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L'INTERVENTO
Rilanciare Napoli per arrestare
il declino regionale
Giovanni Lettieri
presidente
Unione Industriali Napoli
Il rilancio di Napoli significa superare un declino che coinvolge a diverso livello l’intera Campania, non a caso prima in Italia per indice di povertà.
La realizzazione di alcune opere infrastrutturali è strategica ai fini dell’attivazione o accelerazione di processi di sviluppo nell’area metropolitana di Napoli e nella regione. Emblematiche al riguardo sono le situazioni del porto di Napoli e della zona orientale. Da Vigliena a Bagnoli, occorre una riorganizzazione del Water Front che miri all’apertura della città al mare. Sia a est che a ovest, gli interventi di riconversione debbono poggiare su iniziative atte alla realizzazione di progetti di effettivo valore economico. Servono altresì misure di riqualificazione del Centro Storico, tra i maggiori d’Europa per estensione e valori artistico-culturali, ancora privo del Piano di gestione richiesto dall’Unesco. Il disegno di rilancio della città capoluogo non può rimanere circoscritto alla vecchia cinta daziaria. Il Piano Strategico deve spostare le porte della città fino a comprendervi le periferie, con un’integrazione delle grandi realtà urbane contigue alla città.
Particolare attenzione va posta per le aree Asi.
Occorre, nell’ambito dell’attuale programmazione infrastrutturale, individuare interventi aggiuntivi miranti soprattutto a facilitare comunicazioni e trasporti su ferro e metro. Vanno attivati interventi di riammagliamento tra le aree di insediamento aziendale e i nodi di trasporto, allo scopo di ridurre costi economici e di impatto ambientale.
Forte è inoltre la richiesta, a enti locali e aziende pubbliche, di aprire i cantieri di opere da tempo programmate e non ancora avviate.
Interventi infrastrutturali e di riqualificazione di questa portata possono trasformare e rilanciare Napoli e la Campania, se sostenuti, ciascuno per le proprie competenze, da un’azione coordinata dei vari livelli istituzionali, nazionale e centrale, e supportati da un utilizzo efficiente dei fondi europei. L’attuazione di una simile strategia avrebbe come protagoniste, in un disegno di trasformazione epocale, le forze vive della città e della regione, dalle imprese alle università, agli ordini professionali e alle altre forze sociali, dai centri di ricerca alle varie articolazioni del mondo della cultura. |