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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2012
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di Fabio Pascapè - Cittadinanzattiva Assemblea Territoriale NAPOLICENTRO


Servizio idrico integrato per uso domestico: tutti i NUMERI del 2011

Sotto il profilo della dispersione di acqua, la Campania si colloca tra le regioni italiane al 14° posto con il 38%: ciò significa che ogni 100 litri di acqua immessi in tubazione se ne perdono ben 38

Aprire un rubinetto e vederne uscire acqua. Un gesto che compiamo molte volte nel corso della giornata
ma che, a monte, ha una complessa organizzazione che capta l'acqua e la convoglia sino al consumatore. Un bene di primaria importanza i cui costi di approvvigionamento incidono sui bilanci familiari in modo sensibile.
Ma proviamo a fare il consueto esercizio di cittadinanza addentrandoci nei numeri dell'acqua e mettendoli in relazione significativa. Come ogni anno l'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva ha pubblicato il report 2011 della sua indagine sul servizio idrico integrato per uso domestico svolta in tutti i capoluoghi di provincia italiani. É stata presa in considerazione una famiglia tipo composta da 3 persone che consuma in media 192 metri cubi di acqua all'anno. Le voci di costo prese in considerazione sono acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa (o ex nolo contatori).
Ad un primo esame emerge innanzitutto come la spesa media annua più bassa sia quella delle regioni meridionali che registrano anche l'incremento minore di spesa (vedi tab.1). In Campania la città più economica è Caserta.
Dalla tabella 2 si rileva come tutti i capoluoghi campani abbiano mantenuto invariate le tariffe per il servizio idrico integrato tranne Benevento che ha fatto registrare un incremento secco del 27,40%.
Sotto il profilo della dispersione idrica (dati Legambiente Ecosistema Urbano 2012) tra le regioni italiane la Campania si colloca al 14° posto con il 38% (peraltro migliora di un punto rispetto alla rilevazione 2007).
Questo significa che ogni 100 litri di acqua immessi in tubazione se ne perdono ben 38 (vedi tab.3).
Approfondendo il livello di dettaglio territoriale, Napoli, in Campania, risulta la realtà nella quale si registra la minore dispersione idrica sia pure con un piccolo incremento della stessa a fronte del dato 2007.
In termini di contenimento della dispersione Caserta dal 2007 l'ha abbassata del 5%. Insomma le tariffe in Campania sono mediamente piuttosto basse a fronte, però, di una percentuale media di dispersione alta. Paghiamo poco, dunque, ma si spreca ancora molto. Sotto il profilo della tutela come di consueto abbiamo approfondito l'aspetto della reperibilità on‑line delle carte dei servizi e quella che ne segue è la situazione emersa (vedi tab.4). Per tutti e cinque i capoluoghi le carte dei servizi sono disponibili on‑line e l'utente con non più di tre click riesce a scaricarle.
Naturalmente sono numerosi i margini di miglioramento.
Non per tutte le carte esaminate ad esempio è immediatamente percepibile quando è stato fatto l'ultimo aggiornamento.
L'attività di aggiornamento è strettamente legata a vari fattori come ad esempio la frequenza di utilizzo dello strumento dei reclami. Il punto dolente è dato dal fatto che spesso è proprio l'utente a non utilizzare quanto la carta dei servizi mette a sua disposizione per migliorare la qualità del servizio che gli viene erogato. Non risultano reperibili on line, ad esempio, i report annuali che analizzano quantità e qualità delle problematiche sollevate con i reclami e che sono uno strumento molto utile per comprendere l'andamento sotto il profilo della qualità del servizio erogato.
Margini di miglioramento sono indubbiamente auspicabili e praticabili nel recepimento degli strumenti predisposti dal comma 461 della Legge Finanziaria 2008 che, è bene ricordare, ha dichiarato l'obbligo, per i soggetti sottoscrittori dei Contratti di Servizio, della redazione di una «Carta della qualità dei servizi» in conformità ad intese con le associazioni di tutela dei consumatori e con le associazioni imprenditoriali che preveda, tra l'altro, modalità di ristoro dell'utenza, consultazione obbligatoria delle associazioni dei consumatori, verifiche periodiche dell'adeguatezza dei parametri quantitativi e qualitativi del servizio erogato alle esigenze dell'utenza, sistema di monitoraggio permanente del rispetto dei parametri fissati, sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi, etc..
Come spesso ci è capitato di rilevare, gli strumenti di tutela e partecipazione ci sono tutti. Alcuni già esistono e sono operativi, altri sono previsti e sta a noi lavorare per la loro concretizzazione.
É una questione di scelte.
Occorre abbandonare il comodo habitus di mero abitante fruitore e occorre assumere la veste di cittadino che si assume le sue responsabilità nei confronti della comunità civica nella quale non si limita a vivere ma nella quale sceglie di attivarsi…per il bene di tutti.
(Una sintesi del Rapporto 2011 di Cittadinanzattiva è scaricabile al link http://bit.ly/LzJ60Z Il rapporto Legambiente Ecosistema Urbano è consultabile al link http://bit.ly/LzJAED)


 

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