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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2004
 

UNIONE DI AVELLINO - Home Page
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LA MIA PRESIDENZA
UN’ESPERIENZA DI SQUADRA ENTUSIASMANTE

UN PROGRAMMA LUNGO QUATTRO ANNI
COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE

UN PROGRAMMA LUNGO QUATTRO ANNI
COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE
L’Unione dovrà essere attiva su tutti i temi di interesse di ordine globale


Silvio Sarno
Presidente Unione Industriali di Avellino
presidenza@confindustria.avellino.it

 

Sono da pochi giorni il presidente dell'Unione degli Industriali di Avellino. Il mio stile di conduzione sarà improntato al pragmatismo. Un pragmatismo che riporti nelle azioni quotidiane idealità e valori. Sono fortemente motivato in questa nuova esperienza che sto vivendo, ai vertici dell'Unione. Motivato per la fiducia che ho ricevuto dagli imprenditori associati e ringrazio tutti coloro che con la partecipazione alle consultazioni, alla giunta e all'assemblea, hanno riservato attenzione a uno dei momenti più importanti della vita associativa, quello del rinnovo delle cariche. Presenze importanti che hanno costituito per me motivo di orgoglio ed entusiasmo e che rappresentano tuttora uno stimolo a operare con impegno e determinazione. Sarò affiancato da due vice presidenti di nomina, Giuseppe Bruno, recentemente eletto presidente del Gruppo Piccola Industria e Salvatore Amitrano, anch'egli da poco scelto come presidente del Gruppo Giovani. Gli altri due sono Alberto Garatti, giovane manager dell'Irisbus di Flumeri e Geppy Maffei, espressione dell'imprenditoria impegnata nelle piccole e medie imprese che operano nell'ambito distrettuale. I due consiglieri incaricati sono Federica Vozzella della Desmon, apprezzata per la sua capacità di arricchire le discussioni con proposte concrete e Renato Abate, giovane e dinamico imprenditore del settore metalmeccanico con l'Italcontainers. Ma tutta la squadra che mi affiancherà è composta da professionisti validi, capaci e competenti. Le dinamiche economiche, che si fanno sempre più complesse, richiedono una crescente attenzione alla figura imprenditoriale, che con il suo agire lascia spazi e coglie possibilità per produrre nuova ricchezza. Le Associazioni degli industriali devono porre in risalto proprio questi aspetti. Non devono limitarsi ad assicurare più efficienti ed efficaci servizi alle aziende e la tutela sindacale, ma devono saper attestare i valori propri di una cultura imprenditoriale, saperla oltremodo suscitare e diffondere nei territori di riferimento. E questo è il mio primo impegno. L'imprenditore è la figura centrale dell'apparato produttivo e resta tale, sia se si tratti di competitività di un sistema, sia che si affronti l'ulteriore sviluppo di un territorio. Questa è una consapevolezza comune del sistema confindustriale ed è ovvio che ne scaturiscono delle responsabilità per l'imprenditore stesso. A noi tocca costruire elementi di crescita del territorio, innalzare il livello del confronto, proiettare le aziende nella dimensione operativa nazionale e internazionale, dare sostegno all'azione istituzionale svolta dagli enti. E per raggiungere questi obiettivi è necessario il contributo di tutti. Ciò si traduce sul piano programmatico, a mio avviso, con l'impegno alla partecipazione e al coinvolgimento collettivo alla vita associativa, cominciando dalle sezioni, chiamate a fornire il proprio apporto in termini di indicazioni, suggerimenti, proposte. Questo è uno strumento fondamentale che qualifica la presenza dell'Unione nel territorio. Da qui, deriva quindi l'indicazione da parte mia a convocare gli organi elettivi collegiali con una frequenza maggiore di quella prevista dalle scadenze statutarie e ad organizzare eventi convegnistici e seminariali per trattare gli argomenti di maggiore interesse, ma anche per incrementare le occasioni di incontro, di relazioni, di confronto e di scambio di idee e di opinioni. Per quanto riguarda la vita associativa, punteremo sulla partecipazione, la dialettica e la piena funzionalità di tutte le espressioni associative. La collegialità delle decisioni per me è una modalità operativa fondamentale in quanto ritengo che occorra valorizzare tutte le prerogative riconosciute a ogni organo dell'Unione perché queste corrispondono a precise responsabilità rispetto alla base associativa. Quanto più la struttura sarà aperta, fluida ed efficiente nella sua attività interna, tanto più risulterà incisiva l'azione di rappresentanza esterna. Chiedo per questo la collaborazione degli imprenditori, che devono sentirsi chiamati a lavorare per raggiungere obiettivi comuni.
In questo quadro i punti su cui si snoda la mia azione sono:
- il consolidamento dei percorsi progettuali interni su tematiche d'interesse;
- la creazione di nuovi modelli partecipativi alla vita dell'Unione;
- il proseguimento dell'attività di proselitismo associativo puntando sulle attività dirette agli imprenditori oltre che sui servizi diretti alle aziende;
- l'accrescimento della dialettica interna agli organi collegiali;
- la scelta dei servizi strategici;
- l'evoluzione del rapporto tra organi rappresentativi e struttura.


Le politiche di contesto e gli interventi in favore delle imprese
Queste tematiche indicano, anche sulla scorta dell'attualità degli indirizzi programmatici della presidenza Lettieri, gli aspetti su cui far valere l'azione dell'Unione nella continuità di un lavoro già avviato, nell'opportunità o necessità di intraprendere altre iniziative per conseguire e consolidare risultati a favore delle imprese. Parto dal presupposto che la competizione non è tra le singole aziende, ma tra territori e, quindi, proprio in questi è da ricercare la più ampia collaborazione per cogliere tutte le possibilità di crescita.
Le azioni in questo campo sono:
- relazioni istituzionali, sindacali e con altre associazioni;
- infrastrutture materiali e immateriali;
- sicurezza del territorio;
- rapporto Banca-Impresa;
- relazione Impresa-Pubblica Amministrazione;
- attrattività del territorio;
- scuola di alta formazione;
- modelli di gestione dei servizi locali.
Sul rapporto con il mondo finanziario, accolgo pienamente la richiesta del presidente Lettieri che mi ha sollecitato ad affrontare subito la questione, sottolineando le difficoltà lamentate dagli imprenditori. Credo che occorra trovare la strada di una fattiva collaborazione, partendo dalla consapevolezza che banche e imprese hanno sì attività diverse, ma forti sono gli interessi in comune. Non mancheranno sicuramente spazi di confronto e occasioni utili a individuare percorsi che semplifichino il rapporto tra industrie e istituti di credito.


Interventi diretti alle imprese
Il consolidamento e lo sviluppo dell'apparato produttivo passa, poi, per:
- il Contratto di distretto: polo conciario di Solofra e polo tessile di Calitri. Il Contratto d'area è uno strumento che, entro la fine dell'anno, porterà al finanziamento di progetti di nuove iniziative industriali. A voler essere maggiormente precisi, si tratta di una rimodulazione economica connessa a erogazioni non più usufruite in base a una manifestazione di rinuncia di alcune aziende e di una revoca. In totale le risorse Cipe, che dovranno essere utilizzate entro dicembre 2004, corrispondono a 23.097.000 euro;
- i contratti di filiera e l’emersione di nuovi settori merceologici e la loro integrazione;
- politiche incentivanti;
- sviluppo rapporti di sinergia tra imprese già operanti;
- sviluppo delle aree Pip per l'imprenditorialità diffusa e riconduzione a una visione organica della crescita delle singole aree comunali;
- maggiore propensione imprenditoriale del territorio;
- approvvigionamento energetico.
Quello appena descritto è un quadro abbastanza articolato, fissato per obiettivi strutturali che devono essere oggetto di specifica attenzione se si vuole mantenere alta la spinta alla crescita dell'intero sistema economico e se si desidera confermare il ruolo propulsivo dell'Unione degli Industriali nel territorio di riferimento.

Metodo per le politiche nel territorio
L'Unione, quindi, nei prossimi anni dovrà essere attiva su tutti i temi di interesse che a volte sono di ordine globale e nazionale. Essi possono e hanno necessità di essere affrontati nella dimensione regionale e territoriale, pur se inseriti in una prospettiva nazionale.
Per i temi con più diretta attinenza col territorio, ritengo che debba svilupparsi un dialogo costruttivo, che non conosca pregiudizi, né tanto meno strumentalizzazioni.
In che modo? Attraverso gli strumenti dell'analisi puntuale dei problemi e dell'andamento economico e sociale, dalla quale far scaturire intese, accordi, azioni di sensibilizzazione per attività coordinate tra i diversi soggetti, direttamente competenti in materia e interessati.
Si tratta, in fondo, di portare avanti e accrescere un'impostazione condivisa, nella quale la visione comune dello sviluppo dia, alle singole azioni di competenza dei soggetti del territorio, ampio risalto e spinta all'innovazione, e sinergia a quelle che, opportunamente o necessariamente, prevedano il coinvolgimento di più attori.
L'azione di miglioramento del contesto inevitabilmente migliorerà anche la gestione aziendale e costituirà l'efficace presupposto per una maggiore propensione all'imprenditoria, nonché sosterrà con i fatti l'attrattività dell'area per ulteriori investimenti, anche da parte di imprenditori che attualmente operano in altre realtà.
Saranno di specifica attenzione quindi:
- il rapporto con i rappresentanti delle istituzioni ed enti locali e funzionali, sia per sollecitare una moderna Pubblica Amministrazione, per ipotizzare e realizzare modelli di collaborazione nella gestione dei servizi, sia per coronare a livello istituzionale le azioni relative a una visione condivisa dello sviluppo;
- il rapporto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori sulla scorta dell'esperienza positiva del "Tavolo del Governo delle azioni per lo sviluppo" alla quale vogliamo dare seguito, rinfoltendone l'agenda con altre tematiche d'interesse generale. Sono sicuro che questo rapporto consentirà all'Unione e alle organizzazioni sindacali di essere pronte e attente quando, come noi auspichiamo, le relazioni sindacali saranno caratterizzate da una maggiore articolazione territoriale della contrattazione;
- il rapporto con altre espressioni del mondo associativo, economico, agricoltura, artigianato, commercio e servizi, per favorire azioni di integrazione intersettoriali e per rendere effettivamente protagoniste le rappresentanze associative del mondo produttivo negli ambiti istituzionali propri;
- il rapporto col mondo professionale per condividere non solo più congruenti livelli di domanda e offerta di servizi, ma anche per essere forti nell'intenzione di crescere insieme nelle esigenze anche prospettiche da soddisfare, percorrendo strade che ci vedano compartecipi di modelli di crescita;
- il rapporto col sistema bancario e con quello del credito cooperativo, che è tutto da riscrivere nell'ottica di una reale volontà di condividere la fiducia che gli imprenditori hanno verso il futuro economico del territorio.

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