Il prodotto Interno Lordo nell’Ue
25 paesi per una sola economia
LA RELAZIONE IMPRESA E
BANCA
UN NUOVO PARADIGMA ALLA LUCE DI BASILEA 2
Monte Paschi Siena e Crossing
Europe
INSIEME PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
LA RELAZIONE IMPRESA E BANCA
UN NUOVO PARADIGMA ALLA LUCE DI BASILEA 2
La normativa sul credito come opportunità di
sviluppo per le aziende
Michele
Blasi
Prodotti Credito e Finanza Mercato Imprese - Area Campania
Sanpaolo Banco di Napoli SpA
michele.blasi@sanpaoloimi.com
La ristrutturazione del sistema bancario italiano realizzata
negli ultimi anni e la dinamica competitiva dei settori stanno
modificando radicalmente i confini tra mercato e banche. Un
ruolo determinante nella definizione dei nuovi equilibri sarà assunto
dai "rating", ovvero dai sistemi di classificazione
del rischio bancario, e dai loro effetti sia in termini di
capacità delle banche a far credito sia delle imprese
a far emergere valore. L'introduzione dei rating da parte delle
banche, in ossequio alle direttive di Basilea 2, determinerà,
pertanto, significativi cambiamenti nella relazione banca-impresa.
Assistere le imprese nello sviluppo di strategie finanziarie
e affrontare la competizione in base alle capacità distintive
(proposta di servizi, opportunità, soluzioni innovative),
con obiettivi di reddito basati su criteri di assunzione di
rischio/rendimento, diventano i presupposti per recuperare,
mantenere o acquisire vantaggi competitivi di lungo periodo
da parte delle banche. Queste ultime saranno inoltre impegnate,
a maggior titolo, nel proporre alle imprese clienti azioni
per mantenere il rischio sotto controllo. Se da un lato la
disponibilità di rating aziendali statisticamente validati
avvantaggerà le aziende meritevoli di credito, che potranno
disporre di una maggiore offerta di risorse finanziarie e a
prezzi più bassi, dall'altro le aziende meno attente
alla pianificazione delle strategie finanziarie potranno subire
penalizzazioni sul pricing. La finanza d'impresa assumerà un
ruolo centrale, spesso decisivo, e "fare l'imprenditore" richiederà maggiori
competenze finanziarie, che contribuiranno sempre più a
mantenere e incrementare vantaggi competitivi, oltre che a
migliorare la comunicazione con i fornitori di servizi finanziari.
Il nuovo paradigma che orienta tale rapporto, in una direzione
generativa di nuovi comportamenti, può essere così sintetizzato: «La
relazione Impresa-Banca è un unicum di rapporti da sviluppare
coerentemente alla condivisione degli obiettivi aziendali,
ai rischi correlati e al grado di disponibilità della
banca ad assecondarne il raggiungimento. Per la banca, la relazione
con l'impresa non può più basarsi sulla generazione
di margini economici su singole operazioni, ma su ritorni economici
complessivi adeguati alla remunerazione del rischio effettivo,
valutato anche attraverso il rating; per l'impresa, la relazione
con la banca potrà basarsi su elementi di valutazione
del rischio, su costi di provvista correlati allo standing
creditizio e su costi dei servizi correlati al valore aggiunto
fornito dalla banca». Ma cosa è Basilea 2? Il
Comitato di Basilea è un organismo creato nel 1974 dai
Governatori delle Banche Centrali appartenenti al Gruppo dei
10, operante in seno alla Banca dei Regolamenti Internazionali
con sede, appunto, a Basilea. Il Comitato non legifera, formula
linee guida, ma le sue proposte sono accettate come normativa
vincolante in oltre 100 paesi. I suoi lavori intendono rendere
sempre più efficace la regolamentazione di vigilanza
bancaria ed estenderla a tutte le istituzioni bancarie del
maggior numero possibile di paesi. Nel 1988 il Comitato decise
di proporre un sistema di misurazione dell'adeguatezza patrimoniale
delle Banche, noto come l'Accordo di Basilea. L'accordo stabilisce
che il patrimonio deve essere adeguato ai rischi assunti. Ogni
attività posta in essere da un'impresa finanziaria comporta
l'assunzione di un certo grado di rischio (oggi convenzionalmente
distinto tra rischio di credito e di mercato). Il rischio deve
essere quantificato e supportato da capitale (il "capitale
di vigilanza", determinato con le regole di Banca d'Italia).
Tale impianto normativo ha sancito il ruolo del capitale nella
sua funzione fondamentale di copertura dei rischi assunti.
Il sistema vigente impone il vincolo che il Patrimonio di Vigilanza
sia maggiore o uguale all'8% dell'Attivo sottoposto a rischio
di mercato e/o di credito. Il rischio di credito, di gran lunga
più importante, va quantificato tramite una tabella
di coefficienti che trasformano il valore contrattuale di un'attività in
una quota rappresentativa del rischio stesso. Tale ponderazione
delle attività (prestiti) ha mostrato ampiamente nel
corso degli anni i suoi limiti, prescindendo dalle effettive
rischiosità delle singole controparti. Pertanto nel
1999 il Comitato di Basilea propose un nuovo accordo tra le
banche, basato su tre punti di attenzione denominati "pilastri".
Il I° pilastro: Requisiti minimi di Capitale. Stabilisce
le linee guida per il calcolo dei requisiti minimi di capitale.
I metodi per la valutazione del rischio di credito sono più elaborati
e basati su sistemi di calcolo del rischio quantitativi, statico/probabilistici.
Il II° pilastro: Revisione e validazione. Riguarda il processo
di revisione da parte di un supervisore ed è teso a
verificare che ogni banca abbia processi interni validi per
valutare l'adeguatezza del proprio capitale. Il supervisore
valida i sistemi interni di rating e valuta strumenti, strutture
organizzative e processi gestionali dei sistemi di Credit Risk
Managenent.
Il III° pilastro: Mercato e disclosure. Punta a una maggiore
trasparenza e comunicazione da parte delle banche verso il
mercato, con riferimento agli strumenti e alle metodologie
adottate per misurare i propri profili di rischio e l'adeguatezza
del capitale.
Le prese di posizione da parte di numerose associazioni di
categoria e di alcune istituzioni, alimentate da timori circa
possibili restrizioni creditizie nei confronti di imprese meno
meritevoli, hanno determinato uno slittamento dell'introduzione
dell'accordo di Basilea 2 dal 2004 al 2006. L'elemento cardine
dei nuovi sistemi di misurazione dell'adeguatezza patrimoniale
introdotti da Basilea 2 è il "rating". Esso è un
fondato giudizio, attribuito ad un'impresa, sulla possibilità che
si verifichino per la stessa situazioni di insolvenza (incaglio-sofferenza).
Tale giudizio è: quantitativo ovvero rappresenta una
probabilità che accada un evento; rigoroso in quanto
individua, tra i molti eventi possibili, quello specifico che
affligge le ragioni creditorie; direttamente collegato a fatti
economicamente rilevanti e misurabili, anche da parte del creditore,
come la perdita economica in caso di inadempienza; oggettivo;
omogeneo; confrontabile, in quanto riconducibile ad un'unica "Scala
Maestra". La Banca, attraverso il rating attribuito all'impresa
cliente, può pertanto calcolare in maniera puntuale
il capitale da allocare a supporto della copertura di probabili
perdite correlate alle operazioni di finanziamento alla stessa
impresa. Le aree di analisi prevalentemente prese in considerazione
nei modelli di rating sono: la redditività/autofinanziamento;
la struttura finanziaria; l'incidenza della gestione circolante
e finanziaria; i fattori comportamentali in Centrale Rischi;
la posizione competitiva. Gli indicatori aziendali, storici
e prospettici, definiti anche in funzione del settore merceologico
di appartenenza, determinano un punteggio che misura la probabilità di
insolvenza dell'impresa. A quest'ultima, così determinata,
si associa una classe di rating che può essere oggetto
di ulteriore correzione in base alla fase congiunturale del
comparto in cui opera la società. Attraverso il rating
le banche possono sia calcolare, per ogni operazione di credito,
il capitale da allocare per sopperire alle perdite attese,
sia gli spread minimi da applicare sulla base degli obiettivi
di redditività del capitale stesso. A prescindere dai
diversi possibili modelli di calcolo del rating, che possono
essere adottati dalle diverse banche, una struttura patrimoniale/finanziaria
equilibrata, un'adeguata capacità di rimborso dei debiti
finanziari (cash flow) e una redditività almeno in linea
con la media del settore rappresentano, sicuramente, elementi
imprescindibili per la determinazione del punteggio.
|