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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2011
 
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Presentato il progetto ETERNIT FREE

CULTURA GIURIDICA e MEDIAZIONE: il futuro delle controversie civili

Importante incontro ad Avellino: PIANO CASA, opportunitÀ e criticitÀ

di Maria Gabriella Ivone, Avvocato e Conciliatore specializzato

CULTURA GIURIDICA e MEDIAZIONE: il futuro delle controversie civili

Uno strumento al servizio della "pace sociale", in quanto l'approccio consensuale aumenta le possibilità per le parti di mantenere, una volta risolta la lite, le relazioni preesistenti

La conciliazione rappresenta un'ulteriore opportunità a disposizione dei cittadini per gestire i conflitti


Come è noto, sulla scorta dell'emanazione in sede comunitaria della direttiva n. 52 del 2008, ha visto la luce il D.Lgs. 4 marzo 2010 n. 28 in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali. Il Legislatore nazionale ha voluto, dunque, approntare una sorta di filtro destinato a ridurre il flusso dei giudizi ordinari e ad alleggerire il problema del numero e della durata dei processi. Il presupposto è il cambiamento nella concezione tradizionale della giustizia: dal sistema aggiudicativo a quello autocompositivo, da un modello vincente‑perdente, ad uno cooperativo.
La conciliazione rappresenta un modo diverso di gestire i conflitti nati in ambito civile e commerciale, e deve essere intesa non come mero strumento alternativo, ma come un'ulteriore opportunità a disposizione dei cittadini. Negli ultimi decenni si è registrato un deciso incremento verso l'utilizzo dei metodi alternativi di composizione delle controversie (ADR), rispetto al ricorso alla giustizia ordinaria.
É il segnale di una nuova spinta culturale che trae origine dagli Stati Uniti e che ha incontrato, a livello europeo, un largo, seppur tardo, consenso.
La rapidità e l'agilità con cui lagiustizia informale è stata accolta nell'ordinamento americano (e poi inglese), sono legate in parte alle caratteristiche strutturali di quei sistemi giuridici: prevalenza dell'impulso "di parte", quasi totale assenza della perseguibilità d'ufficio, diffusa cultura del patteggiamento.
Ma, soprattutto, l'assenza di un insieme rigido di principi codificati in cui dovernquadrare ogni nuovo istituto, come avviene invece nei paesi di civil law.
I sistemi di ADR si collocano, dunque, pienamente nel contesto delle politiche volte al miglioramento dell'accesso alla giustizia, in quanto consentono alle parti e alle imprese di aprire un dialogo e di valutare l'opportunità di fare ricorso al giudice.
Un altro aspetto poi da sottolineare è il ruolo che tali istituti svolgono come strumenti al servizio della "pace sociale", in quanto l'approccio consensuale aumenta le possibilità per le parti, in particolare per l'imprenditore, di mantenere, una volta risolta la lite, le loro relazioni di natura commerciale o altro.
É necessario, dunque, giungere ad una vera e propria trasformazione culturale al fine di concepire la risoluzione delle controversie in un'ottica diversa da quella tradizionale, attraverso una necessaria e adeguata informazione rivolta non solo agli operatori di diritto, ma anche ai cittadini.

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