IL RIASSETTO DELLE
RELAZIONI INDUSTRIALI
AL LAVORO PER RAPPORTI SINDACALI CERTI
PUNTARE SULL'INNOVAZIONE DIGITALE
CONFINDUSTRIA PRESENTA IL PIANO 2005
PUNTARE SULL'INNOVAZIONE DIGITALE
CONFINDUSTRIA PRESENTA IL PIANO 2005
Un "progetto di accompagnamento" per
le PMI tra le proposte del PID2005
Angelo
Airaghi
Presidente Commissione Economia Digitale Confindustria
Nel 2004 Confindustria ha lanciato la parola d'ordine dell'Innovazione
a 360°. Lo ha fatto per sottolineare che l'innovazione riguarda
tutti gli aspetti dell'attività dell'impresa: dai processi
operativi dell'azienda, alla sua organizzazione, dal suo modo di
porsi rispetto ai mercati alla sfida del miglioramento continuo. E
mentre la ricerca, intesa nella sua accezione più ampia, si
applica ai 180° dell'innovazione di prodotto e dei processi produttivi,
i 180° rimanenti si riferiscono a un profondo cambiamento culturale
a cui le sfide della competitività globale chiamano, pur con
urgenze e intensità diverse, tutte le imprese. Uno dei pilastri
su cui si fonda la nostra idea di innovazione a 360° è l'informatizzazione-digitalizzazione
dei sistemi produttivi, sia dal punto di vista della qualità e
della novità dei prodotti, sia per quanto riguarda l'efficienza
dei processi organizzativi e produttivi. In quest'ottica, all'interno
del Comitato Tecnico Innovazione e Ricerca di Confindustria è stata
istituita la Commissione Economia Digitale che ha lavorato sulla
realizzazione del PID2005, presentato il 4 ottobre scorso in Assolombarda,
alla presenza del Ministro per le Innovazioni e le Tecnologie Lucio
Stanca e del Sottosegretario alle Attività Produttive Giuseppe
Galati. Dai lavori della Commissione è emerso che in tema di
digitalizzazione occorre distinguere due trend:
1. la crescita nel campo delle reti di TLC (negli ultimi due anni
il tasso di diffusione dei collegamenti a banda larga ha mostrato
una crescita superiore al 135%, sia per effetto degli incentivi pubblici
e che degli investimenti degli operatori);
2. il ritardo che investe il nostro sistema produttivo riguardo
agli investimenti in informatizzazione (v. Grafico 1 ).
Mentre la spesa italiana in TLC (v. Grafico 2) non
si discosta dalla media di spesa europea (3,16% del PIL),
la spesa in IT è in
ritardo di oltre un punto percentuale del PIL (v. Grafico 3). Per
recuperare questo gap si tratta di passare dagli attuali 24,5 miliardi
di euro di spesa fino a un livello di 39 miliardi. Contribuiscono
a questo ritardo - oltre ai vincoli di spesa della finanza pubblica
sui progetti di informatizzazione delle pubbliche amministrazioni
- le microimprese (v. Grafico 4). Secondo elaborazioni effettuate
sui dati Istat 2004, resterebbero ancora da informatizzare non meno
di 400mila aziende sotto i 10 dipendenti nel solo settore industriale.
Questo fenomeno si può spiegare con il fatto che - per essere
efficaci - le politiche per l'innovazione richiedono adeguate risorse
sia dal punto di vista "quantitativo" che da quello "qualitativo".
Gli strumenti di agevolazione sono infatti necessari, ma non sufficienti
a far scattare, soprattutto nelle microimprese, la molla della crescita
e dell'innovazione aziendale. Le aziende - specie quelle di dimensioni
più piccole - trovano diversi ostacoli nel loro cammino verso
l'innovazione, tra cui sono stati individuati:
- la difficoltà a valutare il ruolo che l'innovazione tecnologica
può svolgere per il miglioramento dei processi interni e nei
confronti degli stakeholders esterni;
- l'insufficiente disponibilità e conoscenza degli strumenti
agevolativi;
- l’assenza di una fase di monitoraggio e di valutazione degli
investimenti nella fase di "cantiere" e in quella di "gestione";
- la bassa capacità di reperimento degli skill necessari;
- la scarsa propensione alla ricerca e sviluppo;
- la bassa disponibilità e propensione alla collaborazione
con altre imprese, con il mondo accademico e con i centri di competenza.
Nel Piano di Innovazione Digitale 2005 viene quindi evidenziato
che, per dare impulso agli investimenti in innovazione (v. Grafici
5 e 6) delle piccole imprese, è necessario prevedere, accanto
agli strumenti prettamente agevolativi e finanziari, un "Progetto
di accompagnamento" che consenta di realizzare un contesto favorevole
alla realizzazione degli investimenti medesimi. Il Progetto prevede
quindi tre linee d'azione:
1. Formazione.
2. Tutorship.
3. Aggregazione.
Per quanto riguarda la prima linea d'azione, Confindustria propone
la realizzazione nelle proprie associazioni di un progetto complessivo
di formazione all'innovazione rivolto a imprenditori e manager denominato "Imprese
x Innovazione = I³".
Riguardo alla seconda linea d'azione, occorre realizzare iniziative
di accompagnamento all'innovazione nelle Piccole e Medie Imprese per
il tramite di centri di assistenza e network. Per quanto concerne
la terza, invece, dobbiamo aiutare a far nascere delle piattaforme
elettroniche collaborative tra imprese della stessa filiera produttiva,
per aiutarle a ottenere un risparmio di costi di gestione e produzione,
grazie al raggiungimento di economie di scala e a una maggiore produttività.
Infine, c'è il capitolo agevolazioni: negli ultimi anni abbiamo
assistito a iniziative poco coordinate tra loro che, per mancanza
di volontà politica, sono risultate occasionali o troppo limitate
nel tempo (è il caso della Tecno-Tremonti) per produrre effetti
duraturi sull'innovazione delle imprese. Sosteniamo da tempo la necessità di
creare di un fondo rotativo (da rifinanziare annualmente) per agevolare
progetti integrati di una certa dimensione su tematiche legate all'applicazione
delle innovazioni digitali a tutta la catena produttiva (di prodotto
e di processo). Il Governo è finalmente intervenuto quest'estate
tramite la destinazione di una quota (630 milioni di euro) del "Fondo
Rotativo per il sostegno alle imprese" istituito presso la Cassa
Depositi e Prestiti. La misura dovrà diventare però duratura,
e non rimanere occasionale. Inoltre nel Piano sosteniamo la necessità di
creare un mix di interventi pluriennali, costituito da agevolazioni
e di carattere finanziario (per grandi progetti di aggregazione),
e di natura fiscale (per piccoli interventi delle singole imprese).
Altri interventi per la competitività delle nostre imprese
dovrebbero riguardare ad esempio:
- un credito di imposta generalizzato (per un periodo almeno quinquennale)
pari al 10% delle spese in tecnologie informatiche e nelle comunicazioni
elettroniche, volte a innovazioni di prodotto, di processo e organizzative
(beni strumentali hardware e software, servizi e consulenze, sia nella
fase di progetto che nella fase di realizzazione e di esercizio, formazione
e tecnologie per la qualità e la sicurezza). In alternativa,
si propone un credito di imposta con tassi differenziati sul totale
della spesa e sul differenziale di spesa rispetto agli anni precedenti;
- l'istituzione di un contributo in conto interessi destinato alle
PMI che ottengano un finanziamento sulla sezione speciale tecnologie
digitali istituita presso il Fondo di garanzia del Ministero delle
Attività Produttive;
- la deducibilità delle spese per la formazione (anche di quelle
erogate in modalità e-learning) degli imprenditori e del loro
personale dipendente legate all'introduzione dell'e-business in azienda
(ad esempio: Tremonti-bis dedicata all'innovazione digitale);
- un sostegno alla partecipazione delle imprese ad attività internet
(portali web) dedicati all'internazionalizzazione (esempio: deducibilità delle
spese di promozione).
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