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LA GENOMICA FUNZIONALE E IL GEAR
LA RICERCA APPLICATA ALLA SALUTE
LA GENOMICA FUNZIONALE E IL GEAR
LA RICERCA APPLICATA ALLA SALUTE
Un’opportunità per
lo sviluppo di un cluster biotecnologico campano
Antonio Balestrieri
Project Manager del Centro Regionale di Competenza GEAR
balestrieria@dbbm.unina.it
Il farmaceutico è uno dei settori con il più elevato tasso di innovazione, oltre a essere uno dei comparti con la più alta incidenza sul PIL dei paesi maggiormente industrializzati. Questo campo ha subito negli ultimi anni una radicale trasformazione per quel che riguarda il processo di sviluppo di nuovi prodotti e processi. Le nuove biotecnologie applicate alla salute dell'uomo hanno infatti occupato un ruolo sempre più importante, tanto che oggi circa il 50% dei nuovi prodotti in fase di sviluppo possono essere definiti biotecnologici; l'incremento si basa su un patrimonio di conoscenze recenti, legato allo sviluppo di nuove discipline quali ad esempio l'ingegneria genetica, la genomica e la proteomica. Questa trasformazione ha portato alla creazione di circa 4000 imprese nel mondo che hanno raggiunto un fatturato mondiale che si aggira ormai sui 25 miliardi di dollari. Queste imprese si sono concentrate, nella maggior parte dei casi, intorno ai principali centri di ricerca biomedica di Europa e Stati Uniti. Più che in altri comparti, la ricerca rappresenta l'unico motore che sostiene lo sviluppo e la competitività delle aziende. Ciò comporta la necessità di una collaborazione operativa costante tra il settore privato e le istituzioni pubbliche di ricerca all'avanguardia. Pertanto, sia in campo nazionale che internazionale, si è dato ampio sostegno alle iniziative capaci di aggregare e creare sinergie tra la ricerca accademica e le imprese private, al fine di creare e sviluppare i "clusters" biotecnologici o "bioclusters".
Nella Regione Campania non esiste una grossa concentrazione di aziende
del settore farmaceutico, e le biotecnologie industriali, in particolare
quelle applicate alla salute umana, non rappresentano ancora una realtà economica di rilievo. D'altra parte, la presenza in istituzioni regionali di circa mille ricercatori, che producono ricerca altamente qualitativa nel settore biotecnologico, rappresenta un vantaggio per lo sviluppo di un "biocluster" campano
in grado di competere sul mercato internazionale. In questo scenario si
trova ad agire il GEAR, uno dei dieci Centri Regionali di Competenza, tre
dei quali nel settore della Biologia Avanzata (gli altri due sono Applicazioni
tecnologiche industriali di biomolecole e biosistemi, BioTekNet, e Diagnostica
e Farmaceutica Molecolari, DFM), che sono nati da una iniziativa della
Regione Campania per il rafforzamento di settori strategici, nell'ambito
del Programma Operativo Regionale 2000/2006 finanziato con il contributo
dell'Unione Europea.
Il GEAR rappresenta un'importante opportunità per la nostra regione per promuovere lo sviluppo economico territoriale nel settore biomedico. Il nucleo promotore del Centro Regionale di Competenza si è sviluppato
integrando progressivamente risorse e competenze di istituzioni accademiche
e centri di ricerca con sede in Campania, caratterizzati dal fatto di possedere
una solida e consistente base scientifica, che li pone ai vertici della
ricerca nel settore delle scienze della vita su scala internazionale.
Le istituzioni che hanno aderito al GEAR sono l'Università degli Studi di Napoli Federico II, che è anche l'ente capofila del progetto, con i suoi dipartimenti di Biochimica e Biotecnologie Mediche, Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare, Chimica Biologica, Endocrinologia ed Oncologia Molecolare e Clinica, Medicina Clinica e Scienze Cardiovascolari ed Immunologiche, Neuroscienze e Scienze del Comportamento e Pediatria, la Seconda Università di Napoli con il dipartimento di Medicina Sperimentale e quello di Patologia Generale, il Consiglio Nazionale delle Ricerche con due istituti (Istituto di Genetica e Biofisica e Istituto di Endocrinologia e Oncologia Sperimentale), la Stazione Zoologica Anton Dohrn, le società consortili Ceinge e BioGeM, il Tigem (istituto della Fondazione Telethon), il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e AIC e il Consorzio Technapoli. Il coordinatore scientifico del GEAR è il professor Tommaso Russo, docente ordinario di Biologia Molecolare presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di
Napoli Federico II.
Il Centro di Competenza GEAR si è posto l'obiettivo di sviluppare la rete regionale della ricerca nel settore, orientandola al trasferimento tecnologico, cercando di creare in ambito regionale le migliori condizioni per lo sviluppo di un Polo tecnologico all'avanguardia nell'ambito delle Biotecnologie avanzate applicate alla salute umana. La creazione del GEAR ha accelerato un processo di consolidamento e integrazione delle competenze scientifiche esistenti nel settore biomedico perché queste,
superando un certa debolezza nella collaborazione tra l'accademia e il
mondo imprenditoriale, soprattutto regionale, possano sostenere la crescita
del sistema produttivo. Si sta cercando, da un lato, di colmare il gap
di informazione e di competenze, fornendo assistenza alla creazione di
nuove iniziative imprenditoriali derivate dalla applicazioni della ricerca
scientifica, e, dall'altro, di attirare investimenti nella regione da parte
di imprese (nazionali o europee) e multinazionali, che possono trovare
in Campania un partner unico con cui realizzare progetti congiunti di ricerca
e sviluppo e avviare piani di insediamento di nuove iniziative industriali.
Il finanziamento del progetto GEAR in questa fase è di circa 23 milioni di euro, il 30% dei quali a carico dei soggetti di ricerca partecipanti. Esso è stato finalizzato allo sviluppo di un "progetto dimostratore", al quale stanno contribuendo oltre 200 ricercatori di tutte le istituzioni partecipanti, che ha già prodotto
risultati di grande interesse applicativo, facilmente industrializzabili,
e ha anche permesso un consolidamento e un potenziamento strutturale, grazie
all'acquisto di nuove apparecchiature e la ristrutturazione di alcuni laboratori.
Il "progetto dimostratore" ha evidenziato con i suoi risultati che è possibile
convertire molti modelli sperimentali, utilizzati per la ricerca pre-applicativa
o di base in campo biomedico, in strumenti di ricerca industriale e/o in
prototipi di prodotti commercializzabili.
Le tematiche sviluppate dal progetto dimostratore sono quattro:
- Sviluppo di procedure per la diagnosi, il monitoraggio dell'evoluzione delle malattie e della risposta al trattamento.
- Identificazione e/o validazione in vitro e in vivo di molecole con potenziale effetto farmacologico.
- Sviluppo di modelli animali di malattie umane.
- Sviluppo di vettori e protocolli di terapia genica.
Numerose imprese sia nazionali che multinazionali hanno mostrato
il loro interesse nei risultati del progetto, e nello sviluppo di collaborazioni
per progetti di ricerca congiunti con il GEAR, anche se l'impegno principale è quello di sviluppare maggiormente il rapporto con gli imprenditori locali della nostra regione. La prospettiva a medio-lungo termine del GEAR è che, dopo la fase di start-up, si trasformi in una struttura consortile con una propria capacità economica, inizialmente a carattere pubblico e in seguito aperta ad un ingresso di privati. L'unità centrale gestionale del Centro Regionale di Competenza in Genomica Funzionale ha la propria sede operativa presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli
Studi di Napoli Federico II, nella Torre Biologica del Secondo Policlinico.
Per informazioni:
www.gear.unina.it
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