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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
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UN IMPRENDITORE DALLE BUONE MANIERE
IL MODERNO GALATEO A USO DELLE AZIENDE

INNOVAZIONE: LA RESPONSABILITÀ DELL'ETICA
UNA RIFLESSIONE DI DIVERSE VOCI E SAPERI

INNOVAZIONE: LA RESPONSABILITÀ DELL'ETICA
UNA RIFLESSIONE DI DIVERSE VOCI E SAPERI
Un saggio curato da Giuseppe Ardizzo, edito da Rubettino

a cura del Denaro Cultura

Governare l'innovazione - la responsabilità etica
A cura di Giuseppe Ardizzo, Rubettino editore
pagine 237 - euro 18,00


Questo libro è il frutto di una ricerca conoscitiva che ha coinvolto una pluralità di voci, chiamate a riflettere su un tema rilevante e quanto mai attuale: la relazione che intercorre tra innovazione ed etica. La ricerca è stata finanziata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scien-tifica all'interno del Progetto Majise, della Scuola superiore Majise/Ceis, afferente all'Università della Calabria. La Scuola nasce con lo scopo di mettere a sistema le competenze dell'innovazione tra i Paesi del bacino del Mediterraneo e dell'Europa Centro Orientale. Ma ritorniamo all'argomento del libro curato da Giuseppe Ardizzo. Essendo l'oikouméne il segno essenziale della molteplicità che fa il proprio della dimensione planetaria, si è presentata l'esigenza irriducibile e fertile di ascoltare più voci accreditate a esprimere il "sentire", proveniente da diversi saperi e sapienze radicate, sovente, in storie longeve, complesse e autorevoli. Da Silvano Taglia-gambe a Bernard Feltz, da Marina Calloni a Saskia Sassen, da Gennino Piana a Khaled Fouad Allam, da Gianfranco Di Segni, da Ervin Laszlo a Moham-med Arkoun a Jacques Le Goff. Se l'innovazione, nella dimensione planetaria, riguarda tutti, perché le interdipendenze sono di fatto traslatrici di oggetti (mentali e/o materiali) che possono influire sui decorsi di culture talvolta lontane, allora tutti devono concorrere a una riflessione sui vincoli etici, rispetto ai quali l'innovare non può ritenersi svincolato. Il nuovo è necessario e senza il nuovo non c'è vita, ma quali sono le condizioni di accettabilità del nuovo? E quali sono i limiti che il nuovo deve assumersi nel concepirsi e nel proporsi? Da qui nasce l'esigenza di orientamenti etici, vedendo nell'etica un momento costruttivo della nostra libertà. L'etica è liberatoria rispetto all'agire incondizionato, che viene dall'assenza di etica. Di fronte all'emergere di nuovi spazi di responsabilità - dati dal proliferare delle innovazioni, dal formarsi di un'unica polis culturalmente multiforme, dalle responsabilità verso il futuro, la biosfera, ecc. -, i vincoli del passato paiono non "reggere" gli urti del presente e sempre più si avverte l'urgenza di un'etica planetaria, che dobbiamo costruire per poterci integrare in una comunità storica. Ma un'etica planetaria ora pare pericolosamente assente. E l'essere in balia del "vuoto etico" fa risuonare quei campanelli di allarme che evocano il monito di Tucidide: non "osare al di là dei propri limiti". Questo, insomma, il contenuto del volume curato da Giuseppe Ardizzo, docente di Teoria della conoscenza, responsabile della ricerca scientifica presso la Scuola Superiore "Majise" (Università della Calabria). Ultimamente ha curato i volumi "Ragioni di confine. Percorsi dell'innovazione" (2002) e "L'esilio del tempo" (2003). Ardizzo collabora, inoltre, con numerose riviste specializzate.

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