidature. Sono infatti pervenute ben 300 domande
di ammissione alla selezione, che è stata effettuata
attraverso due fasi: la prima comprendeva la valutazione del
curriculum e il sostenimento di una prova scritta, la seconda
riguardava una prova orale. Sono stati ammessi alla frequenza
del master 23 giovani laureati disoccupati, residenti nelle
regioni dell'Obiettivo 1, dei quali 20 corsisti con borsa
di studio e 3 uditori senza borsa di studio. L'aula è caratterizzata
da un variegato assortimento disciplinare e professionale.
Sono infatti presenti, laureati in discipline umanistiche
(lettere, lingue e conservazione dei beni culturali), tecniche
(architettura e ingegneria) e socio-economiche (economia,
scienze politiche e scienze della comunicazione). Una disomogeneità non
casuale ma voluta, in quanto tesa a favorire meccanismi di
apprendimento reciproco all'interno dell'aula. In una classe
composta di specialisti in varie discipline sarà possibile
sia acquisire principi, criteri e metodi delle varie discipline,
sia conseguire in ciascuna di esse le conoscenze essenziali.
Ed è appunto il carattere polivalente e il programma
marcatamente multidisciplinare il plus della formazione
impartita dal Master, quello che caratterizza la figura del
Manager del Territorio Storico.
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