DEDICATA ALLE PMI
LA NUOVA POLIZZA SCUDO PIÙ IMPRESA
BANCA
CARIME AL SERVIZIO DELLE IMPRESE DEL SUD
CENTRALITÀ DEL CLIENTE E SERVIZI INNOVATIVI
“FINANCIAL
GUARDIAN ” E “RISORSA Spa”
IN AIUTO DEI RISPARMIATORI TRADITI
“FINANCIAL GUARDIAN ” E “RISORSA
Spa”
IN AIUTO DEI RISPARMIATORI TRADITI
Indispensabile dare continuità all’utilizzo
dei flussi di risparmi
di
Sàntolo Cannavale
Esperto di mercati finanziari
s.cannavale@virgilio.it
Occorrono
decenni per conquistare la fiducia, bastano pochi mesi per metterla
in discussione. È quanto sta verificandosi
nel mondo della finanza. I casi Cirio, Argentina, Parmalat sono eventi
che mettono a dura prova la fiducia dei risparmiatori. Le banche stanno
pagando un duro prezzo in termini d'immagine. La loro forte presenza
nel mondo dell'economia spiega in parte il clima di diffidenza che
per prime risentono, rendendo farraginosa l'attività d'intermediazione
creditizia, specialmente per quel che riguarda la raccolta del risparmio.
I risparmiatori avvertono sempre più il bisogno di tutori del risparmio
- "financial
guardian" direbbero gli inglesi - cioè di professionisti indipendenti
da banche collocatrici di obbligazioni (bond), reti di vendita, società assicurative
e immobiliari, network televisivi e giornalistici, che forniscano assistenza
nella fase di selezione dei prodotti finanziari e in quella di gestione
degli investimenti effettuati. È una figura "invocata" dall'investitore,
da quando ha avvertito che il gestore della propria banca, il promotore
finanziario, l'agente immobiliare o l'assicuratore, pur in buona fede, è portatore
di conflitto d'interessi nella proposizione di prodotti d'investimento
da cui, in via diretta o indiretta, trae premio di risultato, avanzamento
di carriera o altro beneficio. In altri periodi della vita economica
questo malessere, pur avvertito, è rimasto sopito ed è stato
considerato un passaggio obbligato per la cura dei propri affari. L'esplosione
di incidenti di percorso come quelli sopra ricordati ha fatto cambiare
opinione e atteggiamento, portando a una crescente suscettibilità e
intransigenza del risparmiatore di fronte alle scelte da porre in essere.
In questi momenti di crisi si diffida dell'abituale gestore e si avverte
la necessità di
conforto e di conferme. È il momento del "financial guardian":
persona indipendente, competente ed esperto nel settore finanziario, "buon
padre di famiglia". Può fare la differenza, aiutando a ragionare
con lucidità e serenità, evitando di commettere errori nel
riaggiustamento del portafoglio o di ritardare interventi utili a mitigare
il danno incombente. In tal modo può contribuire a ricreare il
clima di fiducia tra istituzioni finanziarie e utenti, supportando
e convalidando l'operato del gestore. Le banche potrebbero rilasciare
ai propri clienti ticket spendibili presso i tutori del risparmio anche
a titolo di rimborso spese, non assoggettabili a imposizione fiscale.
Ai "financial guardian",
portatori di delega e ticket, andrebbe accordata libertà di manovra
nei contatti con banche, aziende, società di revisione, per una
adeguata valutazione dei titoli assegnati e, in generale, per la migliore
assistenza dei risparmiatori seguiti. La partecipazione alle assemblee
delle società dovrebbe aiutare a colmare la grossa lacuna culturale
che vede da sempre l'assenza dei piccoli azionisti/risparmiatori con
conseguente, mancata informazione e tutela. È una circostanza sperimentata
di persona, anche in occasione dell'assemblea della Cirio Finanziaria,
tenuta il 15 maggio 2002 per l'approvazione del relativo bilancio 2001
che mi ha visto - unico piccolo azionista - non favorevole. Chi sarebbero
i primi beneficiari dell'opera dei "financial guardian"? I piccoli
azionisti, i possessori di obbligazioni e, a seguire, tutti i risparmiatori
e i detentori di liquidità in attesa di allocazione o di diversificazione.
Nell'Unione Europea la liquidità complessiva - misurata attraverso
l'indicatore M3 - nel mese di agosto 2003 è risultata in crescita
annua dell'8,2% (ultimo dato Banca Centrale Europea) rispetto al valore
di riferimento del 4,5% fissato dal Consiglio direttivo della BCE,
compatibile con la stabilità dei prezzi nel medio periodo. Non
sono irrilevanti gli effetti di uno spostamento repentino e irrazionale
di tali risorse, anche in quota marginale, e quelli di un blocco più o
meno prolungato delle decisioni di investimento. Intanto vi sono 800.000
risparmiatori coinvolti nelle recenti crisi finanziarie per un investimento
complessivo di 36,75 miliardi di euro. I dati, forniti da "Intesa
consumatori" sono
riportati da "La Repubblica" il 23.1.2004 e riguardano i casi
Bipop Carire, Bond argentini, Cirio, My Way e Four You di Banca 121,
Giacomelli e Parmalat. Non si considerano in questa sede le questioni
relative alla consapevolezza dell'investimento effettuato e al grado
di rischio sopportato dal risparmiatore, all'interesse più o meno
conflittuale di chi ha proposto l'operazione, all'efficacia della vigilanza
e dei controlli, alle eventuali responsabilità penali dei diversi
attori. Saranno altre le sedi che daranno risposta a questi interrogativi.
I dati sopra evidenziati fanno riflettere sull'atteggiamento negativo
dei risparmiatori interessati che, a seguito delle disavventure finanziarie
sopportate, vedono peggiorata la propria situazione patrimoniale e
la capacità di
consumo, provocando di riflesso un forte rallentamento dell'attività produttiva
del Paese. L'indicatore Isae registra a gennaio 2004 rispetto allo
scorso dicembre un forte calo di fiducia dei consumatori, da quota
105 a 99 su dati destagionalizzati. La causa principale è da attribuire
al disastro finanziario della Parmalat. Per ovviare alla situazione
di crisi, sarebbe auspicabile la creazione di una Società per azioni
che potrebbe chiamarsi "Risorsa SpA", partecipata da Ministero
dell'Economia, sistema bancario, compagnie assicuratrici, aziende dell'industria,
del commercio, di servizi, con un capitale rapportato al credito complessivo
in contenzioso: in partenza potrebbe adeguarsi a cinque miliardi di
euro. A questa società - del tipo bad bank (crediti di cattiva
qualità)
- i risparmiatori interessati potrebbero conferire i crediti vantati
verso le diverse realtà aziendali e statali (è il caso delle
obbligazioni argentine) per i quali siano in corso o da attivare procedure
di recupero. Il conferimento dei diritti in favore di "Risorsa SpA" consentirebbe
ai risparmiatori di accedere in maniera automatica a un'apertura di
credito in conto corrente, nella misura dell'80% del credito vantato,
ad un tasso d'interesse ipotizzato del 3,5% (tasso euribor più 1,5
punti percentuali), di cui una parte, ad ipotesi il due per cento,
compenserebbe gli azionisti portatori di capitale, mentre il residuo 1,5%
potrebbe alimentare un fondo per assorbire eventuali, mancati incassi
futuri. Dovrebbe trattarsi di un meccanismo agevole ed automatico tale
da consentire il ritorno in circolo di una massa notevole di risorse con
gran beneficio per consumi ed investimenti. Quali sarebbero, in estrema
sintesi, i possibili sbocchi delle operazioni prospettate di apertura
di credito a tasso agevolato? Primo caso: il risparmiatore ritorna in
possesso del capitale investito, magari con decurtazioni. A quel punto
ripiana la sua esposizione verso "Risorsa
SpA" ed
introita l'eventuale differenza rispetto all'80% messo anzitempo a
sua disposizione. Secondo caso: si registra l'impossibilità di
recuperare, in tutto o in parte, il credito connesso all'investimento
a suo tempo effettuato. Per il rimborso del debito verso "Risorsa
SpA" si
dovrebbe prevedere la possibilità di sottoscrivere un piano di
rimborso decennale o ventennale a tasso d'interesse agevolato. L'attivazione
di "Risorsa SpA" consentirebbe di sbloccare ingenti capitali,
rendendo un importante servizio al Paese ed ai malcapitati investitori.
L'economia di mercato registra sovente insuccessi e fallimenti e, in
casi eccezionali come l'attuale, appare di vitale importanza adottare
strumenti appropriati che diano continuità all'utilizzo di flussi
di risparmio, anche di quelli temporaneamente o parzialmente indisponibili. |