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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


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Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

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NASCE L'EBIT CAMPANO
ENTE A SUPPORTO DEL TURISMO

PATTI FORMATIVI LOCALI
il PERCORSO AVVIATO DALL’UNIONE

PATTI FORMATIVI LOCALI
il PERCORSO AVVIATO DALL’UNIONE
Il Progetto Focus a supporto dello sviluppo del territorio

Antonello Calvaruso e Bruno Carapella
Consulente RSO Progetto Focus - Senior Partner RSO Direttore Progetto Focus


I migliori esperienze europee e internazionali hanno dimostrato quanta importanza hanno le politiche di sviluppo del capitale umano nel sostenere e consolidare i processi di sviluppo competitivo e industriale su scala territoriale. È opinione condivisa che la sfida più interessante, per chi si occupa di sviluppo locale, è quella di identificare i processi di apprendimento necessari a migliorare lo stato dei territori. La principale caratteristica delle attuali dinamiche di sviluppo locale risiede nel fatto che le risorse che si mobilitano sono "costruite", piuttosto che ereditate o naturali. Si può affermare che sia il mercato sia i servizi pubblici non nascono in maniera spontanea. Essi si sviluppano sulla base di una serie di aggiustamenti determinati dalle sinergie che gli attori di un dato territorio riescono a realizzare e a utilizzare quale leva per la facilitazione di circoli virtuosi di crescita delle competenze collettive. In quest'ottica, facilitare le dinamiche di sviluppo locale può significare colmare le distanze tra gli attori, organizzando spazi e opportunità all'interno dei quali sia possibile fornire i mezzi necessari per determinare situazioni di apprendimento collettivo permanente: vale a dire processi in cui, contestualmente, si apprende, si produce e si genera ricchezza.
Vivere in un ambito territoriale (milieu) caratterizzato da processi di apprendimento coerenti con la storia e le caratteristiche del territorio, nonché con le dinamiche di sviluppo indotte dalle politiche, rafforza la capacità competitiva dell'impresa. Per questo motivo le organizzazioni devono essere sempre più sensibili alla qualità dei territori, ovvero dei servizi informativi, formativi, di ricerca, di relazioni, eccetera. È difficile quindi separare il concetto di sviluppo locale da quello di competitività delle imprese che insistono sul territorio e del sistema formativo locale che deve essere capace di supportare le organizzazioni nel riprogettare, in maniera permanente, le proprie strutture e i propri processi di produzione, accorciare i tempi ciclo, creare le sinergie necessarie volte a minimizzare i costi diretti e indiretti.
In altri termini, occorre creare i presupposti per apprendere in permanenza, affinché si possa sopravvivere e prosperare in un contesto caratterizzato da attività multiple, con dei cicli di vita del prodotto molto brevi, dove non è più possibile investire su impianti il cui costo di ammortamento ricada sulla produzione di un solo tipo di prodotto o sull'esecuzione di una serie omogenea di attività. Le imprese sono quindi "condannate" a innovare permanentemente, in condizioni di instabilità, di costi crescenti e di minaccia per l'ingresso di nuovi concorrenti. Esse rischiano di vedere i loro investimenti declassati prima ancora che possano procedere a un loro naturale processo di ammortamento. Ecco perché il concetto di apprendimento collettivo diviene un elemento centrale dello sviluppo locale. Le dinamiche dello sviluppo locale sono, quindi, strettamente connesse all'affidabilità dei legami esistenti tra crescita e impiego, alla capacità di concertare per la rimozione delle cause che determinano uno stato di disoccupazione di alcune fasce di cittadinanza, nonché su quei fattori che determinano una vulnerabilità di taluni gruppi o comunità. Nell'ottica di rimediare a tali problemi nascono iniziative quali quelle proposte dall'Unione Industriali di Benevento nell'ambito del Progetto Focus. Queste attività tentano di costruire un percorso in grado di ricondurre a un sistema di fabbisogni formativi eterogenei, afferenti a differenti soggetti presenti sul territorio. La concertazione tra differenti soggetti, in un'ottica di Patto Formativo Locale, favorisce lo sviluppo di una domanda formativa coerente con i bisogni del territorio nel suo complesso. In tal modo si identificano e formalizzano i requisiti di base che le istituzioni locali e regionali devono prendere in considerazione per avviare processi di programmazione dell'offerta formativa coerenti. Queste iniziative, volte a superare handicap connessi alla scarsa comunicazione tra i potenziali partner territoriali, dovranno altresì portare alla creazione di forme di organizzazione a rete, in grado di garantire il monitoraggio qualitativo del sistema formativo locale, proponendo alle istituzioni azioni correttive volte a rimuovere talune distorsioni prodotte sul territorio e a facilitare la produzione di competenze e qualifiche utili allo sviluppo.
Il processo avviato dall'Unione Industriali della Provincia di Benevento, nell'ambito del Progetto Focus, è finalizzato a sviluppare un Patto Formativo Locale in grado di ovviare:
- alla mancanza di coordinamento tra gli attori da coinvolgere. Molto spesso i diversi partner stentano a trovare aree di condivisione o ad abbandonare il proprio schema interpretativo della realtà;
- all'insufficiente consapevolezza delle reali prospettive di inserimento nel mercato del lavoro. Sovente gli interventi a favore della professionalizzazione dell'individuo si configurano come strumenti finalizzati al trattamento della disoccupazione sotto il solo aspetto sociale, trascurando quello connesso alla produzione. L'Unione Industriali di Benevento vuole invece riporre la giusta attenzione sulla capacità di generare delle prospettive reali di impiegabilità dell'individuo. Tutto questo, sul lungo periodo, conduce a valorizzare le azioni formative in termini di occupabilità dell'individuo e di rispondenza alle reali esigenze delle aziende;
- allo sviluppo di nuove organizzazioni intermedie scarsamente competitive. Tali iniziative vogliono produrre effetti positivi non creando nuove strutture intermedie, bensì sviluppando accordi che richiamino principi di buona condotta tra imprese. Il partenariato sociale che supporta il Patto Formativo Locale dovrà essere un'organizzazione a rete in grado di validare la fondatezza delle idee che sottendono i singoli interventi, e sviluppare gli strumenti necessari per monitorare l'efficacia delle azioni indotte da tali progetti, affinché si creino i presupposti dell'efficacia delle azioni e di efficienza della spesa;
- alla generazione di servizi formativi spesso distanti dalle dinamiche di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il partenariato locale, a supporto del Patto Formativo, dovrà mobilitarsi per sviluppare servizi di animazione, comunicazione, monitoraggio e ascolto, capaci di migliorare, da un lato, la consapevolezza di ruolo da parte dei partner e, dall'altro, la qualità dell'offerta formativa.
Attraverso lo sviluppo di queste iniziative deve essere prodotto un bene "trasversale" molto importante: la consapevolezza dei propri bisogni formativi. Gli individui e le organizzazioni che entrano in tali attività devono trovare l'utilità delle azioni formative scaturenti dal patto. In contesti così complessi, le competenze necessarie possono non essere direttamente connesse ai profili professionali definiti, in maniera più o meno formalizzata, nei mansionari aziendali. Il Patto Formativo Locale vuole stimolare l'attenzione su quelle metacompetenze che, rifuggendo a dei riferimenti troppo stretti e legati alla quotidianità, siano in grado di migliorare quelle attitudini dell'individuo che lo spingono ad apprendere. Queste hanno un valore enorme sul mercato perché consentono il passaggio da una cultura fondata sull'emergenza a una cultura della professionalità. Soltanto favorendo lo sviluppo di professionalità ad alto valore sociale sarà possibile realizzare quei meccanismi che determinano una flessibilità nell'interscambio tra mercato del lavoro e mondo della formazione.
Solo territori ricchi di queste competenze trasversali possono ipotizzare una decontestualizzazione delle competenze acquisite nei propri processi per ricontestualizzarle nell'ambito dello sviluppo di nuove professionalità. Fino a quando i partenariati territoriali non effettueranno questi passaggi, si resterà nell'ambito di arcipelaghi di piccole azioni formative estermporanee , che continueranno a vivere nell'ambito di integrazioni parziali che non consentono di uscire dalla frammentazione, e che hanno scarsa probabilità di produrre risultati significativi e duraturi. Il Patto Formativo Locale si propone quindi quale soggetto facilitatore delle dinamiche della regolazione sociale. In tal senso, le attività sviluppate con gli eventi sono tese a stimolare l'arricchimento della gamma dei servizi che il sistema formativo può offrire al mercato del lavoro. In particolar modo per:
- coordinare tutti i differenti elementi che concorrono all'incontro tra domanda e offerta di lavoro;
- facilitare i processi di rilevazione e analisi dei fabbisogni, presenti e futuri, di professionalità occorrenti per lo sviluppo del territorio, delle organizzazioni presenti nei vari settori di attività e delle istituzioni;
- ottimizzare i processi di progettazione formativa negoziata, innalzando il livello di qualità dell'offerta;
- ricercare nuovi modelli formativi, che fungano da stimolo all'innovazione indotta anche dalle nuove forme di lavoro;
- aumentare l'efficacia della spesa pubblica destinata alla formazione dei lavoratori e delle persone in cerca di occupazione.
In questo senso il Patto Formativo Locale può risultare lo strumento cardine attorno al quale sviluppare processi di apprendimento sempre più coerenti con le dinamiche di sviluppo territoriale, assumendo il ruolo di coordinamento tra le dinamiche di sviluppo e le azioni formative di supporto.
L'iniziativa dell'Unione Industriali di Benevento si va a inquadrare, inoltre, nell'ambito di una riflessione più complessiva avviata dal Ministero del Lavoro sul rapporto fra competenze e sviluppo del territorio e che sarà oggetto del Forum Europeo sui Patti Formativi Locali che si terrà a Benevento il 10 e 11 novembre prossimi, presso Villa dei Papi.
L’evento sarà occasione di analisi e di discussione intorno alle politiche formative nell'ambito della nuova stagione di Programmazione Comunitaria 2007-2013.

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