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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2011
 
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Un punto CLIENTE INAIL all'Unione Industriali di Napoli

Gli CHEF STELLATI diventano ambasciatori del gusto

MARKETING COLLETTIVO per il sistema moda


MARKETING COLLETTIVO per il sistema moda

Una ricerca promossa dal Centro Studi Unione, finanziata dalla Camera di Commercio di Napoli




Di seguito riportiamo alcuni significativi stralci della ricerca "Strategie di marketing collettivo
per il sistema moda napoletano", realizzata a cura del Centro Studi dell'Unione Industriali con il finanziamento della Camera di Commercio di Napoli.

***

4.2 Il peso del sistema moda in Campania
In Campania la concentrazione di industrie del settore moda è caratterizzate da una produzione organizzata prevalentemente in imprese di dimensione piccola e media, altamente specializzate e operanti spesso in nicchie di mercato. Il know‑how e le competenze diffuse, la continua innovazione incrementale (sia sui materiali sia sul prodotto sia sul processo) lo stile e la creatività sono i principali asset che concorrono a determinare la qualità e l'eccellenza dell'offerta Campana.
Il numero di imprese di produzione attive nel sistema moda, tra il primo semestre 2008 e il primo semestre 2009, è diminuito del 2,1% per il tessile, del 3,4% per abbigliamento e pellicce e dell'1,9% per il comparto cuoio‑articoli da viaggio. Le uniche indicazioni statistiche con segno positivo sono quelle relative alle imprese di commercio all' ingrosso sia di prodotti tessili (+3%) che di abbigliamento e calzature (+4,2%), a scapito però di una riduzione significativa delle aziende del commercio al dettaglio dei prodotti tessili (‑3,6%), e di una diminuzione, seppur più contenuta, di quelle dell' abbigliamento (‑1,4%) e di cuoio e calzature (‑0,4%). In termini di Valore Aggiunto, l'apporto del sistema moda campano nel 2008 è stato di 1.170 milioni di euro, rappresentando circa 11.9% del settore manifatturiero ed evidenzia un forte livello di specializzazione nel settore moda. (…) 4.3 Il Sistema Moda nella Provincia di Napoli Napoli è la città che registra la maggiore concentrazione di imprese attive nel settore: 9. 981 in totale, pari a 9% a livello nazionale seguito da Roma e Milano.
I centri che nel 2009 hanno fatto segnare gli incrementi maggiori sono Bari, Napoli e Catania. Il sistema moda costituisce una realtà di rilievo nell'economia partenopea, specie per via dell'ampiezza del relativo tessuto produttivo che evidenzia più di 9.000 unità locali attive sul territorio. Nello scenario nazionale del settore moda, la Campania conquista la leadership per numero di imprese attive nel comparto tessileabbigliamento. Le dinamiche di sviluppo del comparto moda napoletano si fondano su diversi fenomeni che hanno dato luogo alla creazione di numerosi poli di specializzazione.
Le esportazioni nella Provincia di Napoli nell'anno 2008 hanno raggiunto un valore complessivo di 4.822 milioni di euro facendo registrare una flessione pari a ‑3,7% rispetto al 2007.
Il settore tessile e l'abbigliamento presentano un andamento in flessione con un calo di 5.1% delle esportazioni, quelle delle calzature allargato rimane sostanzialmente stabile (‑0,1%).

4.3.1 La struttura dei minicomparti/filiere del TAC napoletano in termini di numero di unità locale ed addetti
Il concetto di filiera esprime un insieme di attività coordinate e articolate che vanno dalla produzione alla trasformazione e conservazione del prodotto fino alla sua promozione, commercializzazione e vendita.
Le peculiarità del settore TAC napoletano che coinvolge un processo molto ampio ed articolato di singole fasi lavorative, di tipologie di imprese (gruppi, Società di Capitali, Società di persone e ditte individuali) nonché caratteristiche territoriali ci hanno spinto ad indagare il settore svolgendo un'analisi di ricostruzione di "anelli di filiera", ovvero di microfiliere. Seguendo una recente impostazione, è stato possibile così definire e schematizzare le seguenti aggregazioni del tessile, abbigliamento e calzaturiero:

1. la microfiliera del tessile: composta dalle aziende che svolgono, prevalentemente le attività di: preparazione e filatura di fibre tessili: operazioni preparatorie e la filatura delle fibre tessili. Il trattamento può riguardare diverse materie prime, come: seta, lana, altre fibre animali, vegetali o artificiali, sintetiche, carta o vetro, eccetera; tessitura: tessitura di materie prime di vario tipo: seta, lana, altre fibre animali, vegetali o artificiali, sintetiche o di vetro, eccetera. finissaggio dei tessili: il finissaggio dei tessili e degli articoli di vestiario, ossia candeggio, tintura, apprettatura e attività similari; altre industrie tessili: la fabbricazione di prodotti tessili, ad eccezione degli articoli di vestiario, come tessuti a maglia, biancheria da casa, coperte, tappeti, ricami, ecc.

2. la microfiliera delle confezioni e dell'abbigliamento: include tutti i tipi di sartoria (abiti confezionati o su misura), in qualsiasi materiale (ad esempio: pelle, tessuto, tessuti a maglia eccetera), tutti gli articoli di abbigliamento (ad esempio: indumenti esterni, biancheria per uomo, donna e bambino; indumenti da lavoro, abbigliamento da città o casual eccetera) e gli accessori. In particolare essa è possibile distinguere: confezione di articoli di abbigliamento, escluso abbigliamento in pelliccia include la fabbricazione di articoli di vestiario. Il materiale utilizzato può essere di qualsiasi tipo e può essere spalmato, impregnato o gommato; confezione di articoli in pelliccia comprende la fabbricazione articoli di vestiario e accessori per abbigliamento in pelliccia, pelli cucite insieme, e di articoli vari in pelliccia e in pelliccia artificiale;

3. la microfiliera della maglieria include aziende che svolgono, prevalentemente le attività di fabbricazione di articoli di calzetteria, inclusi calzini, calzamaglie e collant e la fabbricazione di articoli di vestiario tessuti a maglia: maglioni, cardigan, casacche, gilet e simili;

4. la microfiliera della preparazione del cuoio e la fabbricazione di accessori in pelle include la preparazione e la tintura di pellicce, fabbricazione di pelli scamosciate,la trasformazione delle pelli in cuoio tramite trattamento nonché la fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, di, cinturini per orologi, in pelle, cuoio artificiale o ricostituito;

5. la microfiliera delle calzature include aziende che svolgono, prevalentemente le attività di fabbricazione di calzature destinate a qualsiasi utilizzo nonchè la fabbricazione di parti in cuoio di calzature.

Il peso di ciascun minicomparto all'interno del Tac, fornisce un quadro della diversa strutturazione delle regioni esaminate. Pertanto nell'analisi prosegue il confronto tra la Provincia di Napoli, la regione Campania, le regioni benchmark e le macroaree Mezzogiorno e Italia in termini sia di unità locali sia addetti. (…)

4.3.2 La microfiliera del tessile

La microfiliera del tessile comprende quattro classi di attività: la preparazione e filatura di fibre tessili (cod. Ateco 2007 13.1), la tessitura di materie tessili (cod. Ateco 2007 13.2), il Finissaggio dei tessili (cod. Ateco 2007 13.3) e le altre industrie tessili (cod. Ateco 2007 13.9). (…) Al 2007 la Provincia di Napoli presenta nel minicomparto del Tessile una numerosità alta (514 UL) se confrontato con la provincia di Caserta (185) dove pure sono presenti alcuni distretti tessiliabbigliamento, pesando per circa il 57% sul totale regionale. Anche considerano solo le attività di preparazione e filatura, tessitura e fissaggio dei tessili, il numero delle unità locali della provincia di Napoli è di circa il 50% delle unità locali della Regione Campania.
I dati, sia provinciali che regionali, mostrano una numerosità esigua se confrontata alle altre due regioni Benchmark, Lombardia e Toscana.
Il dato della Provincia di Napoli trova conferma in quello relativo al Mezzogiorno nel suo complesso, che presenta una struttura di minicomparto, simile a quella della Campania per numerosità esigua e dimensione. Il peso delle aziende tessili napoletane è pari al 21,28% di quelle del Mezzogiorno (Sud e Isole).

4.3.3 La microfiliera del confezionamento e dell'abbigliamento
La microfiliera dell'abbigliamento e delle confezioni comprende due classi di attività: quella delle confezioni di articoli di abbigliamento, escluso abbigliamento in pelliccia (codice Ateco 2007 14.1) e quella delle confezioni di articoli in pelliccia (codice Ateco 200714.2). (…) Al 2007 la Provincia di Napoli presenta nel minicomparto delle Confezioni e dell'Abbigliamento una numerosità alta (2.179 UL) se confrontato con le altre provincie, pesando per circa il 65% sul totale regionale.
Nell'ambito della microfiliera delle Confezioni e dell'abbigliamento il peso delle aziende della provincia di Napoli è circa un quarto (il 23,63%) di quelle meridionali (Sud e Isole). (…) le imprese napoletane della filiera Confezionamento‑Abbigliamento sono nella maggioranza micro imprese.
A differenza di quanto registrato nel tessile, le imprese di piccola dimensione sono di numero significativo sia nel confezionamento di articoli di abbigliamento (138) che nel confezionamento di articoli in pelliccia (40). Inoltre nella filiera esaminata si registra la presenza di medie imprese e di una grande impresa.
Nonostante una presenza significativa di piccole e medie imprese, la struttura dimensionale delle imprese delle Confezioni/abbigliamento della provincia di Napoli risulta essere in media sottodimensionata rispetto alle analoghe imprese meridionali e, ancor più marcatamente, rispetto ai valori medi nazionali.

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