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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2012
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LE VIE DEL MARE PER IL RILANCIO DEL SISTEMA ITALIA


Massimo Deandreis
Direttore Generale SRM

Il trasporto marittimo, da sempre settore trainante dell'economia italiana, si conferma motore di sviluppo del nostro Sistema Paese, soprattutto se si considerano le opportunità connesse ad un incremento delle relazioni economiche e commerciali con i paesi del Mediterraneo. È quanto emerge da una recente ricerca di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno svolta in collaborazione con la Banca d'Italia (Sede di Genova), l'Università Federico II di Napoli e l'ISTIEE di Trieste.
Lo studio "Trasporto marittimo e sviluppo economico" (disponibile su www.sr-m. it) affronta molteplici aspetti in modo da analizzare non solo le dinamiche del settore nell'ambito dell'attuale congiuntura economica internazionale, ma anche ulteriori punti dello scenario italiano quali, ad esempio, le rotte servite, la flotta esistente, i principali servizi offerti e il peso dei traffici marittimi nazionali in termini di interscambio commerciale.
Un'attenzione particolare è stata posta sul bacino del Mediterraneo che, sia per la prossimità geografica, sia per le relazioni instaurate nel corso del tempo, rappresenta un importante punto di riferimento del nostro paese: le opportunità di sviluppo possono essere molteplici, soprattutto in riferimento ai paesi del Nord Africa. Approfondendo l'aspetto delle relazioni commerciali, dai dati relativi al primo semestre del 2012 sull'interscambio emerge come, nell'ambito degli scambi nazionali complessivi, il trasporto marittimo ricopre un ruolo di primaria importanza e ciò è evidente se si osservano i flussi commerciali che l'Italia hain considerazione delle diverse modalità di trasporto: il mare è una delle principali voci con il 31,4% del valore totale. Si tratta di oltre 122,5 miliardi di euro che, dovuti nel 56% dei casi a nostre importazioni nazionali, segnano un lieve calo (-0,4%) rispetto all'analogo periodo del 2011. In riferimento al solo contesto del Mediterraneo, invece, la percentuale assorbita dagli scambi via mare rispetto alle altre modalità nei primi sei mesi del 2012 sale al 68% con un valore complessivo pari ad oltre 23 miliardi di euro (+4,7% rispetto al primo semestre del 2011).
Sul totale degli scambi marittimi che l'Italia ha con il resto del Mondo, l'area Med ne assorbe, quindi, circa il 18,8%. Considerando, invece, i singoli Paesi, il principale partner coinvolto negli scambi marittimi italiani è la Libia con un flusso di merci quantificabile in oltre 5,7 miliardi di euro, pari al 24,8% del totale dell'area. Segue, a breve distanza, la Turchia (24,2%) e, quindi, con un traffico più che dimezzato, Tunisia (11,7%), Algeria (10,9%) ed Egitto (10,8%).
Per il solo Mezzogiorno, invece, si registra un interscambio marittimo complessivo pari ad oltre 32,4 miliardi di euro (circa il 27% del dato nazionale) ascrivibile per il 14% (pari a 4,5 miliardi di euro) alla Campania; emerge una sostanziale tenuta dei traffici con un +1% rispetto all'analogo periodo del 2011 con un dato nazionale che, per contro, si attesta sul -0,8%. Per la Campania, in particolare, le 5 principali aree di riferimento nei rapporti commerciali via mare superano, nel loro insieme, il 70% dell'interscambio complessivo. La quota maggiore è detenuta dai Paesi dell'Asia Orientale che ne assorbono circa un quarto; seguono l'America settentrionale e centro-meridionale con, rispettivamente, un peso del 15,4% e dell'11,6%.
Partner di significativa importanza sono anche i paesi dell'UE 27 (10,9%) e quelli dell'Africa settentrionale (10,6%) Guardando al trend annuale, invece, l'area con le migliori performance è il Nord America con un incremento del 23,3% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre per l'area del Nord Africa si registra un +2,5%. Per la Campania, inoltre, i dati mostrano, in termini di interscambio, un calo del 12,6%; tuttavia l'export fa da traino al suo sviluppo con una crescita, a livello regionale, del 9,7% rispetto al dato del I semestre del 2011, a fronte di un +17,9% del Mezzogiorno e di un +8,4% a livello Italia. Sul totale dell'interscambio regionale, tuttavia, è prevalente il peso dell'import che rappresenta ben il 58% del totale. Dal punto di vista qualitativo, i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco sono la principale categoria merceologica coinvolta negli scambi tra la Campania ed il resto del Mondo con un valore complessivo di quasi 780 milioni di euro pari al 17,3% del totale delle categorie. Seguono i metalli ed i manufatti in metallo con il 16,1% e, quindi, i mezzi di trasporto (14,9%) ed i prodotti dell'industria tessile e dell'abbigliamento (14,1%).
Per quanto riguarda i prodotti alimentari e i mezzi di trasporto, fatto 100 il valore dell'interscambio, prevalgono i flussi di export con oltre il 70% del totale; per i metalli e i prodotti tessili prevalgono, invece, quelli di import con una quota rispettivamente del 74,5% e dell'83%. Una situazione di particolare sbilanciamento si registra, inoltre, per il coke e i prodotti petroliferi raffinati e per i prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura: per entrambe queste categorie, la quasi totalità della merce scambiata (il 98,4% della prima e il 93,9% della seconda) è relativa a flussi di importazione. Considerando, invece, solo il bacino del Mediterraneo e, in particolare, i paesi dell'Africa settentrionale, le principali categorie merceologiche scambiate da e per la Campania sono il coke e i prodotti petroliferi raffinati e i metalli e manufatti in metallo che pesano, nel complesso, per il circa il 60% del totale. Pur se con un peso simile (rispettivamente 31,9% e 27,9%), gli scambi relativi a tali classi merceologiche mostrano una significativa differenza: mentre nel primo caso si tratta per oltre il 98% di importazioni regionali, nel secondo sono le esportazioni a prevalere con circa il 91%. Generalizzando per il totale delle tipologie di beni, la Campania è per lo più importatrice di materie prime (non solo di quelle energetiche ma anche di quelle provenienti dall'agricoltura, dalla caccia e dalla silvicoltura) mentre riveste per lo più il ruolo di esportatore per quanto riguarda prodotti a maggior valore aggiunto quali, ad esempio, le macchine e gli apparecchi meccanici e i mezzi di trasporto.
Dalle statistiche illustrate emerge, quindi, come il trasporto marittimo possa essere un volano di crescita per la nostra economia Un efficiente sistema "delle vie del mare" e adeguate politiche di sviluppo delle infrastrutture portuali, oltre che di stimolo all'internazionalizzazione delle imprese, sono elementi di primaria importanza per acquisire competitività in Europa e nel mondo. È, inoltre, necessario far fronte agli eventuali "ostacoli" presenti (quali quelli burocratici nella realizzazione delle opere e degli investimenti e la carenza di una pianificazione/programmazione specifica per il comparto) per assicurare un sostegno strutturato al settore dello shipping, inserito come parte integrante e importante nella catena logistica del nostro Paese.

Le principali aree mondiali di riferimento dell'Interscambio marittimo Campano (valori %) Fonte: elaborazioni SRM su dati Coeweb




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