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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2010
 


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turismo,
stop all’improvvisazione

Caserta, capitale del turismo congressuale

I giovani imprenditori guardano al mercato nordafricano


turismo,
stop all’improvvisazione

Indispensabile una nuova governance improntata all’efficacia e all’efficienza, ma soprattutto imperniata su una programmazione valida per tutto il 2010





Da una prima analisi dei dati 2009 relativi alle presenze nelle strutture ricettive della provincia di Caserta si registrano importanti segnali di ripresa del comparto turistico.
Il dato positivo ha suggerito nei giorni scorsi un incontro, presso la Camera di Commercio, tra Ept e associazioni datoriali del comparto, al fine di elaborare una strategia di “governance” del Turismo, ispirata ad una politica di interventi efficaci ed efficienti, ma soprattutto imperniata su una programmazione valida per tutto l’anno e già proiettata al 2011.
All’incontro, delegato dal presidente Antonio Della Gatta, ha partecipato il consigliere Francesco Marzano, che di seguito articola la proposta in materia di Confindustria Caserta. (A.A.)

Le proposte di Confindustria Caserta
di Francesco Marzano

La nuova “governance” del turismo in provincia di Caserta non intende proporsi più come mero erogatore di contributi o, all’incontro, come organizzatore di eventi, ben consapevole del fatto che la dispersione delle già limitate risorse attribuite allo sviluppo del settore non comporti alcuna crescita del comparto. Essa intende porsi, invece, come propulsore delle singole iniziative nell’ambito di un articolato programma, il cui scopo è quello di valorizzare il territorio nel suo complesso, accrescendone la visibilità della programmazione attraverso numerosi e innovativi canali promozionali e coinvolgendo gli attori del comparto, sia pubblici che privati, nei progetti gestiti di volta in volta dagli stessi enti.

Una sala del Palazzo Reale


Insomma, l’ottica fondamentale della nuova “governance” deve cambiare registro e soprattutto obiettivo. Deve puntare, cioè, non tanto a vedere le attività finalizzate allo sviluppo turistico come semplice “valorizzazione” delle singole iniziative poste in essere, o delle specifiche risorse del territorio di volta in volta sollecitate. Politica - è appena il caso di sottolineare - che ha prodotto finora risultati molto modesti, limitando la fruizione degli eventi al bacino di utenza locale, e che pertanto non generano economia. Il turismo a cui si punta è, invece, quello che crea importanti ricadute economiche e determina l’aumento dell’occupazione e della redditività dell’intero territorio.
Il ritardo dello sviluppo turistico che caratterizza la nostra provincia è un dato di fatto. E la situazione è apparentemente incomprensibile, laddove si consideri che Terra di Lavoro dispone di tutte le tipologie di risorse necessarie a sviluppare un turismo di qualità: culturali, artistiche ed archeologiche, ambientali (mare e montagna), enogastronomiche, eccetera.
Eppure, sia i dati evidenziati dalle statistiche dell’Ept di Caserta sulla ricettività alberghiera dell’ultimo anno, sia quelli pubblicati dall’Istat circa la permanenza media del turista sul nostro territorio, ci parlano di un turismo che per tipologia è classificato “business”, e per modalità è compiutamente definito con l’espressione “mordi e fuggi”.
Volendo individuare le principali cause di questa critica situazione del turismo in provincia di Caserta, si possono indicare poche ma incontrovertibili cause concatenate. Appare infatti evidente che, innanzitutto, manca da parte degli attori la capacità di governare i processi che presiedono allo sviluppo del comparto.

Una sala del Palazzo Reale

In altri termini, la tipologia delle azioni messe in campo per attrarre i flussi turistici - vuoi che si tratti di grandi eventi vuoi di manifestazioni fini a se stesse - non è efficace. Ne consegue che le risorse finanziarie spese risultano, alla fine, tutt’altro che bene investite.
E la considerazione è tanto più grave, laddove si consideri la disponibilità di un ottimo strumento di programmazione regionale, che individua con esattezza i trend di sviluppo da perseguire in coerenza con la Programmazione Europea. E qui si apre un altro problema. Vale a dire che tale programmazione e le stesse occasioni di finanziamento previste a supporto della stessa non sempre sono ben utilizzate dai soggetti o attori beneficiari.
Il che porta necessariamente a dire che il vero cambiamento di rotta può avvenire solo se si riesce a rendere più appetibile il nostro prodotto turistico, utilizzando le giuste leve di marketing territoriale per accrescerne la spendibilità. Insomma, tutta l’attività di programmazione deve essere - come usa dire oggi - “market oriented”.

Il parco della Reggia

Lo sviluppo turistico deve passare attraverso la creazione di un vero e proprio sistema turistico locale, inteso come un’offerta integrata, ed una gestione più efficace di tutte le risorse del territorio. Occorre, appunto, un nuovo modello di “governance”, imperniato sul concetto di cooperazione sistematica tra i principali responsabili e beneficiari del turismo, non solo gli organismi istituzionali e gli enti preposti, ma anche gli operatori del settore ed, più in generale, la stessa comunità locale.
Bisogna determinare gli obiettivi e governare i processi di sviluppo attraverso una logica di partenariato istituzionale, economico e sociale, che coinvolga tutti gli attori del comparto, sia pubblici che i privati. Anzi, investendo fortemente sul ruolo dei privati, in una logica di integrazione non già di separatezza. Di più, questa integrazione tra le diverse componenti del sistema appare necessaria non solo nella fase di gestione, ma anche e soprattutto in quella della elaborazione progettuale. Debbo dire, in verità, che l’esigenza di creare una “filiera istituzionale” che possa coordinare le azioni necessarie allo sviluppo del comparto ha determinato, negli ultimi anni, la piena apertura dell’Ept e della Camera di Commercio al dialogo con le diverse associazioni imprenditoriali presenti sul territorio e la partecipazione propositiva ai tavoli tecnici istituzionali all’uopo organizzati. In tali sedi è stata ribadita con forza la necessità che tali positivi momenti di confronto divengano innanzitutto momenti privilegiati di programmazione e di individuazione delle “strategie” da adottare e, dunque, momenti propedeutici fondamentali alla creazione di un sistema turistico casertano. Per far sì che il Casertano non sia zona di transito temporaneo, ma destinazione principale di soggiorno del turista, lo sforzo deve essere quello di dotare il territorio di strutture, infrastrutture e servizi necessari per una buona fruizione delle risorse. A tal proposito, ne consegue che i progetti sottoposti a finanziamenti regionali, nazionali o europei, oltre che caratterizzati da importanti ricadute economiche anche nell’ambito turistico, devono essere concertati e non affidati al caso. Insomma, soltanto dopo aver determinato gli obiettivi strategici per sostenere lo sviluppo turistico e, quindi, creato il “sistema turistico locale” si potrà realizzare il marchio “Caserta” inteso come prodotto turistico di qualità. Fuori da questa logica ogni altro ragionamento appare velleitario oltre che inesorabilmente vuoto di contenuti. La garanzia di un prodotto turistico di pregio spingerà imprenditori e portatori di interessi ad investire, assumendo quel rischio professionale ed economico che attualmente appare troppo alto agli stessi proprio a causa delle criticità fin qui evidenziate.
Con riferimento al nostro territorio, dunque, la nuova “governance” del comparto deve individuare gli eventi ed i territori da promuovere, ritenendo tuttavia necessariamente baricentrica la città di Caserta per tutte le attività. In particolare, si dovrà concentrare ogni sforzo sulla valorizzazione della Reggia e del Belvedere di San Leucio, unici monumenti che hanno il necessario “appeal”, al momento, per attirare i turisti nella nostra Provincia.

Il Belvedere di S. Leucio

Nella cornice di questo ragionamento, Confindustria Caserta ha individuato diverse iniziative, peraltro fortemente orientate al mercato, al fine di “vendere” il territorio, comunicandone la portata di assoluta convenienza, interesse e bontà attraverso le seguenti iniziative:
- “Meeting agenda”, iniziativa promozionale dedicata a 60 agenzie di viaggio;
- “Pool dello Sport” iniziativa realizzata insieme al Coni provinciale per attrarre sul nostro territorio le più importanti manifestazioni nazionali sportive;
- Convention nazionale di Federcongressi, che vede la partecipazione a Caserta di tutti i migliori operatori del turismo congressuale, del leisure travel e degli eventi;
- Borsa del turismo delle città, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere l’offerta di eventi cittadini, abbinata ad una adeguata offerta turistica da parte degli Enti Pubblici e degli Operatori turistici privati.
In questa logica, infine, ha elaborato e portato all’attenzione degli enti preposti (Ept, Camera di Commercio, Provincia, Comune capoluogo, Soprintendenza e associazioni di categoria) un primo elenco di eventi su cui misurare gli incrementi delle presenze alberghiere e, dunque, in termini economicamente oggettivi la ricaduta sul territorio:
- La Reggia delle Meraviglie;
- Suoni e Luci nel Parco;
- Settembre al borgo;
- Capodanno alla Reggia ed al Belvedere;
- Mostre permanenti e non.
Come dire, un primo pacchetto di eventi che fanno parte ormai della tradizione del territorio, dei quali è possibile sin da oggi comunicare e “vendere” nelle fiere di settore, date e costi.
La nuova “governance” del turismo in provincia di Caserta, insomma, individua già oggi i due livelli di comunicazione strategica degli eventi e delle mostre programmate: la prima, dedicata agli operatori del territorio (con mesi di anticipo) e alla stampa nazionale; la seconda, dedicata all’utente finale e alla stampa locale. Livelli di comunicazione, va da sé, che presuppongono tempi e modalità diverse.


“Per rimanere unici non possiamo stare fermi”

Ecco il “Manifesto del turismo”

La sfida di Confindustria per rilanciare il settore: sei mesi per una riforma bipartisan, anche costituzionale, della “governance” del comparto


Federturismo Confindustria ha redatto il Manifesto del Turismo, che riassume le linee emerse dal convegno tenutosi in Confindustria lo scorso 4 febbraio.
Il documento parte dal presupposto che il turismo, come settore produttivo con elevatissime potenzialità, ha bisogno di politiche industriali per la competitività delle imprese, da non confondere con la promozione.
Con questo documento Federturismo Confindustria ha inteso lanciare una sfida al sistema politico italiano dei partiti: 6 mesi per una riforma bipartisan, anche costituzionale, della “governance” del settore turistico italiano.

Ecco di seguito i dieci punti del documento approvato.
“IL MANIFESTO DEL TURISMO”
Premesso che l’industria turistica è un settore produttivo con grandissime potenzialità di crescita e che, come tale, deve seguire logiche economiche che consentano economie di scala e non lascino spazio a sprechi, come invece accade, nel nostro Paese, per la promozione:
1. è urgente semplificare e chiarire il quadro di governance: 21 strateghi (Ministero del turismo + 20 Regioni) e 13.000 enti che si occupano a vario titolo di turismo sono troppi, inefficienti e inefficaci. Va quindi superata la competenza esclusiva delle Regioni, prevista dalla riforma del titolo V della Costituzione, con una chiara suddivisione dei ruoli, dando competenza strategica allo Stato e snellendo la micro governance locale;
2. nel turismo devono essere fortemente complementari le azioni dei tre attori: istituzioni, imprese e banche. Molti Paesi concorrenti hanno saputo dar seguito a questa complementarietà, creando importanti ritorni economici per il turismo e per lo Stato, corrispondendo alle esigenze e alla domanda espresse dal turista. In questo senso è necessario attivare una sede permanente di consultazione fra governo e rappresentanze delle imprese;
3. l’obiettivo di portare la quota del turismo al 20% del PIL può esser raggiunto, ma certamente non in assenza di un piano a medio termine che declini responsabilità, obiettivi, tempi di attuazione e strumenti di misurazione dei risultati, e che si integri col sistema economico finanziario;
4. le politiche per il turismo non si esauriscono nella promozione: le imprese hanno bisogno di vere politiche industriali e il turismo deve essere al centro di politiche coordinate. Federturismo Confindustria ha svolto un ruolo decisivo per far diventare il turismo centrale nell’Unione Europea, con il suo inserimento nel trattato di Lisbona: la stessa centralità deve essergli riconosciuta anche a livello nazionale;
5. le risorse per il turismo non mancano. Il settore non chiede risorse addizionali o incentivi, ma solo maggiore chiarezza, efficienza e comprensione delle sue specificità;
6. per un settore come il turismo, per sua natura in competizione globale, la velocità di reazione di tutti gli attori è fondamentale: rispondere con prontezza alle richieste del mercato e implementare rapidamente soluzioni innovative sono la chiave del successo per il futuro. Non possiamo permetterci attese di oltre cinque anni per progetti, pur validi, ma che poi si rivelano inefficaci (per es. il portale) o di portata marginale (per es. i buoni vacanza);
7. avere il “prodotto” non basta: occorre investire nella componente di servizio, elemento ormai discriminante nella scelta del consumatore, partendo da un’analisi attenta della domanda e segmentando di conseguenza l’offerta, sviluppando l’efficienza delle filiere e dei sistemi turistici. Vanno valorizzate managerialità e progettualità;
8. tutti i soggetti coinvolti nel turismo devono privilegiare gli obiettivi di qualità, trasparenza e innovazione. C’è bisogno della capacità di trasformare l’offerta (per esempio nelle città d’arte). Rimanere fermi non è un opzione, neanche per un Paese come il nostro. É necessario innovare prodotti e servizi, superando la logica della rendita;
9. è necessario affrontare in modo serio e completo il problema della stagionalità ed è possibile farlo a costo zero, anzi creando ritorni per le casse dello Stato. Federturismo Confindustria ha - a più riprese e a più governi - fatto proposte concrete, anche sull’esempio di esperienze maturate in altri Paesi. Nonostante la mancanza di risposte, siamo pronti a collaborare per quello che riteniamo un tema chiave per il turismo del nostro Paese, in particolare per il Mezzogiorno;
10. le politiche fiscali e finanziarie, così come quelle del lavoro, devono tener conto delle caratteristiche strutturali del settore: dalla “Tremonti ter” alla “Tremonti tour”, incentivi all’aggregazione, exit strategy dall’IRAP, che penalizza un settore così labor intensive, e armonizzazione dell’IVA, forme di impiego che valorizzino la strutturale flessibilità del settore. Va data priorità alla formazione, come requisito per elevare gli standard di qualità e il rapporto con la clientela.




 

Ciclovie, pedalando alla scoperta del territorio… e non solo

Cultura, tradizioni, enogastronomia: al via il primo progetto promosso da Confindustria Caserta e Comitato Provinciale Coni nell'ambito delle iniziative del "Pool Caserta per lo sport"



Da sinistra: Roberto Formato, Francesco Marzano, Michele De Simone, Gianpaolo Porreca e Antonio Giordano

É stata presentata venerdì 5 febbraio scorso, nel salone d'onore del Comitato Provinciale Coni di Caserta, la pubblicazione dal titolo "Cicloturismo: strategie di sviluppo e benefici per le destinazioni turistiche".
La pubblicazione è frutto della ricerca effettuata dall'ingegnere Roberto Formato, esperto di marketing e progettualità nell'ambito del "turismo sportivo", raccolta in un volume pubblicato a cura delle Edizioni Scientifiche Italiane.
L'iniziativa si inserisce nell'ambito delle attività programmate da Confindustria Caserta e Coni, appunto, le quali hanno costituito un apposito organismo (denominato "Pool Caserta per lo Sport”) per promuovere l’interessantissimo segmento del turismo sportivo. É appena il caso di ricordare, peraltro, che la provincia di Terra di Lavoro è dotata di un invidiabile parco di strutture sportive, idonee ad ospitare le più importanti manifestazioni nelle più disparata discipline.

Saranno almeno sei le ciclovie che verranno tracciate e "mappate" nei comprensori più suggestivi della provincia di Caserta, grazie al progetto promosso dal Comitato Provinciale Coni e da Confindustria Turismo nell'ambito delle iniziative legate alla recente costituzione del "Pool Caserta per lo sport", finalizzato all'incremento del turismo sportivo.
L'iniziativa è stata ufficializzata in coincidenza con la presentazione, nella sala convegni della sede Coni a Caserta, del volume "Cicloturismo: Strategie di sviluppo e benefici per le destinazioni turistiche", frutto della ricerca effettuata dall'ingegnere Roberto Formato, esperto di marketing e progettualità nell'ambito del "turismo sportivo", pubblicato a cura delle Edizioni Scientifiche Italiane.
Dopo la introduzione del presidente provinciale del Coni Michele De Simone e del delegato di Confindustria Turismo Francesco Marzano, che hanno evidenziato gli obiettivi del progetto, il giornalista e scrittore Gian Paolo Porreca si è soffermato sui valori di uno sport, tra i più praticati in Italia, che ha anche una grande valenza ricreativa e da molti è scelto anche con una prospettiva salutista.
É stata quindi la volta di Roberto Formato che, con l'ausilio di filmati e diapositive, ha illustrato la tipologia della ricerca effettuata, facendo riferimento non solo ai paesi dove la scelta delle "due ruote" ha rilevanza socio-culturale oltre che sportiva ma anche alle esperienze già realizzate in alcune regioni italiane, dove, specie al Nord e al Centro, le ciclovie rappresentano un attrattore fondamentale per un turismo sostenibile, in considerevole incremento.
Passando alla provincia di Caserta l'ingegner Formato ha indicato una serie di ciclovie già "mappabili", e cioè quelle del Volturno e del Garigliano, legate al corso dei fiumi, quella del Matese nella zona montuosa, quella dei colli Tifatini intorno al capoluogo, quella del Falerno nella fascia dell'immediato entroterra rivierasco, infine quella del vulcano di Roccamonfina e dell'area aurunca. Al di là dell'individuazione dei percorsi, bisognerà pensare ad una segnaletica ed alla stampa di mappe specifiche con le altimetrie, le difficoltà e i possibili collegamenti sul territorio.
«Dopo aver aperto al turismo sportivo il fiume Volturno grazie all'iniziativa del Centro Nautico di Presenzano, guidato dall'olimpionico Davide Tizzano - ha sottolineato il presidente del Coni De Simone - d'intesa con Confindustria Turismo e la Federazione Ciclistica realizzeremo anche questo progetto, se la Regione e gli Enti locali ci forniranno un supporto economico o di servizi, aprendo nuove prospettive allo sviluppo del turismo sportivo nella nostra provincia». «Il nostro obiettivo - ha aggiunto Francesco Marzano delegato di Confindustria Turismo - è quello di essere pronti con il progetto per metà ottobre, in modo da presentarlo ufficialmente alla Borsa del Turismo Sportivo in programma a Montecatini Terme, dove è previsto lo svolgimento della rassegna specializzata Pedalitalia, destinata appunto alla promozione delle ciclovie esistenti e di quelle nuove». (A. A.)



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