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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


Inserto
Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

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IL RIASSETTO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
AL LAVORO PER RAPPORTI SINDACALI CERTI

PUNTARE SULL'INNOVAZIONE DIGITALE
CONFINDUSTRIA PRESENTA IL PIANO 2005

PUNTARE SULL'INNOVAZIONE DIGITALE
CONFINDUSTRIA PRESENTA IL PIANO 2005
Un "progetto di accompagnamento" per le PMI tra le proposte del PID2005


Angelo Airaghi
Presidente Commissione Economia Digitale Confindustria


Nel 2004 Confindustria ha lanciato la parola d'ordine dell'Innovazione a 360°. Lo ha fatto per sottolineare che l'innovazione riguarda tutti gli aspetti dell'attività dell'impresa: dai processi operativi dell'azienda, alla sua organizzazione, dal suo modo di porsi rispetto ai mercati alla sfida del miglioramento continuo. E mentre la ricerca, intesa nella sua accezione più ampia, si applica ai 180° dell'innovazione di prodotto e dei processi produttivi, i 180° rimanenti si riferiscono a un profondo cambiamento culturale a cui le sfide della competitività globale chiamano, pur con urgenze e intensità diverse, tutte le imprese. Uno dei pilastri su cui si fonda la nostra idea di innovazione a 360° è l'informatizzazione-digitalizzazione dei sistemi produttivi, sia dal punto di vista della qualità e della novità dei prodotti, sia per quanto riguarda l'efficienza dei processi organizzativi e produttivi. In quest'ottica, all'interno del Comitato Tecnico Innovazione e Ricerca di Confindustria è stata istituita la Commissione Economia Digitale che ha lavorato sulla realizzazione del PID2005, presentato il 4 ottobre scorso in Assolombarda, alla presenza del Ministro per le Innovazioni e le Tecnologie Lucio Stanca e del Sottosegretario alle Attività Produttive Giuseppe Galati. Dai lavori della Commissione è emerso che in tema di digitalizzazione occorre distinguere due trend:
1. la crescita nel campo delle reti di TLC (negli ultimi due anni il tasso di diffusione dei collegamenti a banda larga ha mostrato una crescita superiore al 135%, sia per effetto degli incentivi pubblici e che degli investimenti degli operatori);
2. il ritardo che investe il nostro sistema produttivo riguardo agli investimenti in informatizzazione (v. Grafico 1grafico1).
Mentre la spesa italiana in TLC (v. Grafico 2) non si discosta dalla media di spesa europea (3,16% del PIL), la spesa in IT è in ritardo di oltre un punto percentuale del PIL (v. Grafico 3). Per recuperare questo gap si tratta di passare dagli attuali 24,5 miliardi di euro di spesa fino a un livello di 39 miliardi. Contribuiscono a questo ritardo - oltre ai vincoli di spesa della finanza pubblica sui progetti di informatizzazione delle pubbliche amministrazioni - le microimprese (v. Grafico 4). Secondo elaborazioni effettuate sui dati Istat 2004, resterebbero ancora da informatizzare non meno di 400mila aziende sotto i 10 dipendenti nel solo settore industriale. Questo fenomeno si può spiegare con il fatto che grafico2- per essere efficaci - le politiche per l'innovazione richiedono adeguate risorse sia dal punto di vista "quantitativo" che da quello "qualitativo". Gli strumenti di agevolazione sono infatti necessari, ma non sufficienti a far scattare, soprattutto nelle microimprese, la molla della crescita e dell'innovazione aziendale. Le aziende - specie quelle di dimensioni più piccole - trovano diversi ostacoli nel loro cammino verso l'innovazione, tra cui sono stati individuati:
- la difficoltà a valutare il ruolo che l'innovazione tecnologica può svolgere per il miglioramento dei processi interni e nei confronti degli stakeholders esterni;
- l'insufficiente disponibilità e conoscenza degli strumenti agevolativi;
- l’assenza di una fase di monitoraggio e di valutazione degli investimenti nella fase di "cantiere" e in quella di "gestione";
grafico3- la bassa capacità di reperimento degli skill necessari;
- la scarsa propensione alla ricerca e sviluppo;
- la bassa disponibilità e propensione alla collaborazione con altre imprese, con il mondo accademico e con i centri di competenza.
Nel Piano di Innovazione Digitale 2005 viene quindi evidenziato che, per dare impulso agli investimenti in innovazione (v. Grafici 5 e 6) delle piccole imprese, è necessario prevedere, accanto agli strumenti prettamente agevolativi e finanziari, un "Progetto di accompagnamento" che consenta di realizzare un contesto favorevole alla realizzazione degli investimenti medesimi. Il Progetto prevede quindi tre linee d'azione:
1. Formazione.
2. Tutorship.
3. Aggregazione.
Per quanto riguarda la prima linea d'azione, Confindustria propone la realizzazione nelle proprie associazioni di un progetto complessivo di formazione all'innovazione rivolto a grafico4imprenditori e manager denominato "Imprese x Innovazione = I³".
Riguardo alla seconda linea d'azione, occorre realizzare iniziative di accompagnamento all'innovazione nelle Piccole e Medie Imprese per il tramite di centri di assistenza e network. Per quanto concerne la terza, invece, dobbiamo aiutare a far nascere delle piattaforme elettroniche collaborative tra imprese della stessa filiera produttiva, per aiutarle a ottenere un risparmio di costi di gestione e produzione, grazie al raggiungimento di economie di scala e a una maggiore produttività. Infine, c'è il capitolo agevolazioni: negli ultimi anni abbiamo assistito a iniziative poco coordinate tra loro che, per mancanza di volontà politica, sono risultate occasionali o troppo limitate nel tempo (è il caso della Tecno-Tremonti) per produrre effetti duraturi sull'innovazione delle imprese. Sosteniamo da tempo la necessità di creare di grafico5un fondo rotativo (da rifinanziare annualmente) per agevolare progetti integrati di una certa dimensione su tematiche legate all'applicazione delle innovazioni digitali a tutta la catena produttiva (di prodotto e di processo). Il Governo è finalmente intervenuto quest'estate tramite la destinazione di una quota (630 milioni di euro) del "Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese" istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti. La misura dovrà diventare però duratura, e non rimanere occasionale. Inoltre nel Piano sosteniamo la necessità di creare un mix di interventi pluriennali, costituito da agevolazioni e di carattere finanziario (per grandi progetti di aggregazione), e di natura fiscale (per piccoli interventi delle singole imprese). Altri interventi per la competitività delle nostre imprese dovrebbero riguardare ad esempio:
- un credito di imposta generalizzato (per un periodo almeno quinquennale) pari al 10% delle spese in tecnologie informatiche e nelle comunicazioni elettroniche, volte a innovazioni di prodotto, di processo e organizzative (beni strumentali hardware e software, servizi e consulenze, sia nella fase di progetto che nella fase di realizzazione e di esercizio, formazione e tecnologie per la qualità e la sicurezza). In alternativa, si propone un credito di imposta con grafico3tassi differenziati sul totale della spesa e sul differenziale di spesa rispetto agli anni precedenti;
- l'istituzione di un contributo in conto interessi destinato alle PMI che ottengano un finanziamento sulla sezione speciale tecnologie digitali istituita presso il Fondo di garanzia del Ministero delle Attività Produttive;
- la deducibilità delle spese per la formazione (anche di quelle erogate in modalità e-learning) degli imprenditori e del loro personale dipendente legate all'introduzione dell'e-business in azienda (ad esempio: Tremonti-bis dedicata all'innovazione digitale);
- un sostegno alla partecipazione delle imprese ad attività internet (portali web) dedicati all'internazionalizzazione (esempio: deducibilità delle spese di promozione).

 

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