NASCE L'EBIT CAMPANO
ENTE A SUPPORTO DEL TURISMO
PATTI FORMATIVI LOCALI
il PERCORSO AVVIATO DALL’UNIONE
PATTI FORMATIVI LOCALI
il PERCORSO AVVIATO DALL’UNIONE
Il Progetto Focus a supporto dello
sviluppo del territorio
Antonello
Calvaruso e Bruno Carapella
Consulente RSO Progetto Focus - Senior Partner RSO Direttore Progetto
Focus
I migliori esperienze europee e internazionali hanno dimostrato
quanta importanza hanno le politiche di sviluppo del capitale umano nel
sostenere e consolidare i processi di sviluppo competitivo e industriale
su scala territoriale. È opinione condivisa che la sfida più interessante,
per chi si occupa di sviluppo locale, è quella di identificare
i processi di apprendimento necessari a migliorare lo stato dei territori.
La principale caratteristica delle attuali dinamiche di sviluppo locale
risiede nel fatto che le risorse che si mobilitano sono "costruite",
piuttosto che ereditate o naturali. Si può affermare che sia il
mercato sia i servizi pubblici non nascono in maniera spontanea. Essi
si sviluppano sulla base di una serie di aggiustamenti determinati dalle
sinergie che gli attori di un dato territorio riescono a realizzare e
a utilizzare quale leva per la facilitazione di circoli virtuosi di crescita
delle competenze collettive. In quest'ottica, facilitare le dinamiche
di sviluppo locale può significare colmare le distanze tra gli
attori, organizzando spazi e opportunità all'interno dei quali
sia possibile fornire i mezzi necessari per determinare situazioni di
apprendimento collettivo permanente: vale a dire processi in cui, contestualmente,
si apprende, si produce e si genera ricchezza.
Vivere in un ambito territoriale (milieu) caratterizzato da processi
di apprendimento coerenti con la storia e le caratteristiche del territorio,
nonché con le dinamiche di sviluppo indotte dalle politiche, rafforza
la capacità competitiva dell'impresa. Per questo motivo le organizzazioni
devono essere sempre più sensibili alla qualità dei territori,
ovvero dei servizi informativi, formativi, di ricerca, di relazioni, eccetera. È difficile
quindi separare il concetto di sviluppo locale da quello di competitività delle
imprese che insistono sul territorio e del sistema formativo locale che
deve essere capace di supportare le organizzazioni nel riprogettare, in
maniera permanente, le proprie strutture e i propri processi di produzione,
accorciare i tempi ciclo, creare le sinergie necessarie volte a minimizzare
i costi diretti e indiretti.
In altri termini, occorre creare i presupposti per apprendere in
permanenza, affinché si possa sopravvivere e prosperare in un contesto
caratterizzato da attività multiple, con dei cicli di vita del prodotto
molto brevi, dove non è più possibile investire su impianti
il cui costo di ammortamento ricada sulla produzione di un solo tipo di
prodotto o sull'esecuzione di una serie omogenea di attività. Le
imprese sono quindi "condannate" a innovare permanentemente,
in condizioni di instabilità, di costi crescenti e di minaccia per
l'ingresso di nuovi concorrenti. Esse rischiano di vedere i loro investimenti
declassati prima ancora che possano procedere a un loro naturale processo
di ammortamento. Ecco perché il concetto di apprendimento collettivo
diviene un elemento centrale dello sviluppo locale. Le dinamiche dello
sviluppo locale sono, quindi, strettamente connesse all'affidabilità dei
legami esistenti tra crescita e impiego, alla capacità di concertare
per la rimozione delle cause che determinano uno stato di disoccupazione
di alcune fasce di cittadinanza, nonché su quei fattori che determinano
una vulnerabilità di taluni gruppi o comunità. Nell'ottica
di rimediare a tali problemi nascono iniziative quali quelle proposte dall'Unione
Industriali di Benevento nell'ambito del Progetto Focus. Queste attività tentano
di costruire un percorso in grado di ricondurre a un sistema di fabbisogni
formativi eterogenei, afferenti a differenti soggetti presenti sul territorio.
La concertazione tra differenti soggetti, in un'ottica di Patto Formativo
Locale, favorisce lo sviluppo di una domanda formativa coerente con i bisogni
del territorio nel suo complesso. In tal modo si identificano e formalizzano
i requisiti di base che le istituzioni locali e regionali devono prendere
in considerazione per avviare processi di programmazione dell'offerta formativa
coerenti. Queste iniziative, volte a superare handicap connessi alla scarsa
comunicazione tra i potenziali partner territoriali, dovranno altresì portare
alla creazione di forme di organizzazione a rete, in grado di garantire
il monitoraggio qualitativo del sistema formativo locale, proponendo alle
istituzioni azioni correttive volte a rimuovere talune distorsioni prodotte
sul territorio e a facilitare la produzione di competenze e qualifiche
utili allo sviluppo.
Il processo avviato dall'Unione Industriali della Provincia di Benevento,
nell'ambito del Progetto Focus, è finalizzato a sviluppare un Patto
Formativo Locale in grado di ovviare:
- alla mancanza di coordinamento tra gli attori da coinvolgere. Molto
spesso i diversi partner stentano a trovare aree di condivisione o ad abbandonare
il proprio schema interpretativo della realtà;
- all'insufficiente consapevolezza delle reali prospettive di inserimento
nel mercato del lavoro. Sovente gli interventi a favore della professionalizzazione
dell'individuo si configurano come strumenti finalizzati al trattamento
della disoccupazione sotto il solo aspetto sociale, trascurando quello
connesso alla produzione. L'Unione Industriali di Benevento vuole invece
riporre la giusta attenzione sulla capacità di generare delle prospettive
reali di impiegabilità dell'individuo. Tutto questo, sul lungo periodo,
conduce a valorizzare le azioni formative in termini di occupabilità dell'individuo
e di rispondenza alle reali esigenze delle aziende;
- allo sviluppo di nuove organizzazioni intermedie scarsamente competitive.
Tali iniziative vogliono produrre effetti positivi non creando nuove strutture
intermedie, bensì sviluppando accordi che richiamino principi di
buona condotta tra imprese. Il partenariato sociale che supporta il Patto
Formativo Locale dovrà essere un'organizzazione a rete in grado
di validare la fondatezza delle idee che sottendono i singoli interventi,
e sviluppare gli strumenti necessari per monitorare l'efficacia delle azioni
indotte da tali progetti, affinché si creino i presupposti dell'efficacia
delle azioni e di efficienza della spesa;
- alla generazione di servizi formativi spesso distanti dalle dinamiche
di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il partenariato locale, a
supporto del Patto Formativo, dovrà mobilitarsi per sviluppare servizi
di animazione, comunicazione, monitoraggio e ascolto, capaci di migliorare,
da un lato, la consapevolezza di ruolo da parte dei partner e, dall'altro,
la qualità dell'offerta formativa.
Attraverso lo sviluppo di queste iniziative deve essere prodotto
un bene "trasversale" molto importante: la consapevolezza dei
propri bisogni formativi. Gli individui e le organizzazioni che entrano
in tali attività devono trovare l'utilità delle azioni formative
scaturenti dal patto. In contesti così complessi, le competenze
necessarie possono non essere direttamente connesse ai profili professionali
definiti, in maniera più o meno formalizzata, nei mansionari aziendali.
Il Patto Formativo Locale vuole stimolare l'attenzione su quelle metacompetenze
che, rifuggendo a dei riferimenti troppo stretti e legati alla quotidianità,
siano in grado di migliorare quelle attitudini dell'individuo che lo spingono
ad apprendere. Queste hanno un valore enorme sul mercato perché consentono
il passaggio da una cultura fondata sull'emergenza a una cultura della
professionalità. Soltanto favorendo lo sviluppo di professionalità ad
alto valore sociale sarà possibile realizzare quei meccanismi che
determinano una flessibilità nell'interscambio tra mercato del lavoro
e mondo della formazione.
Solo territori ricchi di queste competenze trasversali possono ipotizzare
una decontestualizzazione delle competenze acquisite nei propri processi
per ricontestualizzarle nell'ambito dello sviluppo di nuove professionalità.
Fino a quando i partenariati territoriali non effettueranno questi passaggi,
si resterà nell'ambito di arcipelaghi di piccole azioni formative
estermporanee , che continueranno a vivere nell'ambito di integrazioni
parziali che non consentono di uscire dalla frammentazione, e che hanno
scarsa probabilità di produrre risultati significativi e duraturi.
Il Patto Formativo Locale si propone quindi quale soggetto facilitatore
delle dinamiche della regolazione sociale. In tal senso, le attività sviluppate
con gli eventi sono tese a stimolare l'arricchimento della gamma dei servizi
che il sistema formativo può offrire al mercato del lavoro. In particolar
modo per:
- coordinare tutti i differenti elementi che concorrono all'incontro
tra domanda e offerta di lavoro;
- facilitare i processi di rilevazione e analisi dei fabbisogni,
presenti e futuri, di professionalità occorrenti per lo sviluppo
del territorio, delle organizzazioni presenti nei vari settori di attività e
delle istituzioni;
- ottimizzare i processi di progettazione formativa negoziata, innalzando
il livello di qualità dell'offerta;
- ricercare nuovi modelli formativi, che fungano da stimolo all'innovazione
indotta anche dalle nuove forme di lavoro;
- aumentare l'efficacia della spesa pubblica destinata alla formazione
dei lavoratori e delle persone in cerca di occupazione.
In questo senso il Patto Formativo Locale può risultare lo strumento
cardine attorno al quale sviluppare processi di apprendimento sempre più coerenti
con le dinamiche di sviluppo territoriale, assumendo il ruolo di coordinamento
tra le dinamiche di sviluppo e le azioni formative di supporto.
L'iniziativa dell'Unione Industriali di Benevento si va a inquadrare,
inoltre, nell'ambito di una riflessione più complessiva avviata
dal Ministero del Lavoro sul rapporto fra competenze e sviluppo del territorio
e che sarà oggetto del Forum Europeo sui Patti Formativi Locali
che si terrà a Benevento il 10 e 11 novembre prossimi, presso Villa
dei Papi.
L’evento sarà occasione di analisi e di discussione intorno
alle politiche formative nell'ambito della nuova stagione di Programmazione
Comunitaria 2007-2013.
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