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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2012
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Club Manager Crisis per VINCERE la sfida allo "sport austerity"!


di Antonio Sanges, Coordinatore Salernitana Sporting


Per contrastare il calo di introiti che vive il settore il Centro Studi di Salernitana Sporting propone la cura dell'azionariato popolare e sociale

Club Manager Crisis, finanziamento del 5 per mille, vivai, contratti di sponsorizzazione in co‑marketing, azionariato popolare, azionariato sociale e fidelizzazione dei tifosi, questi i "sette ingredienti" per vincere la sfida allo "sport austerity".
Innovativa la creazione della figura del "Club Manager Crisis", aziendalista dello sport che, in tempo di recessione economica, avrà quale scopo principale la determinazione del giusto "equilibrio economico‑finanziario" delle società sportive.
Alla presenza dell'Assessore Nino Savastano e del Consigliere comunale delegato allo sport Marco Petillo, nel corso del 6^ workshop targato Salernitana Sporting tenutosi a Salerno lo scorso aprile, si sono confrontati sulle problematiche dello "sport austerity" dirigenti sportivi e aziendalisti dello sport.
Al Grand Hotel Salerno sono intervenuti i dirigenti sportivi: Valerio Apolito (Club Scherma Salerno), Enzo Cusati (Eagles Salerno), Rosario Buonomo (Circolo Canottieri Irno), Armando Angellotti (Olimpica Judo Bellizzi), Gerardo Del Guacchio (Taekendo Salerno), Mario Pisapia (ITC Salerno), Paolo Grassi (Rari Nantes Salerno), Aurelio De Sio (Hippo Basket), Oreste Pastore (Salernitana Sporting), Lella Albano (Sport Equestri), Domenico Credendino (SIULP), Alfonso Siano, Giancarlo Carosella (ASI), Michele Tramontano (Salernitana Sporting), Matteo Autuori ed Elia De Nicola (Federscherma). Il confronto è stato coordinato in sinergia con gli "aziendalisti dello sport": Matteo Cuomo, Mirko Grillo, Antonio Opromolla, Vincenzo Pappalardo.
In tema di "eventi sportivi" interessanti le relazioni di Anna Pergola (markerting degli eventi sportivi) e Giovanni Ferrigno (turismo sportivo) che hanno analizzato il "case study" dell' Atletica Vis Nova.
In relazione a quanto osservato si rileva che gli effetti dell'attuale crisi finanziaria mondiale stanno modificando le "strategie dell'azienda sport"; in tale ottica il Centro Studi di Salernitana Sporting propone l'azionariato popolare e l'azionariato sociale per gli "sport migliori".
Anche le "governance degli sport migliori" devono fare riferimento alla teoria dell'economista Claiton Christensen, secondo la quale «uno dei segreti di un solido business, è capire quando serve cambiare il modello di business».
La "strategia vincente" per il medio periodo è finalizzata a programmare con "prudenza" i prossimi "budget di spesa" dei club sportivi e ricercare, nel contempo, nuove fonti di finanziamento
. L'ipotesi dell'azionariato popolare e dell'azionariato sociale per gli sport migliori risulta essere allo stato innovativa e propositiva per supportare i problemi legati alla crisi delle sponsorizzazioni. Un'indagine della Fondazione Censis rileva, nell'ambito dell'azienda sport, una flessione di contratti pubblicitari e di sponsorizzazione e una crescita per gli investimenti sportivi via internet e direct.
Secondo la ricerca Censis, gli ultimi dati stimati sugli investimenti pubblicitari in Italia segnalano un calo complessivo del ‑12% rispetto al 2008.
Tale contrazione è dovuta soprattutto ai minori investimenti attivati da piccole e medie imprese che agiscono "localmente" in territori circoscritti.
L'effetto è significativo se si pensa che: su 100 società sportive solo il 5,5% ha visto incrementare le proprie entrate tra il 2008 e il 2011; il 60,7% ha visto ridursi il proprio "giro d'affari"; mentre 1 su 3 ha mantenuto inalterato il proprio budget.
Anche per le sponsorizzazioni, secondo dati europei, il 2011 fa segnare un decremento del 11,3%, mentre Ipsos segnala per l'Italia un ‑8,6%.
Nonostante ciò, le prospettive per il 2012 restano piuttosto scoraggianti, considerato che si ritiene sarà proprio l'attività sportiva a subire maggiormente il ciclo negativo dell'economia. Le previsioni per 2012 indicano infatti che: per il 36,3% delle società le entrate diminuiranno rispetto al 2011; per il 42,7% delle società le entrate resteranno le stesse del 2011;
per il 21,1% delle società le entrate aumenteranno rispetto al 2011.
Tutto ciò si traduce in ricorsi ad autofinanziamento, riduzione di stipendi, conseguente riduzione dell'attività sportiva e di tutti quei valori positivi che lo sport è in grado di comunicare.
Al momento, per vincere la sfida allo "sport austerity", l'unica alternativa positiva riguarda l'applicazione dell'istituto dell'azionariato popolare e sociale anche per gli "sport migliori".
Dirigenti sportivi e aziendalisti dello sport insieme per vincere la sfida allo "sport austerity"?

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