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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2004
 

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Il prodotto Interno Lordo nell’Ue
25 paesi per una sola economia

LA RELAZIONE IMPRESA E BANCA
UN NUOVO PARADIGMA ALLA LUCE DI BASILEA 2

Monte Paschi Siena e Crossing Europe
INSIEME PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

LA RELAZIONE IMPRESA E BANCA
UN NUOVO PARADIGMA ALLA LUCE DI BASILEA 2
La normativa sul credito come opportunità di sviluppo per le aziende


Michele Blasi
Prodotti Credito e Finanza Mercato Imprese - Area Campania
Sanpaolo Banco di Napoli SpA
michele.blasi@sanpaoloimi.com

La ristrutturazione del sistema bancario italiano realizzata negli ultimi anni e la dinamica competitiva dei settori stanno modificando radicalmente i confini tra mercato e banche. Un ruolo determinante nella definizione dei nuovi equilibri sarà assunto dai "rating", ovvero dai sistemi di classificazione del rischio bancario, e dai loro effetti sia in termini di capacità delle banche a far credito sia delle imprese a far emergere valore. L'introduzione dei rating da parte delle banche, in ossequio alle direttive di Basilea 2, determinerà, pertanto, significativi cambiamenti nella relazione banca-impresa. Assistere le imprese nello sviluppo di strategie finanziarie e affrontare la competizione in base alle capacità distintive (proposta di servizi, opportunità, soluzioni innovative), con obiettivi di reddito basati su criteri di assunzione di rischio/rendimento, diventano i presupposti per recuperare, mantenere o acquisire vantaggi competitivi di lungo periodo da parte delle banche. Queste ultime saranno inoltre impegnate, a maggior titolo, nel proporre alle imprese clienti azioni per mantenere il rischio sotto controllo. Se da un lato la disponibilità di rating aziendali statisticamente validati avvantaggerà le aziende meritevoli di credito, che potranno disporre di una maggiore offerta di risorse finanziarie e a prezzi più bassi, dall'altro le aziende meno attente alla pianificazione delle strategie finanziarie potranno subire penalizzazioni sul pricing. La finanza d'impresa assumerà un ruolo centrale, spesso decisivo, e "fare l'imprenditore" richiederà maggiori competenze finanziarie, che contribuiranno sempre più a mantenere e incrementare vantaggi competitivi, oltre che a migliorare la comunicazione con i fornitori di servizi finanziari. Il nuovo paradigma che orienta tale rapporto, in una direzione generativa di nuovi comportamenti, può essere così sintetizzato: «La relazione Impresa-Banca è un unicum di rapporti da sviluppare coerentemente alla condivisione degli obiettivi aziendali, ai rischi correlati e al grado di disponibilità della banca ad assecondarne il raggiungimento. Per la banca, la relazione con l'impresa non può più basarsi sulla generazione di margini economici su singole operazioni, ma su ritorni economici complessivi adeguati alla remunerazione del rischio effettivo, valutato anche attraverso il rating; per l'impresa, la relazione con la banca potrà basarsi su elementi di valutazione del rischio, su costi di provvista correlati allo standing creditizio e su costi dei servizi correlati al valore aggiunto fornito dalla banca». Ma cosa è Basilea 2? Il Comitato di Basilea è un organismo creato nel 1974 dai Governatori delle Banche Centrali appartenenti al Gruppo dei 10, operante in seno alla Banca dei Regolamenti Internazionali con sede, appunto, a Basilea. Il Comitato non legifera, formula linee guida, ma le sue proposte sono accettate come normativa vincolante in oltre 100 paesi. I suoi lavori intendono rendere sempre più efficace la regolamentazione di vigilanza bancaria ed estenderla a tutte le istituzioni bancarie del maggior numero possibile di paesi. Nel 1988 il Comitato decise di proporre un sistema di misurazione dell'adeguatezza patrimoniale delle Banche, noto come l'Accordo di Basilea. L'accordo stabilisce che il patrimonio deve essere adeguato ai rischi assunti. Ogni attività posta in essere da un'impresa finanziaria comporta l'assunzione di un certo grado di rischio (oggi convenzionalmente distinto tra rischio di credito e di mercato). Il rischio deve essere quantificato e supportato da capitale (il "capitale di vigilanza", determinato con le regole di Banca d'Italia). Tale impianto normativo ha sancito il ruolo del capitale nella sua funzione fondamentale di copertura dei rischi assunti. Il sistema vigente impone il vincolo che il Patrimonio di Vigilanza sia maggiore o uguale all'8% dell'Attivo sottoposto a rischio di mercato e/o di credito. Il rischio di credito, di gran lunga più importante, va quantificato tramite una tabella di coefficienti che trasformano il valore contrattuale di un'attività in una quota rappresentativa del rischio stesso. Tale ponderazione delle attività (prestiti) ha mostrato ampiamente nel corso degli anni i suoi limiti, prescindendo dalle effettive rischiosità delle singole controparti. Pertanto nel 1999 il Comitato di Basilea propose un nuovo accordo tra le banche, basato su tre punti di attenzione denominati "pilastri".
Il I° pilastro: Requisiti minimi di Capitale. Stabilisce le linee guida per il calcolo dei requisiti minimi di capitale. I metodi per la valutazione del rischio di credito sono più elaborati e basati su sistemi di calcolo del rischio quantitativi, statico/probabilistici.
Il II° pilastro: Revisione e validazione. Riguarda il processo di revisione da parte di un supervisore ed è teso a verificare che ogni banca abbia processi interni validi per valutare l'adeguatezza del proprio capitale. Il supervisore valida i sistemi interni di rating e valuta strumenti, strutture organizzative e processi gestionali dei sistemi di Credit Risk Managenent.
Il III° pilastro: Mercato e disclosure. Punta a una maggiore trasparenza e comunicazione da parte delle banche verso il mercato, con riferimento agli strumenti e alle metodologie adottate per misurare i propri profili di rischio e l'adeguatezza del capitale.
Le prese di posizione da parte di numerose associazioni di categoria e di alcune istituzioni, alimentate da timori circa possibili restrizioni creditizie nei confronti di imprese meno meritevoli, hanno determinato uno slittamento dell'introduzione dell'accordo di Basilea 2 dal 2004 al 2006. L'elemento cardine dei nuovi sistemi di misurazione dell'adeguatezza patrimoniale introdotti da Basilea 2 è il "rating". Esso è un fondato giudizio, attribuito ad un'impresa, sulla possibilità che si verifichino per la stessa situazioni di insolvenza (incaglio-sofferenza). Tale giudizio è: quantitativo ovvero rappresenta una probabilità che accada un evento; rigoroso in quanto individua, tra i molti eventi possibili, quello specifico che affligge le ragioni creditorie; direttamente collegato a fatti economicamente rilevanti e misurabili, anche da parte del creditore, come la perdita economica in caso di inadempienza; oggettivo; omogeneo; confrontabile, in quanto riconducibile ad un'unica "Scala Maestra". La Banca, attraverso il rating attribuito all'impresa cliente, può pertanto calcolare in maniera puntuale il capitale da allocare a supporto della copertura di probabili perdite correlate alle operazioni di finanziamento alla stessa impresa. Le aree di analisi prevalentemente prese in considerazione nei modelli di rating sono: la redditività/autofinanziamento; la struttura finanziaria; l'incidenza della gestione circolante e finanziaria; i fattori comportamentali in Centrale Rischi; la posizione competitiva. Gli indicatori aziendali, storici e prospettici, definiti anche in funzione del settore merceologico di appartenenza, determinano un punteggio che misura la probabilità di insolvenza dell'impresa. A quest'ultima, così determinata, si associa una classe di rating che può essere oggetto di ulteriore correzione in base alla fase congiunturale del comparto in cui opera la società. Attraverso il rating le banche possono sia calcolare, per ogni operazione di credito, il capitale da allocare per sopperire alle perdite attese, sia gli spread minimi da applicare sulla base degli obiettivi di redditività del capitale stesso. A prescindere dai diversi possibili modelli di calcolo del rating, che possono essere adottati dalle diverse banche, una struttura patrimoniale/finanziaria equilibrata, un'adeguata capacità di rimborso dei debiti finanziari (cash flow) e una redditività almeno in linea con la media del settore rappresentano, sicuramente, elementi imprescindibili per la determinazione del punteggio.

 

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