FERRUA: «Il settore agroindustriale non puÒ essere lasciato solo»
LIBERALIZZAZIONI: «Penalizzate le aziende di trasformazione del pomodoro»
SENESI: «Massima coesione per vincere sui mercati»
ARTICOLO 62: «Opportuno attenuare l'obbligo della forma scritta»
ARTICOLO 62: «Opportuno attenuare l'obbligo della forma scritta»
di Raffaella Venerando
ANTONIO MATONTI Avvocato Affari legislativi Confindustria
Avvocato, nonostante i dubbi e le criticità sollevate da Confindustria, l'articolo 62 è stato approvato senza subire alcuna deroga. Crede che ci sarà comunque modo e tempo per rettifiche?
Quali si renderebbero necessarie? Sì, a nostro giudizio sono necessari alcuni correttivi volti a ridurre gli oneri che l'articolo 62 ha determinato per le imprese interessate. Stiamo lavorando proprio in questi giorni: vanno mitigati alcuni eccessi che stanno complicando l'operatività delle imprese della filiera, senza però intaccare la ratio originaria della norma, vale a dire di strumento utile a correggere situazioni di squilibrio negoziale. Nello specifico, ferma l'opportunità di salvaguardare tutti i presidi contro i comportamenti abusivi, sarebbe anzitutto opportuno attenuare l'obbligo della forma scritta. Quello che oggi è un requisito imposto a pena di nullità del contratto dovrebbe essere trasformato in uno strumento utilizzabile, a scelta del creditore, per lasciar traccia dell'accordo, dunque a fini di prova.
Questa soluzione, integrata dall'inclusione tra le pratiche sleali sanzionabili dall'Autorità antitrust del rifiuto ingiustificato di concludere il contratto per iscritto, avrebbe il pregio di dare maggiore flessibilità ai contraenti, che, laddove non intendano avvalersi delle maggiori garanzie offerte dalla forma scritta, potranno continuare a regolare in maniera informale i propri rapporti commerciali. Con le stesse finalità occorre intervenire sui termini di pagamento, attualmente inderogabili.
In particolare, ci sembra ragionevole che la disciplina dell'articolo 62 venga armonizzata con quella generale derivante dal recepimento della nuova Direttiva sui ritardi di pagamento, che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2013. Quest'ultima rappresenta a nostro giudizio un "approdo" equilibrato, perché fa salva l'autonomia delle parti di derogare ai termini legali, purché la deroga venga pattuita per iscritto e non sia gravemente iniqua per il creditore, rimettendo all'autonomia negoziale la possibilità di convenire tempi di pagamento in linea con la natura dei rapporti commerciali e con le caratteristiche dei contraenti. Per tener conto delle peculiarità del settore agricolo e alimentare, si potrebbe specificare che l'Autorità antitrust ha il potere di intervenire con pesanti sanzioni quando vengano pattuiti termini di pagamento gravemente iniqui, mettendo così al riparo la parte debole da possibili abusi.
Una criticità interessa soprattutto quelle aziende trasformatrici che anticipano spesso somme ingenti...
Le imprese trasformatrici lavorano con cicli di produzione temporalmente ampi, in cui la distribuzione dei prodotti avviene dopo molti mesi dall'acquisto delle materie prime e quindi anche il relativo incasso si realizza con ritardo. Sono situazioni delicate, che richiedono di intervenire in maniera tempestiva e con correttivi mirati. |