"Se STEVE JOBS fosse nato a Napoli"
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"Se STEVE JOBS fosse nato a Napoli"
L'Associazione Agorà ha voluto presentare il titolo del giornalista Antonio Menna anche all'Ateneo salernitano coinvolgendo docenti universitari ed esponenti di Confindustria Salerno
a cura di Massimiliano Pallotta,Segreteria Gruppo GI Confindustria Salerno - m.pallotta@confindustria.sa.it
Cosa sarebbe successo a Steve Jobs se fosse nato a Napoli, quale sarebbe stata la sua carriera, che fine
avrebbe fatto la famosa Mela platinata? In seguito alla scomparsa del patron della Apple, Antonio Menna, giornalista de Il Mattino, si è posto questi interrogativi lanciandoli all'interno del suo blog.
Il risultato è stato sorprendente: 400mila contatti e la realizzazione di un libro che ha avuto una notevole risonanza a livello nazionale, tanto che i diritti sono stati acquistati per la realizzazione di un film.
Per discutere dell'argomento trattato nel libro che, come ha ricordato l'autore, non costituisce un saggio ma un'opera letteraria, l'Associazione Agorà ha organizzato un convegno nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Salerno, coinvolgendo alcuni docenti universitari e alcuni rappresentanti di Confindustria.
L'appuntamento si è svolto lunedì 14 Maggio nell'Aula Di Rago ed è stato l'occasione per un confronto in un momento di congiuntura economica globale teso per rappresentare, più che le difficoltà, alcuni piccoli strumenti a disposizione dei giovani per avviare un'impresa.
Il sistema economico‑giuridico italiano ha introdotto la SRLs Società semplificata a responsabilità limitata, che dà l'opportunità di ridurre il carico di adempimenti burocratici necessari ad avviare un'impresa.
«Il risparmio in termini economici non è certo ragguardevole, circa 4.000 euro» ha affermato il professor Roberto Rosapepe; «tuttavia una cifra del genere può mettere in crisi giovani alla prima esperienza professionale che non hanno una famiglia alle spalle o non vogliono coinvolgerla, come succede ai protagonisti del libro», gli ha fatto eco Antonio Menna.
L'esperienza della Silicon Valley rappresenta qualcosa di difficilmente proponibile in Italia e questo tipo di iniziative che possono favorire la nascita di piccole imprese non costituiscono da sole un volano adeguato per i sempre più pressanti standard richiesti dalla competizione globale.
«Più significative a questo proposito le agevolazioni fiscali concesse agli under 35 ha dichiarato il professor Marco Bisogno quanto meno possono favorire gli investimenti attraverso lo stimolo alla patrimonializzazione delle imprese; questo nel caso in cui valesse l'equazione, meno tasse, più risparmio, maggiori investimenti».
«Lo Stato deve proteggere i giovani e stimolarne la crescita, ma anche i giovani devono fare la loro parte poiché nonostante tutte le difficoltà, con il lavoro ed il sacrificio, si può crescere anche in un territorio economicamente arido come il nostro», questa la tesi di Francesco Palumbo, vicepresidente dei Giovani di Confindustria. Sulla stessa lunghezza d'onda Luca Iovine: «Alla povertà economica del territorio, fa da contraltare una ricchezza di risorse ambientali e umane poco valorizzate ed espresse.
Se Steve Jobs fosse nato a Napoli forse avrebbe affermato "Io speriamo che me la cavo" e sarebbe stato ancora più creativo e vincente». I grandi successi nascono spesso in situazioni di disagio, tuttavia, «con il mio libro ha concluso Menna non volevo indicare una strada, ma rappresentare anche in maniera scherzosa il disagio che due giovani napoletani dei quartieri spagnoli possono trovare nell'avviare un'impresa.
Al mio libro sono stati attribuiti molti più significati di quelli che io come autore volevo esprimere, ma il dibattito che ne è emerso è un risultato piacevole quanto inatteso che spero possa risultare utile per le nuove generazioni».
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